Recensioni
Handbook of Psychology. Volume 10: Assessment Psychology
Handbook of Psychology. Volume 10: Assessment Psychology
John R. Graham, Jack A. Naglieri (Volume Editors). Irving B. Weiner (Editor in Chief)
Handbook of Psychology. Volume 10: Assessment Psychology
Wiley. John Wiley & Sons, 2013, Second Edition. Pp. XIX + 715
£ 120.00, Euro 140,00 (Hardback)
La seconda edizione del decimo volume della monumentale opera Handbook of Psychology (in 12 volumi) condensa numerosi aspetti che caratterizzano questa iniziativa editoriale voluta dall’editore Wiley la cui prima pubblicazione risale al 2003. Lo scopo dei 12 volumi, come precisa Irving Weiner nella Prefazione, è di offrire al lettore una fonte aggiornata dello stato dell’arte della “psicologia applicata”, una fonte da utilizzare sia come testo di consultazione professionale, sia come testo di studio e approfondimento. Il Volume 10 è completamente dedicato alla questione della valutazione, o “diagnosi” psicologica, vista non soltanto in tutti i più importanti settori di applicazione, ma anche in prospettiva teorica e metodologica. Non a caso la prima sezione del testo (Assessment Issues) si apre con una considerazione di ampio respiro sul processo di valutazione e prosegue affrontando immediatamente uno dei nodi più “caldi” dell’argomento: con il titolo Clinical versus Mechanical Prediction si discutono pregi e limiti delle due impostazioni di base che caratterizzano da sempre le procedure di assessment psicologico, riprendendo il filo del discorso lì ove il famoso libro di P. E. Meehl lo aveva avviato (si veda, Clinical vs. Statistical Prediction: A Theoretical Analysis and A Review of the Evidence. Minneapolis: University of Minnesota Press).
Tra i nove capitoli della prima sezione del volume si segnalano quelli dedicati alla rassegna sui numerosi bias in cui si può incorrere nel corso di un iter di valutazione, e sulla delicata questione dell’assessment collocato nel contesto e nel corso delle psicoterapie. Tra i temi di più recente emersione vi sono quelli concernenti l’assessment computerizzato (qui affrontato da James Butcher nell’ottica del computerized personality assessment) e l’assessment cross-culturale. Questa parte del testo si chiude con due contributi sull’etica professionale e sulla formazione alla valutazione psicologica.
La seconda sezione si compone di otto capitoli ed è centrata sull’analisi dei differenti setting di valutazione psicologica. In tal senso la valutazione psicologica è considerata applicata alla popolazione adulta o in età evolutiva (i primi due capitoli) e poi nei diversi contesti istituzionali: la scuola, l’organizzazione di lavoro, l’ambito giuridico e correzionale, e le istituzioni in cui sono trattate le persone anziane (il cosiddetto Ageism – la terza e quarta età – sta diventando sempre di più un fulcro di attenzione nei paesi industrializzati da parte di psicologi, sociologi e di chi si occupa di assistenza sociale). Dunque, in questa parte del volume, il lettore potrà facilmente focalizzare l’attenzione sugli argomenti che via via attirano la sua attenzione e curiosità, o che lo impegnano concretamente nell’attività professionale.
La terza sezione è dedicata alle metodologie di assessment. Gli otto capitoli qui racchiusi offrono una visione “trasversale” delle tecniche di valutazione ed una finale considerazione sullo stato attuale e sulle previsioni dell’Assessment Psychology a firma dei due curatori del decimo volume, Naglieri e Graham. I primi due contributi trattano la valutazione delle funzioni intellettive e neuropsicologiche, integrandosi quindi con il terzo capitolo della sezione che è centrato sull’analisi degli interessi. Seguono alcuni contributi di grande spessore sulla valutazione psicologica per mezzo del colloquio clinico e diagnostico, dell’approccio comportamentale e dell’approccio basato sulle tecniche di performance all’intero delle quali sono considerate specialmente le tecniche proiettive e basate su azioni di problem solving: da tale prospettiva è posta in discussione la classica distinzione tra test oggettivi e tecniche proiettive. Sempre nell’ottica della valutazione della personalità e della psicopatologia è quindi collocato il capitolo ventiquattresimo sugli inventari self-report, un contributo che inoltre presenta (come molti altri) un sintetico schizzo storico dell’evoluzione di tali strumenti.
Come si potrà notare leggendo il capitolo finale, sono molteplici le sfide che l’assessment psicologico ha di fronte a sé, ma non si deve dimenticare che “l’assessment psicologico è vivo e vegeto ed è utilizzato in molti contesti differenti. Sebbene sia richiesto un lavoro considerevole al fine di dimostrarne la validità e l’utilità intesa nel senso di costi e benefici, già esiste un’ampia serie di evidenze utilizzabile da parte degli psicologi per promuovere l’assessment” (Naglieri, Graham, p. 657).
Il volume è opera di un nutrito gruppo di studiosi: gli autori dei contributi sono 46 e spiccano nomi conosciuti anche in Italia come Ben-Porath, Butcher, Craig, Klimoski, Lowman, Viglione.
Si deve notare che la ricchezza del volume è ben bilanciata dalla segmentazione delle tematiche e dal modo stesso in cui gli autori hanno scritto i loro capitoli: consultando i testi è subito chiaro quale sia l’articolazione del contributo, in quale prospettiva esso si inquadra e quali sono i risultati, le indicazioni e le raccomandazioni che vogliono essere indirizzate al lettore. Da tale punto di vista il volume si evidenzia come un testo autonomo rispetto agli altri 11 volumi dell’opera, anche se naturalmente esso ha una serie di “collegamenti incrociati” con molti altri volumi, come tutti quelli che trattano in modo “verticale” singoli blocchi scientifici-professionali.
Nell’era di internet e dell’informazione “mordi e fuggi” la pubblicazione di un’opera come questa ha il pregio di consentire al lettore una lettura e una riflessione approfondita su una delle tematiche più delicate della psicologia applicata: la valutazione di un essere umano che si rivolge (o che è inviato) ad un professionista psicologo dal quale si attende (giustamente!) etica e competenza professionali, e una risposta che sia chiara ma anche rispettosa del suo stato esistenziale prima ancora che mentale e comportamentale.