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numero 6 - marzo 2013

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Giornate di aggiornamento sull'uso dei test in Psicologia clinica dello sviluppo - X edizione

Giornate di aggiornamento sull'uso dei test in Psicologia clinica dello sviluppo - X edizione

Il 2 e 3 marzo si è tenuta a Bologna la decima edizione delle “Giornate di aggiornamento sull'uso dei test in Psicologia clinica dello sviluppo”, appuntamento ormai consueto che offre l’occasione agli addetti ai lavori di conoscere test e strumenti significativi per l’attività clinica in ambito evolutivo.
Gli strumenti presentati hanno interessato una varietà di ambiti inerenti la psicopatologia dello sviluppo, le strumentalità scolastiche, l’intelligenza emotiva, la comunicazione del bambino, la capacità di adattamento, la comunicazione aumentativa, scale e interviste cliniche per adolescenti e nuovi protocolli per il trattamento di bambini con difficoltà di comprensione da ascolto e di gestione della rabbia.

L’Autismo

Il grande protagonista è stato l’Autismo, tema trattato offrendo un’interessante prospettiva storica dei trattamenti considerati elettivi ed inevitabilmente condizionati dalla lettura data a tale condizione (tra i tanti ricordiamo Lovaas, 1987; Schopler, 1986), e poi affrontando in modo critico le nuove Linee Guida. Pur considerate un importante tentativo di fare chiarezza e orientare, esse di fatto trascurano una serie di punti fondamentali: le famiglie, le prime coinvolte nella gestione e comprensione di una condizione come l’autismo, l’eziopatogenesi, che non può essere ancora definita come certa, e la mancata presenza al panel di tecnici con documentati esperienza e curriculum scientifico.
Tra le novità editoriali in materia di Autismo, è stato proposto l’adattamento italiano del ComFor – Forerunners in Communication (Verpoorten, Noens, Berckelaer-Onnes van, 2008, 2012), strumento costruito sulla base della teoria della Coerenza Centrale (Frith, 1989) e in grado di valutare il livello di comprensione e attribuzione del significato alla realtà per soggetti autistici. Il tentativo è quello di fornire indicazioni cliniche e individualizzate per l’uso di strumenti di Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA).

Test e assessment

Le proposte hanno spaziato dalla valutazione della Teoria della Mente in bambini a sviluppo tipico attraverso uno stimolo uditivo come quello della voce umana (TVSM; Cavalli, Fabio, Marchetti e Sempio, 2013), all’interesse per i problemi a carico degli aspetti pragmatici del linguaggio (CCC-2 - Children’s Communication Checklist, traduzione italiana a cura di Di Sano, Saggino, Barbieri, Tommasi e Surian, 2013), senza tuttavia dimenticare il concetto di Intelligenza Emotiva così come descritto nel modello di Salovey e Mayer (1997), considerato importante anche dal punto di vista adattivo (IE-ACCME, D’Amico, 2013).
E proprio sul concetto di Comportamento Adattivo (CA) sono state fatte una serie di riflessioni e considerazioni che lo rendono chiaramente imprescindibile e dirimente per la definizione e la diagnosi stessa di disabilità intellettiva. Ricordiamo quindi che parlare di CA significa fare riferimento ad un costrutto multidimensionale età-tipico che riguarda “le attività che l’individuo generalmente svolge per rispondere alle attese di autonomia personale e responsabilità sociale per persone di pari età e contesto culturale” e che comprende “… l’insieme delle abilità concettuali, sociali, e pratiche apprese dalle persone per agire nella loro vita quotidiana” (AAIDD; Schalock et al., 2010; Balboni, 2010).
In questa direzione si aspettano con curiosità le scale Vineland 2, per la pianificazione di programmi di sostegno, e la DABS - Diagnostic Adaptive Behavior Scale, che si propone di misurare significative limitazioni nel Comportamento Adattivo per la diagnosi della disabilità intellettiva.
Nel corso delle due giornate, ci sono stati aggiornamenti importanti anche dal punto di vista della valutazione delle competenze scolastiche.
Esce infatti aggiornata e ampliata la BVSCO 2 - Batteria per la valutazione della scrittura e della competenza ortografica (Tressoldi, Cornoldi e Re, 2013), pacchetto di prove per la valutazione clinica della scrittura ai tre principali livelli: grafismo, ortografia ed espressione scritta. Accolta inoltre con interesse la nuova proposta di un test per la valutazione della comprensione da ascolto (CO-TT - Comprensione Orale Test e Trattamento; Carretti, Cornoldi, Caldarola e Tencati, 2013), con annesso un training specifico. Entrambe le novità editoriali coprono la fascia di età dalla primaria alla secondaria di primo grado.
Oltre alla valutazione delle strumentalità, trovano spazio strumenti per l’assessment del funzionamento psicologico dell’adolescente che cercano di fornire indicatori utili per identificare in maniera precoce un possibile disagio.
Se da un lato l’IPOP-A - Interview of Personality Organization Processes in Adolescence, basato sul modello di Kenberg (Ammaniti, Fontana, Clarkin, Clarkin, Nicolais, Kernberg, 2012), si presenta come un’intervista semistrutturata e punta l’attenzione sulla costruzione dell’identità e delle relazioni oggettuali, il CBA-G - Cognitive Behavioural Assessment versione Giovani (Bertolotti e al., 2013) nasce dall’esperienza ventennale del CBA Team con la finalità di rilevare indicatori di rischio e disadattamento psicologico, suggerendo poi approfondimenti clinici del caso.

Protocolli di intervento

Il nuovo protocollo di valutazione della comprensione da ascolto (CO-TT) propone, in ottica di continuità, materiali specifici per il training, fino a questo momento assenti nel panorama delle proposte editoriali. La letteratura sembra infatti confermare lo stretto rapporto tra la comprensione da ascolto e la comprensione del testo scritto e le ripercussioni positive su quest’ultima a seguito della sollecitazione specifica della comprensione da ascolto (Clarke et al., 2010).
Sicuramente uno dei workshop più interattivi è stato quello dedicato al Copy Program (Lenhart, Lochman e Wells, 2012), programma completo di intervento e trattamento per la modulazione dell’aggressività e dei comportamenti a rischio in bambini e ragazzi, attraverso tecniche  cognitive e comportamentali basate soprattutto sul problem solving. L’approccio è di tipo multimodale e prevede percorsi in parallelo per i ragazzi, che lavorano in setting di gruppo, e i genitori. Per spiegare in modo più incisivo gli obiettivi del protocollo, i presenti sono stati coinvolti in piccoli role play esemplificativi di momenti della terapia con i ragazzi.
Significativi i momenti di espressione di rabbia e relativi tentativi di normalizzazione dell’arousal (attivazione fisiologica) ... che qualcuno dei partecipanti all’esercitazione abbia approfittato per togliersi qualche sassolino dalla scarpa???!!