I nostri test
Emotional Processing Scale (EPS)
Emotional Processing Scale (EPS)
L’emotional processing
Il concetto di emotional processing, fa riferimento alla modalità in cui le situazioni emozionalmente stressanti vengano assorbite, trasformate, neutralizzate, adattate, integrate, modificate, recuperate, codificate e incorporate.
In generale, la ricerca ha rivelato che le carenze nell’elaborazione emotiva sono associate alla psicopatologia.
Queste includono un aumento della ruminazione, dell’evitamento e del coping disadattivo nei problemi di salute mentale (Gross, 1998; Gross e Munoz, 1995) e, più precisamente, una diminuzione della percezione, della comprensione e dell’espressione della propria esperienza affettiva nella depressione e nell’ansia (Luminet, Bagby e Taylor, 2001; Mennin, Heimberg, Turk e Fresco, 2002; Rude e McCarthy, 2003).
La facilitazione dell’elaborazione emotiva, dall’altro canto, è considerata come una componente fondamentale del trattamento in molti approcci terapeutici.
Il modello teorico
Il concetto di emotional processing è il focus di valutazione dell’Emotional Processing Scale (EPS) (Backer, Thomas, Thomas, Santonastaso e Corrigan, 2015). Lo sviluppo della scala, ha preso avvio dalla definizione di un modello di emotional processing, che prende spunto e sintetizza diverse evidenze teoriche e di ricerca.
Si tratta di un modello di sistema che procede dall’evento input emotivo iniziale, che richiede l’elaborazione (si veda figura) attraverso una fase di esperienza emotiva (al centro), alla fase output (a destra), la quale rappresenta la risposta o i comportamenti che ne derivano.
Il modello evidenzia una sequenza di processi psicologici o meccanismi che aumentano o inibiscono l’elaborazione, e l’output che può o meno rappresentare una riuscita dell’emotional processing. Le emozioni che sono state soffocate o soppresse non possono effettivamente raggiungere una fase osservabile di output.
La struttura del test
L’EPS e una scala di autovalutazione composta di 25 item relativa all’emotional processing di una persona nella settimana che precede la somministrazione, in modo che la persona si concentri su reali eventi nella memoria recente. Esamina i meccanismi e i processi coinvolti nell’elaborazione emotiva ed eventuali segni di materiale emotivo non elaborato.
Molta attenzione e dedicata ad assicurare che la valutazione sia limitata a un periodo di una settimana.
Ciò implica che:
- Le prime istruzioni riguardano il ripensare a ogni giorno della settimana precedente e il controllare nella propria agenda ogni annotazione di eventi e appuntamenti al fine di “fissare fermamente la scorsa settimana nella Sua mente”.
- Due riquadri sono riservati alle risposte aperte, affinché la persona possa scrivere la più forte emozione positiva o piacevole e la più forte emozione negativa o sgradevole sperimentata nella settimana analizzata. Sebbene ciò fornisca dati interessanti, lo scopo principale di questa casella aperta e di focalizzare l’attenzione della persona su eventi e reazioni vissuti nella settimana.
- Due esempi di item compilati con relativa spiegazione dell’assegnazione del punteggio, sempre sottolineando di considerare le emozioni nell’ultima settimana.
- “La scorsa settimana…” e scritto in maiuscolo in cima a ogni pagina.
- Tutti gli item sono scritti al passato.
I 25 item della scala sono formulati come affermazioni di reazioni emotive nella settimana precedente. La persona e incaricata di valutare la misura in cui ogni affermazione si applica al modo in cui si è sentita o ha agito durante il periodo analizzato.
Gli item sono espressi in modo tale da catturare una vasta gamma di risposte emotive, con poco riferimento a specifiche emozioni, nel tentativo di analizzare i processi emotivi generali piuttosto che la frequenza o la forza di emozioni specifiche. Alcune affermazioni si concentrano sulle esperienze emotive negative generali, e altre potrebbero applicarsi a emozioni positive o negative.
Il formato di risposta e una combinazione di una scala di tipo Likert, in cui la persona valuta il suo grado di accordo con una dichiarazione, e una scala analogica visiva, che è una scala progressiva di accordo su un piano visivo unidimensionale.
Gli item sono brevi e formulati con parole semplici. Sono ispirati a espressioni tipicamente utilizzate nel linguaggio di tutti i giorni, spesso tratte da resoconti testuali redatti nell’ambito della ricerca e delle interviste cliniche.
La scala comprende 5 sottoscale ognuna composta di 5 item, più un punteggio Totale EPS, che rappresenta la valutazione globale di tutti gli item. Le 5 sottoscale sono:
- Soppressione. Riguarda il controllo degli stati emotivi e della loro espressione.
- Emozioni non elaborate. Tutti gli item appartenenti a questo fattore riflettono il concetto di intrusione persistente, invadente, inadeguata di un evento emotivo che non è stato incorporato nella nostra esperienza. Esso e in grado di cogliere quando le emozioni non sono state elaborate adeguatamente.
- Controllo. Questo fattore riflette sia la presenza di potenti sentimenti che la percezione di quanto controllo si abbia su di loro. Si tratta per lo più di emozioni esternalizzate che coinvolgono alto arousal, agitazione o rabbia.
- Evitamento. La scala si riferisce all’evitamento esperienziale o interno degli stimoli che innescano una risposta emotiva. Esso potrebbe quasi essere descritto come un pre-tentativo di gestire le emozioni. Può essere costituito da strategie verbali e comportamentali, oltre che da atteggiamenti verso esperienze emotive.
- Esperienza emotiva. Questa sottoscala e associata con l’esperienza interna delle emozioni. Il fattore e legato al concetto di alessitimia, in cui i pazienti hanno difficolta a etichettare le emozioni, a collegarle a eventi, o a sentirsi staccati dalle proprie esperienze emotive. Non riescono a riconoscere le emozioni o a distinguerle tra loro, oppure risultano scambiare sensazioni emotive per la malattia fisica.
Il questionario termina con una domanda aperta in cui si chiede: “C’e qualche altra cosa importante che vorrebbe aggiungere?”. Questo fornisce spesso informazioni pratiche utili e, ancora più rilevante, consente la liberta a chi risponde di esprimere i propri pensieri in maniera più completa, equilibrando un’eventuale frustrazione dovuta all’essere costretti all’interno di un formato preimpostato.
Applicazioni
L’EPS è raccomandata come un complemento standard, piuttosto che come alternativa, per le usuali procedure di valutazione, come le scale sintomatiche, o quando il clinico ritiene che i fattori emotivi siano un motivo di fondo per la presentazione di un individuo.
Evidenza di ricerca dimostrano come il test sia in grado di discriminare tra diverse categorie di soggetti e risultano ottenere profilo di punteggio caratteristici. I pazienti affetti da disturbi mentali ottengono di solito i punteggi EPS più elevati (cioè, più problematici); quelli affetti da disturbi fisici senza cause organiche ottengono punteggi intermedi; quelli con condizioni mediche risultano con punteggi più bassi (ma sempre significativamente diversi dagli adulti sani). Sono state inoltre raccolte evidenze circa la presenza di differenze significative tra le diverse condizioni all’interno delle stesse grandi categorie (ad es., l’abuso di alcool vs l’ansia). I diversi andamenti dei punteggi delle sottoscale potrebbero essere denominati come stili o profili di emotional processing.
L’EPS può contribuire nell’ambito degli interventi psicoterapeutici a diversi livelli: aiutare a comprendere il ruolo dell’emotional processing; identificare gli obiettivi di intervento; integrare una componente emotiva durante la formulazione della terapia; effettuare la valutazione di routine per la formulazione della terapia. Anche se queste rappresentano funzioni diverse, vi è sovrapposizione tra di esse, e una valutazione EPS potrebbe coinvolgere tutti questi elementi.
L’EPS ha dimostrato di essere sensibile ai cambiamenti derivanti dalla terapia (Baker, Thomas, Thomas, Gower, Santonastaso, M. e Whittlesea, 2010; Baker, Owens, Thomas, Whittlesea, Abbey, Gower, e Thomas, 2012; Rice-Varian, 2011) ed è stata utilizzata in diversi studi per rilevare i cambiamenti nell’elaborazione emotiva, che prevedevano la somministrazione dell’EPS prima, durante e dopo un intervento. Ad esempio, l’EPS e stata utilizzata in studi di valutazione dei cambiamenti dopo un programma integrato multidisciplinare di gestione del dolore per i pazienti affetti da dolore cronico, CBT per la depressione, ansia e difficolta psicologiche generali, e una terapia a base emotiva per i superstiti di cancro con PTSD. Indipendentemente dall’orientamento terapeutico, l’EPS si è dimostrata utile per rilevare i cambiamenti nel tempo.
Anche se l’EPS ha molti usi clinici, le emozioni sono una parte importante della vita degli individui sani.
La regolazione emotiva e parte integrante del modo in cui le persone gestiscono le relazioni, il lavoro e la vita familiare e in generale come gestiscono qualsiasi tipo di stress.
In individui sani, l’EPS può identificare il loro stile di emotional processing e quali dimensioni emotive sono sane e normali (definite “normali” per la popolazione) e quali sono vulnerabili o problematiche. Se l’EPS sia in grado di identificare i punti di forza o superiorità del funzionamento emotivo non è noto al momento; c’è stata molta ricerca nella clinica (alto punteggio) e molto poca per l’apparentemente sano, o basso punteggio, quindi non possiamo con certezza dire che un punteggio significativamente inferiore alla popolazione “normale” sana mostri un funzionamento emotivo superiore.
Per gli individui sani la logica di base per usare l’EPS sarebbe differente dall’uso clinico. La spiegazione si pone nei termini di capire di più sul proprio stile di emotional processing. Non vi è alcuno stile corretto, e la variabilità nello stile di emotional processing potrebbe essere accettabile in riferimento ad elementi contestuali. Ad esempio, i punteggi più alti nella sottoscale Soppressione sarebbero appropriati nella polizia o nelle forze armate, mentre i punteggi più bassi potrebbero adattarsi meglio al mondo della pop-music, della moda e delle arti, o della televisione.
Bibliografia
- Backer, R., Thomas, P., Thomas, S., Santonastaso, M. e Corrigan, E. (2015). Emotional Processing Scale (EPS). Hogrefe Ltd, Oxford.Baker, R., Owens, M., Thomas, S., Whittlesea, A., Abbey, G., Gower, P. e Thomas, P.W. (2012). Does CBT facilitate emotional processing? Behavioural and Cognitive Psychotherapy, 40, 19-37.
- Baker, R., Thomas, S., Thomas, P.W., Gower, P., Santonastaso, M. e Whittlesea, A. (2010). The Emotional Processing Scale: Scale refinement and abridgement (EPS-25). Journal of Psychosomatic Research, 68, 83-88.
- Gross, J.J. (1998). The emerging field of emotion regulation: An integrative review. Review of General Psychology, 2, 271-299.
- Gross, J.J. e Munoz, R.F. (1995). Emotion regulation and mental health. Clinical Psychology: Science and Practice, 2, 151-164.
- Luminet, O., Bagby, R.M. e Taylor, G.J. (2001). An evaluation of the absolute and relative stability of alexithymia in patients with major depression. Psychotherapy and Psychosomatics, 70, 254-260.
- Mennin, D.S., Heimberg, R.G., Turk, C.L. e Fresco, D.M. (2002). Applying an emotion regulation framework to integrative approaches to generalized anxiety disorder. Clinical Psychology Science and Practice, 9, 85-90.
- Rice-Varian, C. (2011, Summer). The effectiveness of standard cognitive analytic therapy (CAT) with people with mild and moderate acquired brain injury (ABI): An outcome evaluation. ACAT Reformulation, 49-54.
- Rude, S.S. e McCarthy, C.T. (2003). Emotional functioning in depressed and depression-vulnerable college students. Cognition and Emotion, 17, 799-806.