Esperienze
Efficacia di un training mindfulness nell’ADHD: un case report
Efficacia di un training mindfulness nell’ADHD: un case report
La mindfulness è una procedura psicologica che utilizza un insieme di tecniche di meditazione,originate all'interno delle tradizioni spirituali del buddhismo, per sviluppare la consapevolezza e la regolazione delle proprie emozioni e degli stati mentali. Implica la capacità di entrare pienamente in contatto, momento per momento, sia con l’ambiente circostante sia con le proprie esperienze interne (sensazioni fisiche, pensieri ed emozioni), osservandole con curiosità e apertura, senza giudicarle e senza reagire automaticamente ad esse. Jon Kabat-Zinn, il fondatore dell’attuale uso clinico della mindfulness e di uno dei protocolli più utilizzati a livello mondiale, il MBSR - Mindfulness Based Stress Reduction, la definisce come “il porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante allo scorrere dell’esperienza nel presente momento dopo momento” (Kabat-Zinn, 1994).
Lo studio
In questo studio è stato utilizzato il protocollo MOM - Meditazione Orientata alla Mindfulness (Crescentini et al., 2016), derivato dal MBSR, un training di autoregolazione indirizzato alla popolazione adulta e da alcuni anni nella popolazione clinica infantile (Santonastaso et al., 2020) per il trattamento di disturbi del neurosviluppo e dell’Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD). Ogni incontro del training MOM è articolato in una prima fase di meditazione e una seconda fase di condivisione. Una caratteristica del training MOM in età evolutiva, e nello specifico per i bambini con ADHD, è l’incremento graduale del tempo dedicato alla meditazione con una progressione temporale da 6 minuti della prima seduta fino a giungere a un massino di 30 minuti nell’ultimo incontro. È fondamentale che lo psicologo, conduttore del training di meditazione, abbia una formazione psicologica dei protocolli mindfulness per uso clinico.
All’interno del training MOM, la fase della meditazione si articola nei tre momenti (cfr. schema), quale il momento iniziale di anapanasati, che prevede la focalizzazione dell’attenzione sul respiro; il momento successivo di consapevolezza del corpo o body scan, che indirizza l’attenzione sul proprio corpo e le sensazioni corporee (uditive, gustative, tattili e cinestesiche) e il momento conclusivo di vipassana che prevede la consapevolezza dei propri pensieri e delle emozioni associate al momento presente.
La seconda fase di ciascuna seduta del training MOM prevede la condivisione mediante un confronto tra i bambini sulle attività svolte durante il training, ogni bambino è invitato dallo psicologo a verbalizzare la propria esperienza e a rappresentarla graficamente. Al termine di ogni incontro, ai bambini è consigliato di svolgere la meditazione a casa, e per tale motivo, in questo studio, i genitori assistevano alle sedute dietro uno specchio unidirezionale per apprendere i contenuti di ciascun esercizio mindful e farlo praticare ai figli in contesto domestico.
Il metodo
Scopo dello studio è stato indagare gli effetti del training MOM su un caso singolo con ADHD-C, un bambino di 7 anni che ha effettuato il training per 14 incontri a cadenza 2/settimana (5 settimane) e poi 1/settimana (4 settimane), presso l’U.O.C.N.P.I.A. - AUSL ROMAGNA di Forlì.
Il protocollo mindfulness, applicato in questo single case e ispirato al protocollo MOM, ha avuto una durata di 14 incontri suddivisi in 9 settimane con una durata iniziale di 6 minuti fino ad una durata di 16 minuti dell’ultima seduta, ed è stato in modalità di gruppo con un altro bambino con un disturbo d’ansia generalizzato.
Single case: bambino di 7 anni con un QI globale alla scala WISC-IV di 91 e con diagnosi di ADHD Combinato in comorbidità con DSA (dislessia e disortografia) e recente lutto del padre.
Gruppo di controllo: 10 bambini con ADHD (età media: 9 anni; QI medio: 104,4) che hanno svolto un training di controllo sulle emozioni, derivato dal testo “Sei folletti nel mio cuore” (Corallo, 2011) di 18 incontri totali a cadenza trisettimanale (6 settimane) presso l’U.O.C. N.P.I.A. - OPBG di Roma.
Pre e post- test: l’efficacia del training mindfulness è stata testata attraverso i dati ricavati da un questionario di autovalutazione compilato dal bambino, il Child and Adolescent Mindfulness Measure (I-CAMM; Ristallo, Schweiger, Pergolizzi, Presti, Moderato, 2016) e da due questionari autocompilati dal genitore, la Child Behavior Checklist 6-18 (CBCL 6-18; Achenbach, 2001) e il Parent Stress Index – Short Form (PSI-SF; Abidin ,1995), confrontando la differenza dei punteggi T ottenuti dal soggetto singolo a T0 (pre-training) e T1 (post-training) con la differenza dei punteggi fra TO e T1 del gruppo di controllo, secondo la procedura di Crawford e Garthwaite (2002).
I risultati
Il training mindfulness ha avuto un effetto significativo sulla sintomatologia internalizzante (CBCL Ritiro/depressione: p = .038; CBCL Pensieri intrusivi: p = .011) e sulla sintomatologia totale (CBCL Problemi totali: p = .048). Il training mindfulness di gruppo, adattato per l’età evolutiva, può costituire un valido intervento clinico da inserire all’interno dell’approccio multimodale per l’ADHD, favorendo nel bambino una maggiore capacità di autoregolazione emotiva e comportamentale e incidendo positivamente sul suo benessere psicologico, come ha dimostrato questo studio su un caso singolo.
Implicazioni future
Ulteriori studi dovrebbero essere condotti utilizzando misure di rilevazione delle variabili mindfulness nella popolazione in età di scuola primaria e verificando l’efficacia dei training MOM anche in altri contesti non sanitari, come quelli educativi. La scuola, in collaborazione con la famiglia e i servizi sanitari, dovrebbe promuovere nel bambino con ADHD, competenze di autoregolazione emotiva e comportamentale con interventi psicoeducativi, ma anche sostenere lo sviluppo psicologico di tutti i bambini centrato sul senso di autoefficacia, l’empatia, la compassione intesa come disponibilità ad un atteggiamento non giudicante delle proprie esperienze interne e di quelle altrui.
Bibliografia
- Abidin R.R. (1995). Parenting Stress Index. Giunti O.S.
- Achenbach T.M. (2001). CBCL 6-18. Child Behavior Checklist 6-18. Ghedini Libraio, Milano.
- Corallo R. (2011). Sei folletti nel mio cuore. Edizioni Centro Studi Erickson.
- Crawford, J. R., & Garthwaite, P. H. (2002). Investigation of the single case in neuropsychology: Confidence limits on the abnormality of test scores and test score differences. Neuropsychologia, 40, 1196–1208.
- Crescentini C., Capurso V., Furlan S., Fabbro F. (2016). Mindfulness-oriented meditation for primary school children: effects on attention and psychological well-being. Frontiers in Psychology.
- Crescentini C., Menghini D. (a cura di) (2019). La mindfulness per l’ADHD e i disturbi del neurosviluppo. Applicazione clinica della Meditazione Orientata alla Mindfulness - MOM. Edizioni Centro Studi Erickson.
- Kabat-Zinn J. (1994). Dovunque tu vada, ci sei già. Una guida alla meditazione. TEA, Milano.
- Ristallo A., Schweiger M., Pergolizzi F., Presti G., Moderato P. (2016). Misurare la mindfulness in età evolutiva: Proprietà psicometriche e struttura fattoriale della versione italiana della Child and Adolescent Mindfulness Measure (I-CAMM). Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale, 22, n. 3.
- Santonastaso O., Zaccari V., Crescentini C., Fabbro F., Capurso V., Vicari S., Menghini D. (2020). Clinical application of mindfulness-oriented meditation: a preliminary study in Children with ADHD. International Journal of Environmental Research and Public Health, 17.