Osservatorio - L'eredità di ECP
ECP 2015: la sua eredità
ECP 2015: la sua eredità
A chiusura del quattordicesimo Congresso Europeo di Psicologia, tenutosi a Milano dal 7 all’11 luglio 2015, una cosa su tutte mi sento di dire come Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia: è stato un successo per la psicologia e per gli psicologi italiani.
EXPO, la scelta di Milano, il cambio di rotta strategica nella maggior parte degli Ordini e una enorme voglia di riscatto, trasversale a tutta la psicologia italiana, hanno creato le condizioni perché in quella settimana si rinsaldassero fratture e si costruissero ponti indispensabili per il futuro della professione. Per la prima volta tutte le componenti della psicologia italiana hanno ritrovato unità e forza partecipando assieme alla realizzazione di questo evento, dialogando e mostrandosi compatte e sicure verso i partner e le realtà italiane ed estere coinvolte nel Congresso. Dopo anni di divisioni e fratture, l’identità accademica, associativa e professionale si sono finalmente riappacificate. Questo fatto basterebbe per ricordare questo momento come attimo di svolta nella storia della professione, ma così come ogni esposizione internazionale ha lasciato delle eredità nella città ove si è svolta, simboli dello sforzo di una comunità e memorie di un’attenzione del mondo verso un territorio, l’Ordine degli Psicologi della Lombardia ha deciso per l’occasione di dare vita a qualcosa di analogo per la professione di psicologo in Italia: la Casa della Psicologia.
Un grande spazio nel centro di Milano, in piazza Castello 2, dedicato esclusivamente alla psicologia. Una grande sala per convegni e conferenze, la Biblioteca dei Test, spazi di lavoro, spazi espositivi e un front-office con informazioni e servizi di orientamento aperto al pubblico, ove la comunità degli psicologi lombardi ma più in generale la psicologia italiana siano ogni giorno a portata di cittadino. Un posto speciale, un luogo che è un simbolo della strada che vogliamo prenda la nostra comunità professionale, un simbolo di questo anno così ricco di eventi e di cambiamenti.
Nella serata di mercoledì 8 luglio questo luogo è diventato per qualche ora il cuore di ECP 2015: centinaia di colleghi sono giunti in piazza Castello mentre i grandi ospiti del Congresso e i rappresentanti di tutte le istituzioni italiane ed europee del mondo psicologico portavano all’interno della Casa una serie di interventi volti a riconoscere pubblicamente il valore di questa iniziativa. AIP con Fabio Lucidi, CPA e CNOP con Claudio A. Bosio e Fulvio Giardina si sono dichiarati entusiasti della ritrovata unità della psicologia italiana e si sono riconosciuti in quello spazio comune sia come colleghi sia come rappresentanti delle rispettive istituzioni. Gianvittorio Caprara ha apprezzato come quel luogo avesse simbolicamente unito tutte le anime del Congresso; EFPA, attraverso Robert A. Roe, immaginando che lo spazio di dibattito della Casa possa diventare presto uno spazio non solo italiano ma europeo per la psicologia, ha elogiato l’idea di confronto e di conoscenza con la società ma anche l’idea di momento di incontro e conoscenza reciproca delle comunità professionali europee. A questi sono seguiti altri interventi di altissimo livello che avevano come elemento centrale il senso di incontro, di scambio, di identità e storia della psicologia italiana, europea e mondiale.
Milano, in questo 2015, ospita EXPO 2015 e ha ospitato il nostro Congresso, e io sono orgoglioso di credere che la Casa della Psicologia sarà l’eredità che tutti assieme lasceremo a Milano, alla Lombardia e all’Italia. Tra la psicologia e la società, si è detto in apertura di ECP 2015, ci sono i mass-media. Bene, ma ci sono e ci devono essere anche strategie di comunicazione, ci devono essere luoghi e simboli come questa Casa, luoghi dove si ritrovi il valore dell’incontro fra persone, il valore della relazione.
Troppo spesso, la psicologia non si presenta e non si racconta, non interviene nel dibattito culturale dell’attualità come soggetto. L’azione degli psicologi rimane spesso sotto traccia; poca è la consapevolezza circa il contributo fondamentale che essi forniscono in una pluralità di ambiti.
Oggi, grazie a una ritrovata unità fra la dimensione professionale e quella accademica della psicologia, ben visibile nei risultati di questo ECP, abbiamo deciso di dare vita a un luogo fisico dove questa disciplina possa essere l’elemento forte e protagonista del dibattere e dove gli psicologi, tutti gli psicologi, si confermino quali attori centrali di questa scena. Una voce pubblica e istituzionale, unita, solida, uno spazio di incontro e di confronto attraverso il quale mettere in gioco e a disposizione di tutti, le riflessioni e i servizi del mondo psicologico. Un’eco, un amplificatore attuale e futuro del nostro contributo scientifico psicologico.
Non possiamo che augurarci a questo punto che le eredità di questo Congresso, l’unità raggiunta, l’apertura e l’alto livello scientifico e culturale perdurino e proseguano aiutandoci a tracciare un nuovo futuro per la psicologia italiana.