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numero 55 - marzo 2018

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Dissociazione tra spazio d’azione e spazio sociale nell’autismo

Dissociazione tra spazio d’azione e spazio sociale nell’autismo

La letteratura neuroscientifica degli ultimi decenni si è ampiamente dedicata allo studio della rappresentazione dello spazio che circonda il nostro corpo. Questi studi hanno descritto le funzioni principali che questa regione di spazio possiede, ovvero raggiungere oggetti attraverso un movimento dell’arto superiore (Rizzolatti, Fadiga, Fogassi, Gallese, 1997; Brozzoli, Ehrsson, Farnè, 2014; di Pellegrino, Làdavas, 2015), e mantenere un’adeguata distanza interpersonale rispetto ad un’altra persona durante un’interazione (Hall, 1966; Hayduk, 1983). Per questo motivo, lo spazio intorno al corpo è stato definito rispettivamente come spazio di azione (spazio peripersonale) e spazio sociale (spazio interpersonale). Un dibattito tutt’ora aperto riguarda la natura della relazione tra questi due spazi, ed in particolare se essi siano funzionalmente diversi o se, invece, condividano caratteristiche e meccanismi funzionali. 
Un primo tentativo per rispondere a questa domanda, proviene dagli studi che hanno indagato la plasticità di queste due rappresentazioni spaziali. Ad esempio, lo spazio di azione si estende dopo l’utilizzo di uno strumento che permette di raggiungere uno spazio lontano, ovvero una regione prima non raggiungibile con il solo movimento del braccio (Patanè, Iachini, Farnè, Frassinetti, 2016; Berti, Frassinetti 2000; Patanè, Farnè, Frassinetti, 2017). D’altra parte, lo spazio sociale si modifica in relazione a variabili sociali ed emotive, come la cultura di provenienza, il genere o l’età, ma anche con il grado di familiarità ed il tipo di relazione che si ha con l’altro. Ad esempio, un recente studio ha dimostrato come una breve interazione cooperativa con una persona sconosciuta determina una riduzione dello spazio sociale verso quest’ultima, senza modificare lo spazio di azione (Patanè, Iachini, Farnè, Frassinetti, 2016).

A questo proposito è interessante notare come la rappresentazione dello spazio sociale possa essere alterata in certe condizioni cliniche. Nel 2013, il nostro gruppo di ricerca ha condotto un primo studio su bambini a sviluppo tipico e con Disturbi dello Spettro Autistico (ASD) dimostrando come l’autismo influenza la capacità di regolare tale spazio. Infatti, nei bambini con ASD è emersa la tendenza a preferire distanze interpersonali maggiori con le altre persone, rispetto ai bambini a sviluppo tipico. Inoltre, dopo una breve interazione con un adulto, i bambini a sviluppo tipico riducono tale spazio avvicinandosi di più all’adulto stesso, al contrario i bambini con ASD non modificano la distanza interpersonale, mostrando un deficit di flessibilità dello spazio sociale (Gessaroli, Santelli, di Pellegrino, Frassinetti, 2013). Infine, la capacità di modulare lo spazio sociale dopo un’interazione con l’altro è particolarmente deficitaria nei bambini più compromessi sotto il profilo della socialità  (Candini, Giuberti, Manattini, Grittani, di Pellegrino, Frassinetti, 2017). Questi risultati sono in linea con le difficoltà riferite frequentemente dai familiari dei bambini con Disturbi dello Spettro Autistico.
Ci siamo quindi chiesti se anche lo spazio peripersonale, ovvero lo spazio di azione, è alterato nei bambini con ASD. Rispondere a questo quesito è importante sia da un punto di vista teorico che clinico, in quanto permetterebbe di chiarire se l’autismo influenza genericamente la regolazione dello spazio intorno al corpo, o se compromette in maniera selettiva lo spazio sociale e non lo spazio di azione.

A tale scopo, un gruppo di bambini con ASD ed a sviluppo tipico in età scolare sono stati sottoposti a due compiti sperimentali in cui era richiesta la stima di distanze. Il bambino aveva di fronte a lui un adulto, e doveva avvicinarsi fino a raggiungere una distanza per lui confortevole con l’altro (spazio interpersonale o sociale), o fino a quando era in grado di toccarlo (spazio di raggiungimento o di azione). Per verificare se tali spazi condividano le medesime proprietà funzionali, i due compiti sono stati eseguiti sia prima sia dopo aver impegnato il bambino ed l’adulto in un training in cui dovevano utilizzare in maniera cooperativa uno strumento per raccogliere una serie di oggetti posti nello spazio lontano. Risultati preliminari rivelano effetti specifici nei due spazi. In particolare, a seguito del training cooperativo, i bambini a sviluppo tipico riducono la distanza interpersonale con l’adulto, mentre questo effetto non si osserva nei bambini con ASD, confermando il deficit a carico dello spazio interpersonale. Al contrario, lo spazio di azione si estende dopo il training con lo strumento, sia nei bambini a sviluppo tipico che nei bambini con ASD. Infatti, l’uso attivo e ripetuto nel tempo di uno strumento che consente il raggiungimento di regioni lontane induce un’estensione dello spazio peripersonale.

Tali evidenze suggeriscono una dissociazione tra i due spazi: lo spazio sociale è modulato dalla natura cooperativa di un’interazione sociale nei bambini a sviluppo tipico ma non nei bambini con ASD, che per la natura del loro disturbo non riescono a beneficiarne; lo spazio di azione obbedisce agli stessi meccanismi di plasticità nei due gruppi, in quanto è modulato dall’uso di uno strumento sia in bambini a sviluppo tipico sia con ASD, dimostrando che l’autismo non altera la rappresentazione e le proprietà plastiche dello spazio peripersonale. 


Bibliografia

  • Berti A., & Frassinetti F. (2000). When far becomes near: remapping of space by tool use. Journal of Cognitive Neuroscience 12(3), 415-420.
  • Brozzoli, C., Ehrsson, H., Farnè, A. (2014). Multisensory Representation of the Space Near the Hand: From Perception to Action and Interindividual Interactions. The Neuroscientist, 20(2), 22-135.
  • Candini, M., Giuberti, V., Manattini, A., Grittani, S., di Pellegrino, G., & Frassinetti, F. (2017). Personal space regulation in childhood autism: Effects of social interaction and person's perspective. Autism Research, 10, 144-154.
  • di Pellegrino, G. & Làdavas, E. (2015). Peripersonal space in the brain. Neuropsychologia, 66, 126–133.
  • Gessaroli, E., Santelli, E., di Pellegrino, G., & Frassinetti, F. (2013). Personal space regulation in childhood autism spectrum disorders. PLoS ONE 8(9): e74959.
  • Hall, E. (1966). Distances in man: The hidden dimension. Garden City, NY: Double Day.
  • Hayduk, L., A. (1983). Personal space: Where we now stand. Psychological Bulletin, 94, 293-335.
  • Patanè, I., Farnè, A., & Frassinetti, F. (2017). Cooperative Tool-Use Reveals Peripersonal and Interpersonal Spaces are Dissociable. Cognition, 166, 13-22.
  • Patanè, I., Iachini, T., Farnè, A., & Frassinetti, F. (2016). Disentangling action from social space: tool-use differently shapes the space around us. PLoS ONE 11(5):e0154247.
  • Rizzolatti, G., Fadiga, L., Fogassi, L., Gallese, V. (1997). The Space Around Us. Science, 277, 190-191.