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numero 4 - gennaio 2013

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I nostri test

d2-R: un test di attenzione ad ampio utilizzo

d2-R: un test di attenzione ad ampio utilizzo

Il d2-R è la versione aggiornata di un test ampiamente utilizzato in tutto il mondo per la misurazione dell’attenzione e della concentrazione: ad esempio, in Germania risulta il primo (Steck, 1997) o il secondo (Schorr, 1995) test di perfomance più utilizzato. Inoltre, questo stesso strumento gioca un ruolo preminente anche nel campo della ricerca: infatti, da quando è stato messo a punto sono stati pubblicati almeno 5.000 articoli in riviste scientifiche internazionali relativi a studi nei quali è stato utilizzato.
La prova che compone il test riguarda la ricerca visiva di un particolare carattere in un insieme di caratteri simili: in particolare, il d2 richiede di dover trovare alcune lettere con un numero appropriato di trattini in un insieme di caratteri che si differenziano, appunto, per tipologia di lettera e numero di trattini; il compito del rispondente è, quindi, di riconoscere i caratteri target segnandoli.
 
Dall’inizio della costruzione del test (la prima edizione è del 1962) sono passati cinquant’anni: in funzione del momento storico di riferimento non c’è un solo modello teorico “appropriato” per descrivere questo test, ma è stato classificato in più modi che riescono comunque a rendere ragione della sua versatilità, utilità e della gran mole di informazioni che fornisce.
 
Negli anni Sessanta, Bartenwerfer (1964, 1983) ha categorizzato il test d2 come un test di profitto; secondo l’autore i test di profitto dovrebbero valutare soltanto i requisiti per il raggiungimento del risultato, non capacità specifiche, come l’intelligenza, o competenze, come ad esempio le operazioni aritmetiche di base. Il d2 si adatta molto bene a questa categoria di test e in modo simile agli altri test di cancellazione richiede che i soggetti riescano a discriminare bene semplici stimoli visivi. La categorizzazione del d2 come test di profitto è ancora oggi esistente e valida per quel che riguarda la nuova versione del test, il d2-R.
All’interno dell’ampia categoria di test di profitto, i test di concentrazione costituiscono un sottoinsieme: il d2 è un test che soddisfa i criteri presenti nella definizione di concentrazione che, in linea con Westhoff (Westhoff, 1995; Westhoff e Hagemeister, 2005), riguardano il fatto che la performance di un soggetto senza ritardo mentale consista in una risposta a stimoli più o meno semplici che possano essere percepiti chiaramente e distintamente, e ai quali devono essere applicate semplici regole da ricordare, coordinando in modo volontario e corretto elementi di azione il più velocemente possibile.
 
Un’altra categorizzazione che è stata proposta vede il d2 come un test di attenzione. Schmidt-Atzert, Krumm e Bühner (2008) hanno definito l’attenzione come la selezione di stimoli o eventi esterni facilmente percepibili. Su questa base, il d2-R è chiaramente un test per la misura dell’attenzione. Nonostante ciò, non può essere considerato come un test di pura misurazione dell’attenzione, dal momento che oltre all’attenzione richiede la concentrazione.
Se l’attenzione è associata con la concentrazione, questa potrebbe essere definita anche come “attenzione concentrata” (Schmidt-Atzert et al., 2008), che richiede di mantenere la concentrazione durante la selezione degli stimoli rilevanti o durante un compito che richiede attenzione selettiva.
 
Per la natura del compito proposto, il d2 è stato categorizzato anche come un test di velocità mentale, percettiva e di processamento. La velocità mentale è considerata come un costrutto che sta dietro all’intelligenza (Schweizer, 2005) ed è stata operazionalizzata come la velocità di risoluzione di una prova molto semplice. Si deve ricordare che la velocità percettiva non è sempre chiaramente distinta dalla velocità cognitiva (o velocità mentale): infatti, diversi modelli dell’intelligenza specificano un fattore chiamato velocità percettiva definita come la velocità di distinguere pattern visivi simili ma differenti, che ben si adatta al d2. Un’altra sfaccettatura riguarda la velocità di processamento, che è stata definita come velocità di lavoro, facilità di apprendimento e intensità della concentrazione nella risoluzione di semplici compiti strutturati ad un basso livello di difficoltà: sulla base di ciò, il test d2 può facilmente essere assegnato ad un concetto così definito.
 

La struttura del test

Il d2 è stato sviluppato in Germania con l’obiettivo principale di avere un test per la valutazione delle abilità alla guida: l’operazionalizzazione del costrutto ha portato alla conclusione che la caratteristica “attenzione/disattenzione” è una delle più importanti variabili in grado di differenziare tra “buoni” e “cattivi” conducenti o tra lavoratori consci della sicurezza e quelli detti “a rischio di incidenti”. In questo processo, il test messo a punto si è rivelato molto valido, tanto da funzionare meglio anche di alcuni dispositivi tecnici che erano utilizzati per la selezione dell’attitudine alla guida.
Si è detto che il d2-R nasce come revisione del test d2, sul quale sono stati compiuti aggiornamenti strutturali e statistici. Il d2-R consiste di 789 item. Ogni item è formato dalla lettera “d” o dalla lettera “p” con un numero di trattini che va da 1 a 4. Complessivamente, ci sono 13 differenti caratteri, tre dei quali (“d” con 2 trattini) sono gli obiettivi target che devono essere identificati e siglati. I caratteri sono disposti in 14 righe formate ognuna da 57 caratteri. Ogni blocco è composto da 3 righe per un totale di 171 caratteri. Tra questi, 94 sono distrattori e 77 sono obiettivi target. In uno svolgimento del test completo e senza errori, un soggetto dovrebbe depennare, quindi, un totale di 359 caratteri.
In ogni riga i soggetti hanno a disposizione 20 secondi di tempo per rispondere. Dal momento che il test è stato messo a punto senza prevedere delle pause, la durata totale di somministrazione è di 4 minuti e 40 secondi.
Uno dei pregi del test d2-R è rappresentato dalla grande mole di informazioni che è possibile ricavare dal suo utilizzo. In particolare, per ogni soggetto si ha una pluralità di punteggi che sono qui di seguito riassunti.
  • Prestazione di concentrazione: numero di risposte esatte meno numero di risposte errate e di omissioni. In questo modo la velocità e gli errori sono valutati in modo che tale punteggio, indipendentemente dall’enfasi che ogni individuo attribuisce alla velocità e all’accuratezza, sia sempre lo stesso. Quindi, questo punteggio è relativamente resistente rispetto alla strategia dei soggetti di migliorare i loro risultati attraverso una risoluzione particolarmente veloce o particolarmente precisa della prova.
  • Rispose esatte: le righe del test contengono obiettivi target e la velocità di lavoro viene determinata dal numero di risposte esatte.
  • Accuratezza: numero di errori ed omissioni in funzione del numero di risposte esatte, espresso sotto forma di valore percentuale.
  • Stile di lavoro: schema interpretativo che esprime la relazione tra velocità e accuratezza; nel d2-R i punteggi standardizzati della velocità di lavoro e accuratezza sono inseriti in un diagramma che descrive lo stile di lavoro durante lo svolgimento del test (ad esempio “molto veloce e allo stesso tempo con media precisione”).

Ambiti di applicazione

Gli ambiti di applicazione del d2-R sono molti ed eterogenei tra loro. Questo test trova ad esempio largo uso all’interno della psicologia dei trasporti, settore per cui la prima versione dello strumento era stata progettata: infatti, nelle linee guida tedesche per la valutazione delle abilità alla guida (Schubert, Schneider, Eisenmenger e Stephan, 2005) vengono specificati i requisiti in merito alle abilità psicologiche degli automobilisti che comprendono attenzione e concentrazione così come bilanciamento della velocità e della precisione.
 
Oltre alla psicologia del traffico, il d2-R può fornire un contributo importante nel campo della psicologia educativa, con la spiegazione di problemi scolastici generali o specifici, dal momento che spesso i problemi di concentrazione si presentano in età scolare: una ricerca condotta sugli insegnanti della scuola primaria ha infatti evidenziato come “la mancanza di concentrazione” sia il disturbo comportamentale riportato più di frequente dai bambini (Berg, Imhof, Kollera, Schmidt e Ulber, 1998). I disturbi comportamentali a scuola possono, in alcuni casi, essere determinati da difficoltà di concentrazione. In questi casi il test d2 può essere d’aiuto per ottenere una spiegazione causale; inoltre, è appropriato anche per la pianificazione di interventi diretti ad un miglioramento delle abilità di concentrazione. Da ciò si potrebbe concludere che un esame delle abilità di concentrazione è necessario in tutti quei casi dove i bambini vengono portati da psicologi scolastici o in centri di sostegno a causa di problemi comportamentali.
 
Il test d2-R trova un suo specifico campo di applicazione nella pratica clinica e medica: infatti, in vari disturbi il deterioramento dell’attenzione o della concentrazione costituisce un criterio diagnostico, come nella depressione dove possono ridursi le abilità di concentrazione o nel Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) (Saß et al., 2003). Il d2-R offre quindi gli strumenti per valutare se le abilità di concentrazione sono ridotte in relazione a persone della stessa età. In modo simile, il d2-R può essere utilizzato indipendentemente dalle diagnosi ICD e DSM per oggettivare i problemi dichiarati dai clienti (“Non riesco a concentrarmi”), e allo stesso modo, può essere utilizzato per la valutazione di percorsi terapeutici.
 
Per quel che concerne il campo della neuropsicologia, molti pazienti che hanno ricevuto una valutazione neuropsicologica a causa di danni al cervello hanno ridotto le loro capacità attentive (Sturm e Zimmermann, 2000). Per una terapia efficace è molto importante riconoscere e quantificare i deficit nella performance del paziente; quindi, analogamente alla psicologia clinica e medica, il d2-R è appropriato anche per la valutazione del trattamento e per il controllo degli effetti collaterali nel dominio neuropsicologico.
 
Infine, il d2-R può essere molto utile anche per quel che concerne la psicologia del lavoro e delle organizzazioni; infatti, certe professioni, come ad esempio il controllore del traffico aereo, o certe attività connesse allo svolgimento di una professione, come l’utilizzo di macchinari, richiedono elevata concentrazione. Se, per l’esercizio della mansione, l’analisi della job description richiede che siano necessarie le abilità di concentrazione, queste possono essere efficacemente valutate attraverso il d2-R. A supporto di ciò, dal momento che richiede solo pochi minuti, il test può essere somministrato in molte condizioni e per una pluralità di obiettivi.

 

Bibliografia

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