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numero 18 - giugno 2014

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I nostri test

d2-R: norme relative al modulo a lettura ottica

d2-R: norme relative al modulo a lettura ottica

Il test d2-R è uno strumento tedesco per la misurazione dell’attenzione concentrata adattato e validato nel contesto italiano. Il test è ampiamente utilizzato in tutto il mondo per la misurazione dell’attenzione e della concentrazione: ad esempio, in Germania risulta il primo (Steck, 1997) o il secondo (Schorr, 1995) test di perfomance maggiormente utilizzato. Questo stesso strumento gioca inoltre un ruolo preminente anche nel campo della ricerca, tanto che ad oggi risultano più di 5000 articoli pubblicati in riviste scientifiche internazionali che ne riportano l’utilizzo.

Esso è stato sviluppato in Germania con l’obiettivo principale di disporre di uno strumento per la valutazione delle abilità alla guida: l’operazionalizzazione del costrutto ha portato alla conclusione che la caratteristica “attenzione/disattenzione” è una delle più importanti variabili in grado di differenziare tra “buoni” e “cattivi” conducenti o tra lavoratori consci della sicurezza e quelli detti “a rischio di incidenti”. In questo processo, il test messo a punto si è rivelato molto valido, tanto da funzionare meglio anche di alcuni dispositivi tecnici che erano utilizzati per la selezione dell’attitudine alla guida.

Il test d2-R nasce come revisione del test d2 sul quale sono stati compiuti aggiornamenti strutturali e statistici. Il d2-R consiste di 789 item. Ogni item è formato dalla lettera “d” o dalla lettera “p” con un numero di trattini che va da 1 a 4, che possono essere posizionati immediatamente sopra o sotto la lettera. Complessivamente, ci sono 13 differenti caratteri, tre dei quali (“d” con 2 trattini) sono gli obiettivi target che devono essere identificati e siglati. I caratteri sono disposti in 14 righe formate ognuna da 57 caratteri. Ogni blocco è composto da 3 righe per un totale di 171 caratteri. Tra questi, 94 sono distrattori e 77 sono obiettivi target. In uno svolgimento del test completo e senza errori, un soggetto dovrebbe depennare, quindi, un totale di 359 caratteri.

La prova che compone il test riguarda la ricerca visiva di un particolare carattere in un insieme di caratteri simili: in particolare, richiede di dover trovare alcune lettere con un numero appropriato di trattini in un insieme di caratteri che si differenziano, appunto, per tipologia di lettera e numero di trattini; il compito del rispondente è, quindi, di riconoscere i caratteri target segnandoli. In ogni riga i soggetti hanno a disposizione 20 secondi di tempo per rispondere. Dal momento che il test è stato messo a punto senza prevedere delle pause, la durata totale di somministrazione è di 4 minuti e 40 secondi.

Il formato originale del test prevede un foglio di risposta autoscoring in formato A4: i candidati devono rispondere barrando gli stimoli target ed evitando di barrare i distrattori. Tutti gli stimoli sono presentati in carattere nero. Lo strumento fornisce la misurazione della concentrazione, intesa in termini di numero di risposte esatte meno numero di risposte errate e di omissioni, della velocità, corrispondente al  numero di obiettivi target siglati, e dell’accuratezza, intesa come percentuale di errori ed omissioni in funzione del numero di risposte esatte.

Versione a lettura ottica

In situazioni in cui viene fatto un uso massivo del test, i tempi di scoring di circa 5 minuti a protocollo risultano essere troppo lunghi aumentando contemporaneamente la probabilità che venga commesso un errore in tale fase. Al fine di ovviare a tale criticità è stata messa a punto una versione del test a lettura ottica, che permette di rendere più agevole e veloce la procedura di scoring.

Il compito e la struttura del test non differiscono dalla versione con modulo autoscoring, la differenza fondamentale consiste nell’utilizzo del lettore ottico per l’analisi dei protocolli; a tal fine si è realizzato un apposito foglio con caratteri stampati in inchiostro rosso e con il formato del test in A3, invece dell’originale A4, rendendo più distanziati gli item che compongono il test.

Dal momento che il compito del test è molto semplice e si basa su una richiesta di natura percettiva, ovvero il riconoscimento dello stimolo target da un insieme di stimoli simili, la modifica della tipologia di foglio può influire in modo non trascurabile sulla performance al test. In altre parole, la maggior spaziatura dei caratteri può portare da un lato ad un vantaggio per il rispondente, dal momento che il compito di riconoscimento dello stimolo target può essere facilitato dalla maggior distanza tra gli stimoli, e dall’altro ad una penalizzazione dal momento che serve più tempo per analizzare degli stimoli tra loro maggiormente distanziati. Inoltre, il carattere rosso con il quale vengono presentati gli stimoli può determinare un cambiamento nella performance al test rispetto alla presentazione degli stessi con il carattere di colore nero: infatti, caratteri neri su sfondo bianco vengono più facilmente riconosciuti rispetto a caratteri rossi su sfondo bianco.

Confronto tra campioni normativi

Al fine di validare la versione a lettura ottica del d2-R è stato compiuto su di essa uno studio normativo. Mentre la versione originale del test è stata somministrata ad un campione di 779 persone e le norme proposte sono divise in 7 fasce di età, la versione a lettura ottica del test è stata somministrata ad un campione di 350 persone appartenenti all’Esercito Italiano, per cui tale versione è stata appositamente sviluppata. In particolare, tale campione normativo è composto da personale tra i 20 e 45 anni in servizio presso dei Reparti di Roma dell’Esercito Italiano. Le somministrazioni sono state condotte in piccoli gruppi con la presenza di personale militare debitamente abilitato e qualificato per lo svolgimento di tali somministrazioni in linea con le indicazioni presenti nel manuale del test.

La composizione del campione normativo per la versione del test a lettura ottica è coerente con gli scopi per i quali tale versione è stata messa a punto: infatti, gli psicologi presenti nell’Esercito Italiano  utilizzano la versione a lettura ottica del d2-R in modo massivo al fine di selezionare i candidati da ammettere ai vari ruoli della Forza Armata. Di conseguenza, utilizzare come campione normativo personale già in servizio presso la Forza Armata permette di avere una popolazione di riferimento molto appropriata per effettuare il confronto con le prestazioni degli aspiranti candidati ad essere reclutati ed arruolati nella Forza Armata stessa.

Come si può vedere in tabella 1, la performance ottenuta dal campione normativo alla versione a lettura ottica del d2-R è significativamente inferiore rispetto a quanto osservato per la versione classica del test. Ciò avviene per tutti i parametri rilevati dal test d2-R. Inoltre, nella versione a lettura ottica si assiste ad un incremento delle deviazioni standard rispetto a quelle osservate nella versione classica. In dettaglio, viene analizzato il sottogruppo di 178 persone di età compresa tra 20 e 39 anni in quanto maggiormente in linea con le caratteristiche anagrafiche del campione normativo che ha compilato la prova a lettura ottica del d2-R.

Tab 1.jpg

Al fine di indagare l’attendibilità dei punteggi forniti dalla versione a lettura ottica del d2-R, gli indici alfa di Cronbach calcolati sul campione normativo di riferimento vengono confrontati con quelli osservati per la versione originale del test. In particolare, l’attendibilità è stata calcolata in maniera analoga a quanto fatto nella versione originale tedesca del test: ovvero, dopo aver verificato la congruenza nel punteggio di Risposte Esatte utilizzando le singole righe o singoli blocchi nel calcolo dei coefficienti alfa di Cronbach, si è proceduto con l’utilizzare i blocchi come item del test.

Come si può evincere dai dati presentati in tabella 2, entrambe le versioni del d2-R godono di buona attendibilità. In dettaglio, la versione a lettura ottica gode di maggiore attendibilità rispetto alla versione classica del test per quanto riguarda tutti i punteggi forniti: Risposte Esatte (RE), Performance di Concentrazione (PC) e Errori percentuali (Er%). Il fatto che per questa versione l’indice più basso sia pari a .80 attesta come i punteggi forniti dal d2-R godano tutti di una coerenza interna che va da buona a ottima.

Tab 2.jpg

Conclusioni

Con l’obiettivo di mettere a punto una versione del test d2-R che possa essere utilizzata dall’Esercito Italiano a fini di selezione senza che questo comporti molto tempo per lo scoring del grande numero di protocolli che vengono quotidianamente compilati, è stata messa a punto una versione del d2-R a lettura ottica. Tale versione differisce rispetto alla precedente per quel che riguarda la spaziatura dei diversi stimoli e per il colore di stampa utilizzato, mentre gli stimoli e la procedura di compilazione del test sono rimasti invariati.

Per poter concludere che anche questa versione a lettura ottica del d2-R goda delle stesse proprietà della versione originale del test, sono stati messi a confronto i risultati ottenuti dai due distinti campioni normativi in termini di punteggi medi e di attendibilità.

Nella versione a lettura ottica il campione normativo di riferimento, composto da persone in servizio presso dei Reparti di Roma dell’Esercito Italiano, ha ottenuto dei punteggi medi inferiori rispetto al campione normativo della versione originale bilanciato per quel che riguarda l’età. Ciò può essere imputabile al colore rosso con il quale sono scritti gli stimoli della versione a lettura ottica che risultano più difficilmente visibili rispetto al classico colore nero. Un’altra possibile spiegazione di tale differenza riguarda l’età del campione normativo della versione a lettura ottica; infatti, i risultati sono stati confrontati con la fascia di età compresa tra 20 e 39 anni del campione normativo della versione autoscoring del test: la maggiore età dei membri del campione normativo della versione a lettura ottica determina sicuramente un abbassamento dei punteggi medi dal momento che al crescere dell’età delle persone si osserva un calo nella performance, come ampiamente documentato nel manuale del test.

La bontà della versione a lettura ottica è garantita dall’elevata attendibilità registrata, che risulta essere maggiore rispetto alla versione originale del test. Infatti, la coerenza interna osservata risulta essere da buona a ottima in valore assoluto e, in particolare, è migliore della versione originale del test. Questi dati, quindi, attestano la bontà sia della versione a lettura ottica del d2-R sia del relativo campione normativo facente parte dell’Esercito Italiano.

In futuro, per indagare in maniera maggiormente approfondita e puntuale le caratteristiche della versione a lettura ottica del d2-R e l’equivalenza tra i due formati, potrebbe essere particolarmente interessante replicare questo studio su un più ampio numero di persone coinvolte nel processo di selezione svolto dall’Esercito Italiano.

In sintesi, la versione a lettura ottica del d2-R risulta essere una buona alternativa per la somministrazione del test nel caso in cui si debba compiere un gran numero di somministrazioni in poco tempo, in modo tale da ridurre al minimo sia la durata della correzione che la possibilità di errore, laddove è necessario operare su un elevato numero di protocolli. Si tratta di due aspetti molto importanti nello svolgimento dei concorsi pubblici come quello per l’ammissione nell’Esercito, ove oltre alla bontà ed all’efficacia degli strumenti,  sono richieste trasparenza e accuratezza procedurale. Il d2-R in tal senso si rileva un strumento snello e di comprovata efficacia,  che può contare su un campione normativo di riferimento misurato alla specifica realtà organizzativa (Esercito Italiano). La bontà di questa versione a lettura ottica è garantita dall’elevata attendibilità osservata e il fatto che i punteggi osservati siano inferiori rispetto a quelli originali può esser dipeso dalle modifiche strutturali apportate al protocollo oltre che dalle differenze di età tra i due campioni messi a confronto.

Riferimenti bibliografici

  • Schorr, A. (1995). Stand und perspektiven diagnosticher verfahren in der praxis. Ergebnisse einer repräsentativen befragung westdeutscher psychologen. Diagnostica, 41(1), 3-20.
  • Steck, P. (1997). Psychologische testverfahren in der praxis: Ergebnisse einer umfrage unter testanwendern. Diagnostica, 43, 267-284.