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Criticare bene... e saper accettare le critiche... è un'arte
Criticare bene... e saper accettare le critiche... è un'arte
Spunti sulla critica tratti dal volume Senza offesa, fai schifo di Ludovica Scarpa (Ponte alle Grazie, 2013).
Alzi la mano chi non ha mai ricevuto una critica. Oppure chi non l’ha mai fatta. Ne sono piene le trasmissioni tv, le giornate in ufficio, i discorsi in famiglia. E ogni volta la sensazione per chi le riceve è sempre bruciante. “È come se ci dessero uno spintone" sostiene l’autrice. "Questo perché siamo abituati a identificarci con le nostre ragioni: un giudizio negativo su di noi ci fa sentire spaesati. E subito sentiamo di doverci difendere da chi ha convinzioni e valori diversi dai nostri. Scattano poi degli automatismi, come la paura di 'perdere la faccia'. Per lo più reagiamo in modo diverso da come vorremmo: perdendo la calma, gettando la colpa sugli altri o assumendo una posizione difensiva… Del resto, nessuno ci insegna come comportarci in queste situazioni”.
Nel volume l’autrice, attraverso diversi esempi, ci guida in un percorso aiutandoci passo passo a distinguere il contenuto della critica rispetto alle sue modalità di espressione, e alla sua intenzionalità.
Sul contenuto della critica l’autrice regala una prospettiva molto interessante che ha cambiato, allargandola, la mia visuale sulla critica… provare per credere… Molte critiche sono in realtà un desiderio espresso alla rovescia. “Non mi chiami mai!” in realtà va tradotta come: “Mi manchi molto e per questo vorrei che mi chiamassi più spesso”. Si tratterebbe quindi di una difficoltà che la persona incontra nell’esprimere direttamente un proprio bisogno che quindi viene riportato all’altro in forma negativa. Se valutiamo la critica non solo come negativa, che è di nuovo uno schema di interpretazione, ma come un feedback una informazione, un regalo, più o meno bene espresso, che allarga la nostra consapevolezza, allora posso andare verso la critica con maggior serenità sapendo che l’altro esprime interesse e attenzione e lo fa per ottenere qualcosa, perché in fondo ci ritiene in grado di comprendere e realizzare i suoi desideri.
Sulle modalità della critica nel volume viene spesso ribadito come i “modi contano”. “Per motivare una persona a cambiare è necessario evitare mancanze di riguardo, svalutazioni, pressioni, punizioni, malevolenza, diffidenza”, afferma Scarpa. È importante inoltre conoscere la persona che abbiamo di fronte e, per criticare “costruttivamente”, descrivere i comportamenti in modo puntuale prestando attenzione alla parole, esprimendo l’emozione che ci hanno generato e infine chiedere una variazione del comportamento in senso migliorativo.
L’intenzionalità ossia il motivo che sta dietro all’azione del criticare, il perché. La critica a volte fornisce indicazioni sulla persona che la esprime e qui è possibile differenziare gli scenari. Ci persone che criticano perché produttivamente ci stimolano al miglioramento continuo, altre che vogliono dominare una situazione, con un ordine e una proibizione, senza interessarsi a cosa ne pensa l’interlocutore. Altre che criticano perché in preda a stati emotivi di rabbia, fastidio frustrazione e altre che criticano per provare una piacevole sensazione di “sapere come si fanno le cose”. Nei diversi casi e di fronte alle diverse situazioni possiamo scegliere come agire. Possiamo lasciare cadere la critica e passare oltre, se riteniamo che la persona stia agendo una emozione negativa e sia in un momento di difficoltà, oppure fare una battuta per smorzare i toni. Nessuno ci può svalutare e aggredire se noi non gli diamo il permesso “abbassando le paratie” e prendendola sul personale come sostiene l’autrice.
Di fronte alla critica, al di là dei contenuti, dei modi e della intenzionalità, la carta vincente è sempre quella della calma. In questo modo sarà possibile chiedere dettagli concreti al nostro interlocutore: una critica senza fondamento verrà subito smontata, una costruttiva risulterà più chiara. In ogni caso, rallentare il ritmo della conversazione chiedendo conferma di quanto l’altro dichiara. Con un po’ di allenamento è possibile imparare a considerare con l’adeguato self control e oggettività quanto è stato detto, per individuare se corrisponde a verità.
Insomma una sfida per rimettere al centro, e per attivare energeticamente e consapevolmente il nostro Io Adulto.