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numero 95 - marzo 2022

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Conoscere IDS-2 dal vivo

Conoscere IDS-2 dal vivo

Venerdì 4 marzo è stata una giornata speciale, sotto molti punti di vista. Si sono concentrati nella stessa mattinata molti fatti significativi, sia professionali che personali, sia individuali che collettivi.

Venerdì 4 marzo è stata infatti la prima volta in cui ho avuto l’occasione di parlare, in un incontro specificamente dedicato, di IDS-2 presso un servizio per l’età evolutiva. È stata anche la prima volta però in cui sono potuto tornare a visitare fisicamente un Servizio, dopo due anni: in coincidenza quasi perfetta con quel 10 marzo 2020, quando l’appuntamento fissato da tempo per le 10 di mattina presso la Direzione di un importante centro privato accreditato venne cancellato: poche ore prima, infatti, l’Italia chiudeva ed iniziava quel periodo che nessuno di noi avrà modo di dimenticare.

L’emozione per l’uscita di un test su cui abbiamo lavorato tantissimo si sommava quindi alla emozione di poter tornare a quella che fino a quel marzo 2020 era normalità, ovvero incontrare personalmente i clienti: un doppio segnale di speranza quindi, una bella “congiuntura astrale”.

Il ringraziamento per aver reso possibile questa opportunità va al dott. Marco Armellini, Direttore Area Salute Mentale Infanzia e Adolescenza presso la USL Toscana Centro, una delle realtà del Servizio Pubblico più grandi d’Italia, sia per estensione geografica sia per popolazione afferente: comprende infatti il territorio delle province di Firenze, Prato e Pistoia.

Il Dott. Armellini segue da sempre con attenzione le nostre pubblicazioni e uno strumento versatile ed innovativo come IDS-2 non poteva non destare la curiosità di un Direttore, da cui dipende la qualità del servizio di cui è responsabile, non solo dal punto di vista clinico ma anche organizzativo ed economico: Hogrefe Editore ha sempre lavorato per offrire test e quindi modelli alternativi d valutazione, selezionando con attenzione le proprie pubblicazioni per permettere ai propri clienti di scegliere non solo sulla base della appropriatezza clinica, ma anche sulla base delle risorse disponibili, quindi prezzo e ammortizzabilità dell’investimento. Ne è un esempio Griffiths III, che sta diventando un vero e proprio linguaggio di valutazione per quanto si sta diffondendo: e la diffusione non è solo frutto del grande valore aggiunto in termini clinici che apporta, ma anche delle sue caratteristiche specifiche che lo rendono un test applicabile alla maggioranza dei bambini che varcano la soglia di un Servizio, sia esso un polo territoriale del Servizio Pubblico o lo studio di professionista privato.

Presso una sala conferenze del nuovo ospedale di Prato ho quindi incontrato rappresentanti dei vari Servizi Territoriali per la Età Evolutiva (UFSMIA, in Toscana) più parecchi altri collegati da remoto.

Sono stati molti i punti che hanno interessato i miei interlocutori, provo a riassumerli ed elencarli, non facendone una classifica:

  • l’età di applicazione: il fatto che questo strumento si applichi a partire dai 5 anni ed arrivi fino ai 21 anni sembra rispondere sia una esigenza oggettiva di risparmio economico, sia ad una esigenza clinica in cui il raggiungimento della età adulta diventava un problema in termini di valutazione cognitiva.
  • la scala di Sviluppo Generale: lo sviluppo generale è il paradigma per la valutazione clinica in età prescolare, che però poi viene perso di vista non appena viene varcato il limite della età scolare. Eppure, ci sono informazioni così importanti in un profilo di sviluppo generale che non possono non accompagnare un profilo cognitivo e che vengono comunque richieste nel momento di redigere una relazione.
  • la valutazione di riconoscimento e regolazione emotiva: probabilmente la parte che più destava interesse già nella versione precedente del test e che ancora una volta conferma la necessità di uno strumento che aiuti a rendere questo tipo valutazione parte integrante dell’abitudine di assesment, soprattutto in tempi così emotivamente complicati per bambini e ragazzi.
  • l’economicità: il prezzo del test da un lato combinato con la sua versatilità dall’altro e moltiplicato per l’età di applicazione rendono evidente il potenziale di risparmio che tale test offre.
  • il QI screening: 10 minuti per decidere se è necessario o no un approfondimento cognitivo, una prova dalla proprietà psicometriche sorprendenti.
  • la validità, in particolare quella convergente: gli studi di validità sulle scale Wechsler garantiscono la sovrapponibilità dei risultati: la media delle differenze di QI riscontrate nel campione di validità convergente è solo di 1.85 punti (dove ovviamente l’ideale è 0).

Legato a questo tema, mi ha fatto piacere che proprio all’interno di un Servizio Pubblico sia stato affrontato il tema della ammissibilità legale del test per le certificazioni e che al tempo stesso sia stato ribadito che il tema di “quali test vengono accettati” è un tema che si riduce ad una prassi, e dove la prassi non ha alcun potere di decisione su quale test debba o possa essere utilizzato: se un test  risponde a determinati criteri di validità e affidabilità, questo non può essere rifiutato o contestato per solo fatto che non rientra in una prassi o, peggio, perché non è conosciuto da chi riceve la relazione.

La riunione si è conclusa con la partecipata osservazione dei materiali di somministrazione, che sono molti, accattivanti e curati. Questa però è una opinione che non si può che verificare di persona, invitandomi a venire a trovarvi per valutare IDS-2 con i vostri occhi.