L'intervista
Intervista a Rosa Ferri
Intervista a Rosa Ferri
Approfondiamo con la Prof.ssa Rosa Ferri, coautrice dell'adattamento italiano dell'ABAS-II e dell'ABAS-3, le novità del test rispetto alla precedente edizione e gli aspetti clinici e applicativi.
R. Prima di tutto occorre fare una premessa in merito alla definizione di comportamento adattivo. Citando la prima definizione di Grossman del 1973 e tuttora valida, il comportamento adattivo può essere descritto come “l’efficacia e il grado con cui l’individuo raggiunge gli standard di indipendenza personale e responsabilità sociale propri dell’età e del gruppo culturale di appartenenza”. Nei primi anni di vita, tali capacità si manifestano in attività come camminare, comunicare, parlare, mangiare e vestirsi in autonomia; in età scolare diventano la capacità di assumere ruoli sociali a scuola, in famiglia e tra i coetanei. Infine, nell’età adulta, è la capacità di partecipare in modo responsabile alla vita familiare, gestire i propri beni e risorse economiche, essere efficienti nel lavoro professionale e mantenere relazioni sociali costruttive.
La valutazione delle competenze adattive rappresenta un prerequisito fondamentale per la comprensione del funzionamento di un individuo nel proprio contesto di vita, permettendo di determinare il grado con cui una eventuale disabilità può compromettere ed interferire con la realizzazione delle attività quotidiane di cura personale, o con la capacità di interagire con gli altri membri della propria comunità. Sebbene la valutazione del comportamento adattivo sia tradizionalmente associata con la diagnosi e la classificazione della disabilità intellettiva, il concetto di comportamento adattivo è comunque importante per tutti gli individui, compresi quelli con altre disabilità. La valutazione del comportamento adattivo può fornire infatti importanti informazioni per la diagnosi e la pianificazione di un trattamento o di un intervento per individui con ritardo di sviluppo, fattori di rischio biologici, lesioni cerebrali traumatiche, ADHD, disturbi dell’apprendimento e della condotta, disabilità sensoriali o fisiche, malattie, disturbi emotivi, demenza, morbo di Alzheimer, dipendenze da sostanze, disturbi psicotici e disabilità multiple
D. Che tipo di competenze adattive vengono valutate e qual è il modello teorico di riferimento?
R. In letteratura, il comportamento adattivo è stato studiato descrivendone due aspetti principali: l’autonomia personale e la responsabilità sociale (AAMR,1992; 2002b; Harrison, 2003), definibili come ciò che le persone fanno per prendersi cura di se stesse e relazionarsi agli altri (Grossman, 1983) e che sono indispensabili per la partecipazione attiva al proprio ambiente familiare e sociale.
La dimensione dell’autonomia personale include le attività che quotidianamente un individuo svolge per provvedere alla cura di sé (ad esempio, lavarsi, vestirsi, alimentarsi), alla gestione della vita domestica (pulizia della casa, preparazione dei pasti, mettere in ordine l’ambiente, assumere medicinali) e, infine, all’autonomia personale nei contesti di vita (orientamento nel quartiere, uso del denaro, saper curare la propria sicurezza personale).
La dimensione della responsabilità sociale esprime il livello con cui l’individuo raggiunge le aspettative interpersonali e sociali per interagire e partecipare con gli altri nella società (Thompson et al., 1999), e comprende i comportamenti collegati al rispetto delle regole per una corretta interazione con gli altri, alla partecipazione a gruppi o ad eventi sociali, alla organizzazione del tempo libero, al rispetto dei ruoli e dei tempi nelle attività sia familiari che sociali.
Autonomia personale e responsabilità sociale sono rimaste, nel corso degli anni, le dimensioni più importanti per la definizione del costrutto di comportamento adattivo (Nihira, 1999; Thompson et al., 1999). L'attenzione rivolta agli aspetti sociali e culturali implica la necessità di considerare lo sviluppo dell’individuo all’interno di un sistema dinamico di interazione con l’ambiente di vita; viene quindi attribuito un grande rilievo alle situazioni familiari, scolastiche, professionali nelle quali l’individuo vive, apprende, lavora e interagisce socialmente (Sparrow et al., 2005).
D. Quali sono le principali differenze tra l’ABAS-2 e il nuovo ABAS-3?
R. L’Adaptive Behavior Assessment System (ABAS) è uno strumento normativo elaborato per la prima volta da Harrison e Oakland nel 2000. Nel 2003 venne poi prodotta una seconda edizione (adattamento italiano a cura di Ferri, Orsini, e Rea nel 2014). Harrison e Oakland incorporarono le indicazioni dell’American Association on Intellectual and Developmental Disabilities (AAIDD) espresse nelle definizioni del 1992 e del 2000, producendo uno strumento di misurazione delle 10 abilità del comportamento adattivo, inserite nei tre domini adattivi: concettuale, sociale e pratico.
Nel 2015 è stata pubblicata la terza edizione dell’ABAS (ABAS-3) (Harrison e Oakland, 2015). Quest’ultima versione presenta, rispetto all’ABAS-II, alcuni aggiornamenti. Al fine di valutare più accuratamente l’abilità di un soggetto sono stati aggiunti nuovi item con una minore difficoltà, nelle schede per bambini in età prescolare, e con maggiore difficoltà, nelle schede per studenti e adulti. In secondo luogo, gli item sono stati rivisitati o aggiunti per valutare meglio i deficit nelle competenze adattive associati a tre disturbi: disabilità intellettiva (Intellectual Disability, ID), disturbo dello spettro dell’autismo (Autism Spectrum Disorder, ASD), disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder, ADHD). Inoltre, gli item che si riferiscono a nuove tecnologie, come internet, sono stati integrati o hanno sostituito riferimenti a vecchie tecnologie, come l’enciclopedia stampata.
Un’ulteriore modificazione riguarda l’età di somministrazione, anticipata dai 5 anni ai primi mesi di vita. La versione attuale aggiunge alla versione precedente un questionario per i genitori e caregiver di bambini di età prescolare da 0 a 5 anni e un questionario per insegnanti dai 2 ai 5 anni. Questi si vanno a sommare ad altre tre forme disponibili, da 5 a 21 anni per i genitori, da 5 a 21 per gli insegnanti e da 16 a 89 anni per gli adulti (Algina, Oakland & Wei, 2008, p. 180), che erano già presenti nell’edizione precedente ma sono state ampliate e riviste le indicazioni per la somministrazione, così da rendere il sistema di valutazione più chiaro e operativo.
D. In quali contesti clinici l’ABAS-3 si presta ad essere utilizzato?
R. L’ABAS-3 può essere considerato un importante strumento di valutazione del comportamento adattivo, specialmente grazie alla revisione del 2015 che ha portato ad un miglioramento e ad una maggiore precisazione rispetto all’ABAS-II degli elementi presentati.
L’ABAS-3 è uno strumento di valutazione indiretta del comportamento adattivo di un individuo. La valutazione viene effettuata attraverso la somministrazione di schede ad una persona che lo conosce in modo approfondito, che ha grande familiarità con le sue abitudini quotidiane, e che può osservare i suoi comportamenti nei diversi contesti di vita. Generalmente, un genitore, un familiare, un insegnante o un operatore, sono le persone più indicate.
Tra i vantaggi della valutazione indiretta c’è quello di ottenere una valutazione del comportamento adattivo anche in quei casi in cui una valutazione diretta è sconsigliata o può risultare complicata se non impossibile, utilizzando altri strumenti di misura standardizzati che richiedono una adeguata collaborazione da parte dell’individuo. Inoltre, la valutazione richiesta a figure che conoscono bene il soggetto permette di confrontare i livelli di adattamento dell’individuo nei diversi contesti (ad esempio, a casa e a scuola) richiedendo le necessarie informazioni a differenti caregiver (ad esempio, il genitore e l’insegnante).
L’ABAS-3 può essere utilizzato all’interno di un percorso di valutazione con bambini e adulti con la finalità d’identificare di punti di forza e debolezza, diagnosticare disabilità e altre problematiche, promuovere servizi di riabilitazione e pianificare programmi di intervento. Le informazioni sull’ambiente di un bambino o adolescente, attraverso la doppia somministrazione al genitore o caregiver e agli insegnanti possono fornire al professionista informazioni utili a comprendere il contesto in cui le competenze adattive si sono sviluppate. Bambini che vivono in un ambiente che stimola le abilità adattive mostrano più probabilmente competenze adattive adeguate o più elevate rispetto a bambini che non hanno tali stimolazioni educative. Inoltre, esplorando la natura del contesto attuale di un individuo, è possibile utilizzare l’ABAS-3 per allestire programmi di intervento che possano aiutarlo a sviluppare nuove abilità e andare incontro alle richieste ambientali future. Ad esempio, la promozione di abilità di autocontrollo può essere essenziale se uno studente si sta preparando al passaggio da un programma di scuola primaria a uno di scuola secondaria. Un’attenzione sulle abilità per la cura di sé, la vita a casa, la salute e sicurezza può essere importante per giovani adulti con disabilità che devono organizzarsi per una vita autonoma e un tirocinio professionale. Le abilità di comunicazione e socializzazione possono essere parte integrante di una progettazione educativa e scolastica.