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numero 26 - aprile 2015

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Osservatorio Orientamento

Benessere soggettivo e ottimismo negli adolescenti: Il ruolo della speranza e della prospettiva temporale

Benessere soggettivo e ottimismo negli adolescenti: Il ruolo della speranza e della prospettiva temporale

Attualmente, nei paesi occidentali si sta creando una sempre più ampia frattura tra la  ricerca di un sempre maggior grado di benessere, valore predominante nei giovani, e le contingenze sociali e politiche attuali. In particolare, la crisi del mercato del lavoro, pur riguardando tutti i paesi occidentali, mina profondamente l’economia italiana de­terminando un decremento drammatico delle possibilità lavorative e sottraendo in tal modo ai giovani la possibilità di progettare e pianificare la propria esistenza. Di conseguenza, viene sottratta anche la speranza di raggiungere uno stato di benessere psicologico e di soddi­sfazione di vita. Parafrasando il titolo di una recente pubblicazione, si potrebbe affermare che l’Italia, purtroppo, “non è un paese per giovani”. Nello stesso tempo, la globalizzazione e il potenziamento della trasmissione d’informazioni, grazie anche al web, apre ai giovani una sempre più ingente mole d’informazioni sui più svariati tipi di lavoro. In sintesi, per i giovani aumenta l’accesso ad opzioni ipotetiche ed informazioni, ma diminuiscono le possibilità concrete d’occupazione.

Gli adolescenti, per poter raggiungere il proprio benessere psicologico oltre che mate­riale, sono chiamati ad adempiere ai loro compiti di sviluppo e raggiungere un’autonomia personale. Tale processo è fondato sulla formulazione di scelte fondamentali che riguarda­no anche il loro futuro professionale. A tale scopo, essi devono consi­derare non soltanto le loro aspirazioni, ma anche il grado di probabilità della loro realizza­zione. Inoltre, gli adolescenti non operano le loro scelte soltanto sulla base di un confronto fra inclinazioni e opportunità, fra capacità personali e possibilità offerte dal mondo esterno. Ciò che rende ragione delle loro scelte è il modo in cui si pongono nei confronti della realtà, pensano al proprio futuro e si aprono all’esperienza, ma anche il modo in cui traggono significato dalla propria espe­rienza passata.

Gli studi degli ultimi 20 anni nell’ambito del paradigma della Psicologia Positiva, ope­rando un cambiamento di prospettiva rispetto al passato, hanno concentrato la loro atten­zione sulla comprensione di “ciò che rende felici le persone, di quali sono gli elementi che contribuiscono a costruire una personalità positiva e di cosa rende la vita degna di essere vissuta” (Seligman e Csikszentmihaliy, 2000). Una vasta mole di ricerche ha evidenziato il valore adattivo di un modo di porsi verso la realtà che tende a valorizzare gli aspetti positivi della propria esperienza, sia essa legata al passato (la soddisfazione per la propria vita), al presente (la felicità, l’entusiasmo) o al futuro (la speranza e l’ottimismo). Uno degli aspetti maggiormente studiati da questa prospettiva teorica è quello relativo al benessere soggettivo (Subjective Well-Being), inteso come esperienza individuale della qualità della vita e degli stati emotivi relativi alle proprie condizioni di vita, così come perce­piti, valutati e riferiti dalla persona.
La ratio che emerge dalla nostra riflessione e ricerca è che l’attribuire un significato più consapevole al presente aiuta a nutrire aspettative positive riguardo al futuro. Auspichiamo che tale considerazione possa offrire alcuni spunti per la formulazione di programmi per l’orientamento dei giovani.

Le contingenze socio-economiche rap­presentano attualmente una sfida e un banco di prova per i giovani. In Italia e nel mondo diventano sempre più pressanti problemi quali l’alto tasso di disoccupazione giovanile, il progressivo degrado ambientale e la consapevolezza che le riserve energetiche sono a termine. Tali aspetti minano in tutti la fiducia e la speranza nel futuro, che è, per la natura delle cose, affidato ai giovani. Ed è stato dunque nostro proposito interrogarsi sulla possi­bilità che hanno gli adolescenti di conservare un atteggiamento esistenziale positivo sia nel presente che nel futuro, distinguendo a tale scopo, una visione positiva del proprio presente valutata attraverso la soddisfazione di vita, dalla visione positiva del proprio futuro definita dall’ottimismo e dalla speranza.
Nello studio condotto abbiamo rilevato differenze di genere per ciò che riguarda la sod­disfazione di vita e speranza, ma non per ciò che riguarda l’ottimismo. Dai risultati emerge che, in modo analogo a Jiang, Huebner e Hills, (2013), Ma e Hebner, (1998), Nickerson e Nagle, (2004), le ragazze da noi interpellate sono più soddisfatte, con una visione del pre­sente più edonista, più orientate al futuro e, similmente a quanto affermato da Usunier e Valette-Florence (2007), connotano maggiormente il loro passato sia in senso positivo che negativo dei ragazzi. I ragazzi riferiscono invece una maggiore capacità di pathway, ovve­rosia di speranza nel perseguire i loro obiettivi.

In accordo a Ricci Bitti e Zambianchi (2011), possiamo distinguere due modalità di  re­lazione tra la visione del presente e quella del futuro. Nel processo di presentificazione, il fu­turo diviene irrilevante e vi è assenza di progettualità. Nella rivalutazione del presente, esso acquisisce significato proprio alla luce di una formulazione progettuale e di una dimensione futura. È la rivalutazione del presente, come autodeterminato, che consente una proiezione nel futuro. Laddove la considerazione e la soddisfazione del presente è molto più elevata, a scapito di una prospettiva temporale sul futuro, vi è presentificazione: al presente viene at­tribuito un peso predominante che prescinde e annulla la visione del futuro. Laddove invece la soddisfazione nel presente si accompagna alla fiducia e all’ottimismo riguardo al futuro abbiamo una valorizzazione del presente, che rappresenta la base psicologica esistenziale positiva per potersi proiettare nel futuro.
I risultati che emergono dal modello di regressione da noi utilizzato ci forniscono qual­che spunto di riflessione al riguardo. I predittori che assumono un peso significativo nella spiegazione della soddisfazione di vita oltre al genere sono le dimensioni della prospettiva temporale quali lo sperimentare piacere nel proprio presente (presente edonista) la tenden­za a non considerare il proprio passato come negativo, la proiezione verso il futuro, oltre che a quell’aspetto della speranza, rappresentato dalla capacità di nutrire fiducia nelle pro­prie capacità di agire (agency).
I giovani interpellati per sentirsi soddisfatti devono poter considerare oltre alla positività del loro passato e del loro presente, anche la possibilità di un futuro e devono poter credere nelle loro capacità di affrontarlo. Dunque, sono soddisfatti solo se possono rappresentarsi un futuro e possono nutrire fiducia nelle loro capacità di affrontarlo.

Per ciò che riguarda invece il versante del pensiero positivo che riguarda il futuro, quale l’ottimismo, i predittori che assumono un peso significativo sono: la non considerazione del passato come negativo, la considerazione del presente come ricco di emozioni piacevoli e non predeterminato (presente edonistico e fatalista) e infine agency e pathway, intesi come fiducia nella propria capacità di agire e di risolvere i problemi. In tale modello, un passato non connotato negativamente, un presente ricco di emozioni piacevoli e non predeterminato e la speranza divengono il trampolino di lancio verso il futuro: dalla rivalutazione del presente nasce l’atteggiamento positivo verso il futuro. I modelli positivi di rappresentazione dell’espe­rienza attuale divengono la base per la formulazione di aspettative positive sul futuro.

Per i consulenti dell’orientamento può essere utile riflettere sul fatto che per aiutare i gio­vani a progettare il loro futuro occorre tenere presente i sentimenti e le cognizioni che nutrono riguardo al loro presente: si può aiutarli a sviluppare un maggiore ottimismo sul loro futuro aiutandoli a rivalutare il loro presente. Giovani insoddisfatti, passivi e incapaci di sperimentare emozioni nel presente non possono, infatti, nutrire aspettative positive riguardanti il futuro.

Nella progettazione dei programmi di counseling per l’orientamento dei giovani, pro­pugnato fermamente dall’International Hope Research Team, si può prevedere che l’ot­timismo riguardo al proprio futuro possa essere incentivato attraverso la riflessione e il miglioramento del vissuto riguardante il proprio presente. Tale direzione d’intervento prevederebbe una prima fase di analisi dei singoli vissuti adolescenziali riguardanti il pre­sente, quali ad esempio la passività/esternalità e la difficoltà a connotare ed esprimere le emozioni. I giovani sarebbero incoraggiati a osservare la loro capacità di attenzione, con­sapevolezza e capacità di fruire del presente. Successivamente, i counsellors potrebbero suggerire una fase di allenamento a cogliere il presente nella sua pienezza, prestando at­tenzione piena e dedicata ai singoli momenti esperienziali e imparando a goderne in tutti i loro aspetti. Parallelamente, potrebbe essere utile analizzare le convinzioni disfunzionali sulle possibilità personali d’influire sul proprio presente. Il configurare simili linee d’inter­vento si fonda sull’assunto da noi discusso che il miglioramento nella rappresentazione, consapevolezza e fruizione del presente, favoriscano la soddisfazione di vita, influendo sulla capacità di sperare e di essere ottimisti riguardo al futuro.

Bibliografia

  • Seligman, M.E.P., & Csiksentmihalyi, M. (2000). Positive psychology [special issue]. American Psychologist, 55 (1), 5-14.
  • Jiang, X., Huebner, E.S., & Hills, K.J. (2013). Parent attachment and early adolescents’ life satisfaction: The mediating effect of hope. Psychology in the Schools, 50, 340–352
  • Ma, C.Q., & Huebner, E.S. (2008). Attachment relationships and adolescents’ life satisfaction: Some relationships matter more to girls than boys. Psychology in the Schools, 45, 177–190.
  • Nickerson, A.B., & Nagle, R.J. (2004). The influence of parent and peer attachments on life satisfaction in middle childhood and early adolescence. Social Indicators Research, 66, 35–60.
  • Usunier, J.C. & Valette-Florence, P. (2007). The Time Styles Scale : A review of developments and replications over 15 years. Time Society, 16, 333-366.
  • Ricci Bitti P.E., & Zambianchi M., (2011). Organizzare la vita quotidiana e progettare il futuro, in A. Palmonari (a cura di), Psicologia dell’adolescenza. Bologna: il Mulino.

 

Estratto da: Soresi, S., & Nota, L. (a cura di)(2014). La psicologia positiva a scuola e nei contesti formativi - Strumenti e contributi di ricerca. Firenze: Hogrefe Editore.