I nostri test
Behavior Rating Inventory of Executive Function - Preschool version (BRIEF-P)
Behavior Rating Inventory of Executive Function - Preschool version (BRIEF-P)
Con il termine funzioni esecutive ci si riferisce ad una varietà di processi cognitivi, responsabili del controllo e del monitoraggio di funzioni cognitive, emotive e comportamentali superiori, caratterizzate da processi di controllo volontario ed organizzate in funzione di uno scopo orientato alla risoluzione di un problema. Secondo la letteratura, queste abilità sono coinvolte sia nei processi di adattamento sociale, che in quelli di sviluppo cognitivo e linguistico, così come nell’apprendimento della letto-scrittura e del calcolo. Sono pertanto alla base della capacità del bambino di adattarsi alle situazioni nuove, di sviluppare relazioni sociali armoniose e del futuro rendimento scolastico. Il questionario BRIEF-P permette al professionista e/o al ricercatore di indagare in modo indiretto il funzionamento esecutivo dei bambini in età prescolare, attraverso le risposte di genitori ed insegnanti.
La struttura
Il BRIEF‑P è un questionario composto da 63 item distinti in cinque scale cliniche teoricamente indipendenti ed empiricamente derivate, che misurano aspetti diversi delle funzioni esecutive.
In base ai risultati dell’analisi fattoriale e delle interpretazioni teoriche conseguenti, le scale cliniche si combinano per formare tre indici e un punteggio composito, la cui combinazione tende ad assumere profili diversi in associazione ai differenti quadri clinici.
Il BRIEF-P prevedeinoltre due scale di validità (Incoerenza e Negatività), che consentono di controllare la solidità della valutazione data dall’adulto in merito al comportamento del bambino.
Le scale cliniche
Inibizione
La scala dell’Inibizione misura il controllo inibitorio del bambino (l’abilità di inibire, resistere o non agire d’impulso) e l’abilità nel bloccare il proprio comportamento al momento opportuno. Questa funzione di regolazione comportamentale è stata definita da Barkley (1990, 1997) e da molti altri ricercatori come il core dell’ADHD, di tipo combinato. Barkley (1996, 1997), Burgess (1997) e Pennington (1997) hanno anche sostenuto che una scarsa inibizione è generalmente presente nelle disfunzioni esecutive. I caregiver e i genitori spesso sono particolarmente colpiti all’invadenza e alla mancanza di sicurezza personale osservata in bambini che non riescono ad inibire i propri impulsi. Questi bambini possono mostrare alti livelli di attività fisica, risposte fisiche inappropriate verso gli altri, una tendenza ad interrompere e disturbare le attività di gruppo e una generale incapacità di “pensarci due volte” prima di agire.
Shift
La scala Shift misura l’abilità del bambino di muoversi liberamente da una situazione, attività o aspetto di un problema ad un altro, come richiesto dalle circostanze. Gli aspetti chiave dello Shift includono la flessibilità nel problem solving, la capacità di spostare o alternare l’attenzione e trasferire il focus attentivo da un argomento ad un altro. Deficit lievi in questa abilità possono compromettere l’efficienza del problem solving, mentre difficoltà più severe si riflettono nei comportamenti persistenti. I caregiver spesso descrivono i bambini che hanno difficoltà con lo Shift come rigidi o inflessibili, in alcuni casi quasi incapaci di staccarsi da temi di interesse da cui sono coinvolti, o di superare una specifica delusione o un bisogno insoddisfatto. I clinici potrebbero osservare una mancanza di flessibilità o di creatività nel problem solving e la tendenza a reiterare la stessa modalità errata di affrontare la situazione nonostante le prove negative della sua efficacia.
Regolazione delle emozioni
La scala della Regolazione delle emozioni si riferisce alla manifestazione delle funzioni esecutive nel dominio emotivo e misura l’abilità del bambino nel modulare le risposte emotive. Uno scarso controllo emotivo può essere espresso come una labilità o una sorta di esplosività emotiva. I bambini con difficoltà in questo dominio potrebbero avere risposte emotive eccessive a eventi apparentemente di poca importanza: caregiver e insegnanti potrebbero osservare un bambino che piange facilmente, o ride in modo isterico a piccole provocazioni o un bambino che ha eccessi di collera con una frequenza o severità che non è appropriata alla sua età.
Memoria di lavoro
La memoria di lavoro è essenziale per portare a termine attività che richiedono più fasi per essere svolta, eseguire una sequenza di azioni o seguire istruzioni complesse. I caregiver descrivono i bambini con una carenza della memoria di lavoro come se avessero difficoltà a ricordare le cose (ad esempio, direzione) anche per pochi secondi, perdono il filo di quello che stanno facendo mentre lo fanno, dimenticano cosa gli era stato richiesto dopo che gli era stato detto. I clinici potrebbero osservare che un bambino dimentica le regole di uno specifico compito anche se sta lavorando a quel compito, perde il filo delle richieste situazionali e si sforza nell’implementare la sequenza delle attività richieste. Si osservano carenze nella memoria di lavoro in diverse popolazioni cliniche con deficit nelle funzioni esecutive, tanto che Pennington (1997) ipotizza che possano essere considerate il core o una componente necessaria della disfunzione esecutiva.
Pianificazione/organizzazione
La scala di Pianificazione/organizzazione misura l’abilità del bambino di gestire richieste di un compito contingente o orientato al futuro in un contesto situazionale. La componente di “pianificazione” di questa scala si riferisce all’abilità di anticipare eventi futuri, seguire le indicazioni oppure raggiungere uno scopo, quindi sviluppare in anticipo le sequenze appropriate per poter realizzare un compito o un’attività. La pianificazione spesso richiede di mettere in sequenza o di concatenare una serie di azioni o di risposte. I caregiver o gli insegnanti spesso descrivono la pianificazione nei termini dell’abilità del bambino di iniziare i compiti tempestivamente o l’abilità di ottenere, prima, gli strumenti idonei o i materiali necessari a completare l’attività.
La componente “organizzazione” di questa scala si riferisce all’abilità di ordinare informazioni, azioni oppure materiali per raggiungere un obiettivo. I caregiver spesso descrivono i bambini con carenze nell’organizzazione come se si approcciassero ad un compito in modo casuale o fossero facilmente sopraffatti da grandi quantità di informazioni o di azioni.
Gli indici e il punteggio composito esecutivo globale
Indice di Autocontrollo inibitorio (ISCI)
L’indice di Autocontrollo inibitorio (ISCI) rappresenta l’abilità del bambino di modulare le azioni, le risposte, le emozioni e il comportamento attraverso un adeguato controllo inibitorio. L’indice è composto dalle scale di Inibizione e di Regolazione dell’emozione. Flessibilità adeguata e autocontrollo inibitorio sono fondamentali per il problem solving cognitivo. Tale regolazione comportamentale consente ai processi metacognitivi di sostenere un’appropriata autoregolazione e di orientare correttamente in modo attivo e sistematico un problem solving.
Indice di Flessibilità (FI)
L’indice di Flessibilità rappresenta l’abilità del bambino di modulare in modo flessibile azioni, risposte, emozioni e comportamenti. È composto dalle scale Shift e Regolazione delle emozioni. La Flessibilità è una componente importante di regolazione comportamentale, come indicato dall’abilità individuale di modulare le reazioni comportamentali ed emotive secondo le differenti situazioni contingenti di risposta e le richieste ambientali.
L’indice di Metacognizione emergente (EMI)
L’indice di Metacognizione emergente rappresenta l’abilità del bambino di iniziare, pianificare, organizzare, realizzare e sostenere un problem solving per raggiungere un obiettivo futuro. Tale indice è definito come l’abilità del bambino ad orientare cognitivamente in modo autonomo le attività e ad usare le informazioni nella memoria di lavoro per indirizzare la sua performance o il suo comportamento. L’EMI si riferisce direttamente all’abilità del bambino di risolvere problemi attivamente e di realizzare piani comportamentali in una varietà di contesti diversi. È composto dalle scale Memoria di lavoro e Pianificazione/organizzazione.
Composito esecutivo globale (GEC)
Il composito esecutivo globale (GEC) è un punteggio di sintesi che incorpora le cinque scale cliniche del BRIEF‑P. Sebbene si raccomandi una valutazione generale dei punteggi dei singoli indici e delle scale così come del profilo BRIEF‑P del bambino, allo stesso modo il GEC può essere utile come misura di sintesi. In alcuni casi clinici, i punteggi in tutte o nella maggior parte delle scale del BRIEF‑P saranno su un livello simile; così, il GEC dovrebbe costituire un accurato corrispettivo del livello di disfunzione esecutiva del bambino.
Ambiti di applicazione
Il BRIEF-P è stato costruito per un ampio range di bambini e bambine in età prescolare, dai 2 anni e 0 mesi ai 5 anni e 11 mesi, inclusi quelli con disabilità emergenti dell’apprendimento, disturbi dell’attenzione, disturbi del linguaggio, traumi cerebrali, esposizione al piombo, disturbi pervasivi dello sviluppo e altre condizioni di sviluppo, neurologiche, psichiatriche e mediche. Vari studi hanno dimostrato l’utilità dell’uso delle scale del BRIEF‑P sia per la diagnosi clinica che per le valutazioni degli esiti in un ampio range di condizioni di sviluppo atipico (Isquith, Gioia e Espy, 2003; Janusz, Gioia, Isquith e Espy, 2002; Maerlender, Isquith, Gioia e Espy, 2002).
In considerazione del fatto che i processi cognitivi inclusi nel domini delle funzioni esecutive risultano essere cruciali per lo sviluppo del bambino e per un efficace adattamento all’ambiente in cui vive, il monitoraggio precoce di queste abilità può dunque essere utile per identificare bambini a rischio di sviluppare un disagio sociale e per pianificare interventi psicoeducativi adeguati a favorire la salute e il benessere dei bambini in età prescolare.
Il BRIEF-P è attualmente il primo strumento in Italia destinato alla valutazione indiretta delle funzioni esecutive in età prescolare, e dunque è in grado di offrire al clinico un’elevata validità ecologica in quanto, oltre a non essere intrusivo, consente ai professionisti di valutare le funzioni esecutive implicate nei comportamenti osservabili in contesti naturali, a casa e a scuola. Il protocollo di registrazione del BRIEF‑P è stato infatti sviluppato per essere completato sia dal genitore del bambino (o di chi ne fa le veci) sia dall’insegnante (o altri professionisti che orbitano nell’area educativa o chi si occupa del bambino e lo conosce bene) in modo da poter raccogliere informazioni provenienti da contesti e osservatori diversi, la cui combinazione consente di ottimizzare la descrizione del profilo comportamentale del bambino.
Biliografia
- Barkley, R A. (1997). ADHD and the nature of self-control. New York: Guilford Press.
- Barkley, R.A. (1990). Attention deficit hyperactivity disorder: A handbook for diagnosis and treatment. New York: Guilford Press.
- Barkley, R.A. (1996). Linkages between attention and executive functions. In G.R. Lyon e N.A. Krasnegor (a cura di), Attention, memory and executive function (pp. 307-326). Baltimore: Paul H. Brookes.
- Burgess, P. (1997). Theory and methodology in executive function research. In P. Rabbitt (a cura di), Methodology of frontal executive function (pp. 81- 116). East Sussex, UK: Psychology Press.
- Isquith P.K., Gioia, G.A. e Espy, K.A. (2003). Executive signatures in children with developmental disorders [Abstract]. Journal of the International Neuropsychological Society, 9, 209.
- Janusz, J., Gioia, G.A., Isquith, P.K. e Espy, K.A. (2002). Clinical validity of the BRIEF‑Preschool version [Abstract]. The Clinical Neuropsychologist, 16, 205.
- Maerlender, A., Isquith, PK., Gioia, G.A. e Espy, K.A. (2002). Behavioral assessment of executive function and attentional disorders in preschool children [Abstract]. Journal of the International Neuropsychological Society, 8, 310.
- Pennington, B.F. (1997). Dimensions of executive functions in normal and abnormal development. In N.A. Krasnegor, G.R. Lyon e P.S. Goldman-Rakic (a cura di), Development of the prefrontal cortex. Evolution, neurobiology and behavior (pp. 265-281). Baltimore: Paul H. Brookes.