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numero 14 - febbraio 2014

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Behavior Rating Inventory of Executive Function - Preschool version (BRIEF-P)

Behavior Rating Inventory of Executive Function - Preschool version (BRIEF-P)

Con il termine funzioni esecutive ci si riferisce ad una varietà di processi cognitivi, responsabili del controllo e del monitoraggio di funzioni cognitive, emotive e comportamentali superiori, caratterizzate da pro­cessi di controllo volontario ed organizzate in funzione di uno scopo orientato alla risoluzione di un problema. Secondo la letteratura, queste abilità sono coin­volte sia nei processi di adattamento sociale, che in quelli di sviluppo cognitivo e linguistico, così come nell’apprendimento della letto-scrittura e del calcolo. Sono pertanto alla base della capacità del bambino di adattarsi alle situazioni nuove, di sviluppare relazioni sociali armoniose e del futuro rendimento scolastico. Il questionario BRIEF-P permette al professionista e/o al ricercatore di indagare in modo indiretto il funzionamento esecutivo dei bambini in età prescolare, attraverso le risposte di genitori ed insegnanti.

La struttura

Il BRIEF‑P è un questionario compo­sto da 63 item distinti in cinque scale cliniche teoricamente indipendenti ed empiricamente de­rivate, che misurano aspetti diversi delle funzioni esecutive.
In base ai risultati dell’analisi fattoriale e delle interpretazioni teoriche conseguenti, le scale cliniche si combinano per formare tre indici e un punteggio composito, la cui combinazione tende ad assumere profili diversi in associazione ai differenti quadri clinici.
Il BRIEF-P prevedeinoltre due scale di validità (Incoerenza e Negatività), che consentono di controllare la solidità della valutazione data dall’adulto in merito al comportamento del bambino.

Le scale cliniche

Inibizione

La scala dell’Inibizione misura il controllo inibitorio del bambino (l’abilità di inibire, resistere o non agire d’impulso) e l’abilità nel bloccare il proprio comportamento al momento opportuno. Questa funzione di regolazione comportamentale è stata definita da Barkley (1990, 1997) e da molti altri ricercatori come il core dell’ADHD, di tipo combinato. Barkley (1996, 1997), Burgess (1997) e Pennington (1997) hanno anche sostenuto che una scarsa inibizione è gene­ralmente presente nelle disfunzioni esecutive. I caregiver e i genitori spesso sono particolarmente colpiti all’inva­denza e alla mancanza di sicurezza personale os­servata in bambini che non riescono ad inibire i propri impulsi. Questi bambini possono mostrare alti livelli di attività fisica, risposte fisiche inappropriate verso gli altri, una tendenza ad interrompere e disturbare le attività di gruppo e una generale incapacità di “pensarci due volte” prima di agire.

Shift

La scala Shift misura l’abilità del bambino di muo­versi liberamente da una situazione, attività o aspetto di un problema ad un altro, come richie­sto dalle circostanze. Gli aspetti chiave dello Shift includono la flessibilità nel problem solving, la capa­cità di spostare o alternare l’attenzione e trasfe­rire il focus attentivo da un argomento ad un altro. Deficit lievi in questa abilità possono com­promettere l’efficienza del problem solving, men­tre difficoltà più severe si riflettono nei compor­tamenti persistenti. I caregiver spesso descrivono i bambini che hanno difficoltà con lo Shift come rigidi o inflessibili, in alcuni casi quasi incapaci di  staccarsi da temi di interesse da cui sono coinvolti, o di superare una specifica delusione o un bi­sogno insoddisfatto. I clinici potrebbero osservare una mancanza di flessibilità o di creatività nel problem solving e la tendenza a reiterare la stessa modalità errata di affrontare la situazione nonostante le prove ne­gative della sua efficacia.

Regolazione delle emozioni

La scala della Regolazione delle emozioni si riferi­sce alla manifestazione delle funzioni esecutive nel dominio emotivo e misura l’abilità del bambino nel modulare le risposte emotive. Uno scarso controllo emotivo può essere espresso come una labilità o una sorta di esplosività emotiva. I bambini con difficoltà in questo dominio potrebbero avere ri­sposte emotive eccessive a eventi apparentemente di poca importanza: caregiver e insegnanti potrebbero osservare un bambino che piange facilmente, o ride in modo isterico a piccole provocazioni o un bambino che ha eccessi di collera con una frequenza o severità che non è appropriata alla sua età.

Memoria di lavoro

La memoria di lavoro è essenziale per portare a termine atti­vità che richiedono più fasi per essere svolta, eseguire una sequenza di azioni o seguire istru­zioni complesse. I caregiver descrivono i bambini con una carenza della memoria di lavoro come se avessero difficoltà a ricordare le cose (ad esem­pio, direzione) anche per pochi secondi, perdono il filo di quello che stanno facendo mentre lo fanno, dimenticano cosa gli era stato richiesto dopo che gli era stato detto. I clinici potrebbero osservare che un bambino dimentica le regole di uno specifico compito anche se sta lavorando a quel compito, perde il filo delle richieste situazio­nali e si sforza nell’implementare la sequenza delle attività richieste. Si osservano carenze nella memoria di lavoro in diverse popolazioni cliniche con deficit nelle funzioni esecutive, tanto che Pennington (1997) ipotizza che possano essere considerate il core o una componente necessaria della disfunzione esecutiva.

Pianificazione/organizzazione

La scala di Pianificazione/organizzazione misura l’abilità del bambino di gestire richieste di un com­pito contingente o orientato al futuro in un conte­sto situazionale. La componente di “pianifica­zione” di questa scala si riferisce all’abilità di anticipare eventi futuri, seguire le indicazioni op­pure raggiungere uno scopo, quindi sviluppare in anticipo le sequenze appropriate per poter realiz­zare un compito o un’attività. La pianificazione spesso richiede di mettere in sequenza o di concatenare una serie di azioni o di risposte. I caregiver o gli insegnanti spesso descrivono la pianificazione nei termini dell’abilità del bambino di iniziare i compiti tem­pestivamente o l’abilità di ottenere, prima, gli strumenti idonei o i materiali necessari a comple­tare l’attività.
La componente “organizzazione” di questa scala si riferisce all’abilità di ordinare informazioni, azioni oppure materiali per raggiungere un obiet­tivo. I caregiver spesso descrivono i bambini con carenze nell’organizzazione come se si approc­ciassero ad un compito in modo casuale o fossero facilmente sopraffatti da grandi quantità di infor­mazioni o di azioni.

Gli indici e il punteggio composito esecutivo globale

Indice di Autocontrollo inibitorio (ISCI)

L’indice di Autocontrollo inibitorio (ISCI) rappre­senta l’abilità del bambino di modulare le azioni, le risposte, le emozioni e il comportamento attra­verso un adeguato controllo inibitorio. L’indice è composto dalle scale di Inibizione e di Regolazione dell’emozione. Flessibilità adeguata e autocon­trollo inibitorio sono fondamentali per il problem solving cognitivo. Tale regolazione comportamen­tale consente ai processi metacognitivi di soste­nere un’appropriata autoregolazione e di orientare correttamente in modo attivo e sistematico un problem solving.

Indice di Flessibilità (FI)

L’indice di Flessibilità rappresenta l’abilità del bam­bino di modulare in modo flessibile azioni, rispo­ste, emozioni e comportamenti. È composto dalle scale Shift e Regolazione delle emozioni. La Flessibilità è una componente importante di regola­zione comportamentale, come indicato dall’abilità individuale di modulare le reazioni comportamen­tali ed emotive secondo le differenti situazioni contingenti di risposta e le richieste ambientali.

L’indice di Metacognizione emergente (EMI)

L’indice di Metacognizione emergente rappresenta l’abilità del bambino di iniziare, pianificare, orga­nizzare, realizzare e sostenere un problem solving per raggiungere un obiettivo futuro. Tale indice è definito come l’abilità del bambino ad orientare cognitivamente in modo autonomo le attività e ad usare le informazioni nella memoria di lavoro per indirizzare la sua performance o il suo comporta­mento. L’EMI si riferisce direttamente all’abilità del bambino di risolvere problemi attivamente e di realizzare piani comportamentali in una varietà di contesti diversi. È composto dalle scale Memoria di lavoro e Pianificazione/organizzazione.

Composito esecutivo globale (GEC)

Il composito esecutivo globale (GEC) è un pun­teggio di sintesi che incorpora le cinque scale cliniche del BRIEF‑P. Sebbene si raccomandi una valutazione generale dei punteggi dei singoli in­dici e delle scale così come del profilo BRIEF‑P del bambino, allo stesso modo il GEC può essere utile come misura di sintesi. In alcuni casi clinici, i punteggi in tutte o nella maggior parte delle scale del BRIEF‑P saranno su un livello simile; così, il GEC dovrebbe costituire un accurato corrispettivo del livello di disfunzione esecutiva del bambino.

Ambiti di applicazione

Il BRIEF-P è stato costruito per un ampio range di bambini e bambine in età prescolare, dai 2 anni e 0 mesi ai 5 anni e 11 mesi, inclusi quelli con disabilità emergenti dell’apprendimento, disturbi dell’atten­zione, disturbi del linguaggio, traumi cerebrali, esposizione al piombo, disturbi pervasivi dello sviluppo e altre condizioni di sviluppo, neurologi­che, psichiatriche e mediche. Vari studi hanno dimostrato l’utilità dell’uso delle scale del BRIEF‑P sia per la diagnosi clinica che per le valutazioni degli esiti in un ampio range di condizioni di sviluppo atipico (Isquith, Gioia e Espy, 2003; Janusz, Gioia, Isquith e Espy, 2002; Maerlender, Isquith, Gioia e Espy, 2002).
In considerazione del fatto che i processi cognitivi inclusi nel domini delle funzioni esecutive risultano essere cruciali per lo sviluppo del bambino e per un efficace adattamento all’ambiente in cui vive, il monitoraggio precoce di queste abilità può dunque essere utile per identi­ficare bambini a rischio di sviluppare un disagio sociale e per pianificare interventi psicoeducativi adeguati a favorire la salute e il benessere dei bambini in età prescolare.
Il BRIEF-P è attualmente il primo strumento in Italia destinato alla valutazione indiretta delle funzioni esecutive in età prescolare, e dunque è in grado di offrire al clinico un’elevata validità ecologica in quanto, oltre a non essere intrusivo, consente ai professionisti di valutare le funzioni esecutive implicate nei comportamenti osservabili in contesti naturali, a casa e a scuola. Il protocollo di registrazione del BRIEF‑P è stato infatti sviluppato per essere completato sia dal genitore del bambino (o di chi ne fa le veci) sia dall’insegnante (o altri professionisti che orbitano nell’area educativa o chi si occupa del bambino e lo conosce bene) in modo da poter raccogliere informazioni provenienti da contesti e osservatori diversi, la cui combinazione consente di ottimizzare la descrizione del profilo comportamentale del bambino.

Biliografia

  • Barkley, R A. (1997). ADHD and the nature of self-con­trol. New York: Guilford Press.
  • Barkley, R.A. (1990). Attention deficit hyperactivity dis­order: A handbook for diagnosis and treatment. New York: Guilford Press.
  • Barkley, R.A. (1996). Linkages between attention and executive functions. In G.R. Lyon e N.A. Krasnegor (a cura di), Attention, memory and executive func­tion (pp. 307-326). Baltimore: Paul H. Brookes.
  • Burgess, P. (1997). Theory and methodology in execu­tive function research. In P. Rabbitt (a cura di), Methodology of frontal executive function (pp. 81- 116). East Sussex, UK: Psychology Press.
  • Isquith P.K., Gioia, G.A. e Espy, K.A. (2003). Executive signatures in children with developmental disorders [Abstract]. Journal of the International Neuropsychological Society, 9, 209.
  • Janusz, J., Gioia, G.A., Isquith, P.K. e Espy, K.A. (2002). Clinical validity of the BRIEF‑Preschool version [Abstract]. The Clinical Neuropsychologist, 16, 205.
  • Maerlender, A., Isquith, PK., Gioia, G.A. e Espy, K.A. (2002). Behavioral assessment of executive func­tion and attentional disorders in preschool children [Abstract]. Journal of the International Neuropsychological Society, 8, 310.
  • Pennington, B.F. (1997). Dimensions of executive func­tions in normal and abnormal development. In N.A. Krasnegor, G.R. Lyon e P.S. Goldman-Rakic (a cura di), Development of the prefrontal cortex. Evolution, neurobiology and behavior (pp. 265-281). Baltimore: Paul H. Brookes.