Recensioni
Basics of psychotherapy
Basics of psychotherapy
Richard B. Makover
Basics of psychotherapy
American Psychiatry Association Publishing, 2017, Pp. XII + 320
$ 59.00 (Paperback)
Scrivere un libro sui concetti di base delle psicoterapie non rappresenta un’impresa semplice e, infatti, non è stata tentata da molti. Uno dei punti delicati su cui si deve vigilare è quello di dare al lettore una visione parziale, preordinata, in certo senso pre-impostata del mondo variegato delle psicoterapie, mentre un secondo aspetto teorico di difficile soluzione sta nella identificazione degli elementi di base e comuni alle psicoterapie. Si può affermare che l’autore, Richard Makover – uno psichiatra che ha coniugato la pratica clinica con diversi incarichi accademici – è riuscito ad evitare entrambe le potenziali “trappole” sopra dette, procedendo in modo chiaro e lineare verso l’esplorazione dei basics delle psicoterapie. Un lavoro corredato da esempi clinici e basato sull’esperienza davvero ampia di Makover, un’esperienza ultra-quarantennale che consente al lettore di comprendere nel modo migliore i diversi passaggi proposti nel testo, fino a giungere ad una visione globale di sintesi.
Si tratta di un libro che è sicuramente molto utile ai giovani terapeuti ma che può essere di interesse anche per i professionisti esperti. Il sottotitolo – A Practical Guide to Improving Clinical Success – sta a testimoniare l’impianto pragmatico del lavoro, un lavoro che non a caso si chiude con l’indicazione sintetica di alcuni, pochissimi, testi da consultare al fine di ampliare lo sguardo. Tra i libri consigliati da Makover si segnala Formulation as a Basis for Planning Psychotherapy, scritto da Mardi J. Horowitz (American Psychiatric Press, 1997) proprio perché offre un punto di vista integrato sulla necessità di elaborare la cosiddetta formulazione del caso clinico: un tema a cui Makover dedica un intero capitolo (il quinto).
Il libro nasce dall’esperienza maturata sul campo, un’esperienza in cui Makover ha potuto osservare numerosi psicoterapeuti mettere in pratica diversi approcci tecnici, con differenti stili personali. Ciò che mancava in molti colleghi era, per l’appunto, la conoscenza dei “principi universali” della psicoterapia, quei concetti basilari su cui Makover ha pertanto deciso di scrivere il suo libro che, non a caso, ben si integra con un’altra sua recente pubblicazione: Treatment Planning for Psychotherapists: A Practical Guide to Better Outcomes (III Edition) (American Psychiatry Association Publishing, 2016). Certo, nel lavoro di Makover non è presente l’aspirazione a trattare le decine e decine di forme terapeutiche oggi diffuse nel mondo, né ad occuparsi di tipologie di trattamento differenti dalla psicoterapia individuale. Ma, tenendo presenti questi due confini, l’autore esplora dettagliatamente le tre grandi famiglie terapeutiche, cioè le terapie esplorative (psicodinamiche), direttive (comportamentali) ed esperienziali (esistenziali), iniziando con il trattare il primo colloquio con il paziente e notando che fin dal primissimo incontro il paziente può reagire con un miglioramento dei sintomi.
Volendo puntare ad affinare le skill del terapeuta al di là dello specifico orientamento teorico abbracciato, Makover sottolinea che la psicoterapia si colloca sul confine tra arte e scienza e, non casualmente, sono numerosi gli agenti a-specifici che inducono il miglioramento nel paziente, compresi l’effetto placebo e i fattori situazionali di cambiamento: “nessuno sa quale proporzione del miglioramento del paziente può essere addebitata alla risposta-placebo e ad altri non specifici fattori, e quanto dipende dalla metodologia applicata” (p. 39).
L’autore sostiene le proprie tesi facendo continuo riferimento a casi clinici, a brani di interviste e di sedute, proponendo definizioni operative di concetti e modelli teorici, fino a confrontare lo svolgersi di una seduta-tipo che inizia in modo standard per poi declinarsi sulle tre diverse opzioni teoriche (psicodinamica, comportamentale ed esistenziale).
Interrogandosi sulla natura e sulla dinamica delle relazioni terapeutiche l’autore assegna importanza alla valutazione iniziale, da condurre per mezzo di interviste semi-strutturate, e all’identificazione degli obiettivi terapeutici che – integrati con la formulazione del caso clinico – conducono al piano operativo di trattamento. I numerosi riferimenti agli approcci dinamici presenti nel libro possono essere ben completati per mezzo della lettura di almeno altri due testi pubblicati dalla stessa casa editrice American Psychiatry Association Publishing: Concise Guide to Psychodynamic Psychotherapy (III Edition) a firma di Robert J. Ursano, Stephen M. Sonnenberg, e Susan G. Lazar (uscito nel 2004), e Long-Term Psychodynamic Psychotherapy. A Basic Text (III Edition), di Glen O. Gabbard, tradotto in italiano nello stesso anno in cui è apparso in lingua inglese (2017) per i tipi di Raffaello Cortina.