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Barkley Functional Impairment Scale (BFIS)
Barkley Functional Impairment Scale (BFIS)
Con l’arrivo del DSM-5 il concetto di compromissione psicosociale ha assunto un ruolo molto importante nell’iter diagnostico, divenendo requisito per poter porre diagnosi. Anche se nel DSM-5 (American Psychiatric Association, 2014) non si trova alcuna definizione formale per il termine “compromissione”, nei criteri diagnostici della maggior parte dei disturbi mentali che esso include viene sottolineata la necessità della presenza di un “disagio clinicamente significativo o una compromissione in ambito sociale, lavorativo o in altre aree di funzionamento” affinché il clinico possa decidere della presenza del disturbo.
Per compromissione si intende una riduzione nella qualità del funzionamento del soggetto in importanti domini della vita personale, sociale e lavorativa. La persona può essere considerata “compromessa” se si sente impedita nello svolgimento delle mansioni o delle attività quotidiane rispetto a quanto avrebbe fatto in una condizione di “normalità”, o rispetto a come farebbe una persona “normale”. Ma dal momento che, in presenza di un disturbo, la severità dei sintomi è solo parzialmente associata al livello di compromissione (Gordon et al 2006; Lewandowski et al 2009), diviene evidente come per il clinico sia una impresa abbastanza ardua il dover stabilire se i disagi lamentati dal paziente costituiscano davvero un indice di compromissione nel funzionamento del soggetto.
Il problema della maggioranza degli strumenti clinici utilizzati per determinare la presenza di una “compromissione” intesa come inefficienza rispetto alla norma (rispetto all’individuo “tipico”) è l’assenza di dati di riferimento attendibili, ovvero basati su un campione rappresentativo della popolazione italiana. In più, la gran parte degli strumenti di misura considera solo pochi ambiti di funzionamento, tralasciandone diversi di pari importanza.
La Barkley Functional Impairment Scale (BFIS) è stata sviluppata proprio per colmare questo vuoto e per fornire al clinico norme ricavate dalla popolazione generale rispetto alle quali poter determinare l’esistenza o meno di una compromissione funzionale. Inoltre, essa considera ben 15 domini di funzionamento, ovvero: 1) casa-famiglia; 2) casa-impegni domestici; 3) lavoro; 4) relazioni sociali-estranei; 5) relazioni sociali–amici; 6) attività di comunità; 7) istruzione; 8) matrimonio/convivenza/fidanzamento; 9) gestione del denaro; 10) abilità di guida; 11) relazioni sessuali; 12) responsabilità quotidiane; 13) routine di cura personale; 14) mantenimento della salute; 15) educazione dei figli. Per le situazioni in cui il clinico dispone solo di pochi minuti di tempo, per uno screening veloce e molto preliminare di un individuo sulla probabilità di compromissione funzionale, è possibile utilizzare la BFIS Quick Screen, che contiene i sei domini considerati più importanti nelle situazioni in cui è richiesta una determinazione di invalidità, ovvero: casa-famiglia, casa-impegni domestici, routine di cura personale, relazioni sociali-amicizie, istruzione e lavoro.
In entrambi i casi è possibile valutare questi domini di funzionamento su una scala Likert con punti di ancoraggio 0-9, che riflettono la severità del grado di inefficienza funzionale o della compromissione sperimentata in ciascun dominio (per niente, un po’, lievemente, moderatamente, gravemente). Di entrambe le scale esiste una versione in autovalutazione e una in eterovalutazione, quest’ultima da far completare ad un informatore collaterale (in genere un familiare), affinché il clinico possa avere un quadro della situazione che sia il più attendibile possibile.
La BFIS Self-Report, nella sua forma lunga (FL) e Quick screen, è stata standardizzata su un campione di 621 persone di età compresa tra i 18 e gli 89 anni, provenienti da diverse regioni d’Italia e su un campione clinico formato da 104 adulti con diagnosi di ADHD.
I punteggi della BFIS-FL e BFIS Quick Screen sono stati confrontati con altre scale di valutazione che indagano alcune condizioni cliniche che sono note per la loro capacità di interferire con il funzionamento nei domini valutati dalla BFIS, come l’ADHD, l’ansia, la depressione, e l’eccessiva sonnolenza derivante da una scarsa qualità del sonno.
La validità dello strumento è stata indagata anche rispetto ad alcuni tratti di personalità, grazie alla somministrazione ad un campione di adulti della traduzione italiana del questionario NEO-FFI, una versione a 60 item del NEO-PI-3 (McCrae e Costa, 2010), che offre una misura accurata dei cinque tratti fondamentali di personalità (Nevroticismo, Estroversione, Apertura, Amicalità e Coscienziosità).
Il lavoro con la BFIS è stato progettato cercando di unire buone capacità psicometriche con una semplicità e rapidità di somministrazione, in modo da favorire l’utilizzo della scala nei vari contesti clinici e non. L’insieme dei dati raccolti sono stati accuratamente discussi in modo da fornire al clinico tutte le informazioni utili per guidarlo in quel processo complesso e delicato che è la valutazione della determinazione dell’esistenza di una compromissione funzionale, criterio essenziale per la diagnosi dei disturbi per il DSM-5.
Bibliografia
American Psychiatric Association (2014). DSM 5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Milano: Raffaello Cortina.
Barkley RA (2011). Barkley Functional Impairment Scale (BFIS for Adults). Guilford Press.
Gordon, M., Antshel, K., Faraone, S., Barkley, R., Lewandowski, L., Hudziak, J. et al. (2006). Symptoms versus impairment: The case for respecting DSM-IV’s Criterion D. Journal of Attention Disorders, 9, 465-475.
Lewandowski, L.J., Lovett, B.J. e Gordon, M. (2009). Measurement of symptom severity and impairment. In S. Goldstein e J.A. Naglieri (a cura di). Assessing impairment: From theory to practice (pp. 5-14). New York: Springer.
McCrae, R. e Costa Jr, P.T. (2010). NEO Inventories for the NEO Personality Inventory-3 (NEO-PI-3) NEO Five-Factor Inventory-3 (NEO-FFI-3) NEO Personality Inventory-Revised (NEO PI-R). Professional manual. Florida: PAR.