Osservatorio Orientamento
Abbandono scolastico e orientamento: nuove ricerche, nuovi strumenti e antichi problemi
Abbandono scolastico e orientamento: nuove ricerche, nuovi strumenti e antichi problemi
L'orientamento costituisce sicuramente una strategia importante per contrastare il fenomeno del così detto “abbandono scolastico”, declinabile in diverse dimensioni: ritardi, abbandoni, passaggi, ripetizioni degli anni scolastici… tutte queste situazioni documentano un evidente disagio degli alunni e denunciano in qualche modo l'inefficacia dell'intervento scolastico.
Più volte, a partire dal 1988, sono stati pianificati a livello nazionale specifici interventi. Addirittura risale al 2000 un'indagine conoscitiva condotta dalla Commissione VII della Camera dei deputati. Vi è stata poi anche una ricerca del Ministero del’Istruzione su "La dispersione scolastica: una lente sulla scuola".
È di questi giorni la notizia che partirà un’indagine sugli effetti economici e sociali del fenomeno della dispersione scolastica. La ricerca sarà portata avanti da tre organizzazioni del privato che definirei “sociale” si tratta di: onlus Intervita, Fondazione Giovanni Agnelli e Associazione Bruno Trentin della Cgil. Verranno prese in considerazione quattro province: Milano, Roma, Napoli e Palermo.
Ho letto dei dati sconcertanti di Istat ed Eurostat: in Europa il 17,6% dei ragazzi lasciano la scuola, l'Italia è ultima tra i Paesi europei, in Germania si attesta al 10,5%, in Francia all'11,6%, nel Regno Unito al 13,5%. Ma sono i dati del Sud d’Italia che destano ancora più allarme: il 22,3% dei ragazzi abbandona gli studi, mentre al Centro-Nord siamo intorno al 16%. A livello europeo, rispetto al 2000, sicuramente gli abbandoni sono diminuiti, allora infatti erano il 25,3%,. L'obiettivo è raggiungere il 10% fissato dalla strategia Europa 2020.
Un altro dato che ho letto in un articolo di questi giorni: ogni anno circa 700 mila ragazzi lasciano gli studi. Ed ancora, pare che due studenti su dieci non rientrino nel percorso scolastico, o se anche lo fanno non si impegnano nello studio, così che hanno pochissime o nessuna possibilità di superare l’anno scolastico.
Ci auguriamo che questa ricerca, promossa dalle tre organizzazioni indicate, ed i risultati, anche propositivi che si spera porterà, non si limitino ad aggiungersi ad altre precedenti esperienze di ricerca e di intervento di contrasto alla dispersione; progetti che, sebbene abbiano ottenuto risultati positivi, hanno di fatto evidenziato anche l’assenza di una visione programmatica capace di analizzare il fenomeno dell’abbandono e della dispersione scolastica da più punti di vista, per trovare i migliori strumenti per avviare dei processi di risoluzione.
Come ho detto all’inizio di questa breve nota, l’orientamento rappresenta sicuramente un piano valido per riuscire ad arginare il fenomeno della dispersione ed avere strumenti di intervento laddove emergono i rischi di abbandono e dispersione nella scuola.
Forse può essere utile anche una piccola riforma introdotta recentemente nel cosiddetto orario funzionale all'insegnamento, composto da 80 ore all'anno, per le riunioni dei consigli di classe, del collegio dei docenti, per il ricevimento delle famiglie e da adesso anche per le attività di orientamento.
Facilitare una scelta consapevole del percorso di studio e favorire la conoscenza delle opportunità e degli sbocchi occupazionali per gli studenti iscritti alle scuole secondarie, a decorrere dall'anno scolastico 2013/2014, le attività inerenti ai percorsi di orientamento sono ricomprese tra le attività funzionali all'insegnamento non aggiuntive e riguardano l'intero corpo docente.
Speriamo che questa diventi un’importante leva di sviluppo di attività di orientamento che si realizzino attraverso percorsi di rafforzamento delle capacità di scelta, conoscenza dei propri interessi e valori professionali, credenze di efficacia, speranza e ottimismo, visione e rappresentazione del futuro, autodeterminazione e adaptability, ad attività che analizzino e rafforzino queste dimensioni, tipiche di un orientamento in ottica di Life design, si deve anche pensare di aggiungere percorsi per offrire una maggiore conoscenza del contesto professionale, delle opportunità e degli sbocchi professionali possibili.