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numero 69 - luglio 2019

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Why people do the things they do

Why people do the things they do

Recensione.jpg Nicola Baumann, Miguel Kazén, Markus Quirin, Sander L. Koole (Edited by)
Why people do the things they do
Hogrefe, 2018, Pp. XII + 433
$ 75.00 (Hardback)

Perché le persone fanno ciò che fanno? Perché si comportano in un certo modo? Questa semplicissima domanda, che ognuno di noi può fare e ripetere molte volte nella vita, rappresenta il punto centrale intorno al quale ruota un bel libro (bello anche nella sua veste grafica ed editoriale).
Con il sottotitolo Building on Julius Kuhl’s Contributions to the Psychology of Motivation and Volition, questo volume propone al lettore un ampio ventaglio di risposte su un tema che percorre l’intero arco della vita umana, dall’infanzia alla senescenza. Studenti, atleti e sportivi, manager e professionisti, ricercatori e studiosi, tutte queste tipologie di persone si muovono sospinte dai grandi motori della motivazione e della volontà al fine di sviluppare loro stessi e le loro doti, di raggiungere mete e obiettivi, di realizzare ciò che spesso è un sogno interiore o un impeto al quale non possono opporsi. Un simile intreccio di motivi e volontà accompagna anche la coppia terapeutica, il clinico professionista ed il suo paziente, posti di fronte alle sfide e alle opportunità di cambiamento di vita e di prospettiva.
Nel libro a cura di Baumann, Kazén, Quirin e Koole, la relazione tra motivazione e volizione è esplorata in tutti i suoi aspetti e in ogni area applicativa: nell’educazione, nel lavoro, nei ruoli di aiuto, nella vita sociale e nelle interazioni quotidiane. Il punto di partenza e il filo conduttore di tale esplorazione è rappresentato dall’opera dello psicologo tedesco Julius Kuhl, nato il 27 luglio del 1947. Il libro si presenta interessante per diversi aspetti e per differenti tipologie di lettori. Fortemente basato su analisi teoriche e su sintesi di ricerche scientifiche, esso propone un avvicinamento alla vita e all’opera di Julius Kuhl (certamente poco noto in Italia) ed un ampliamento delle ricerche e delle analisi che sono fondamentalmente centrate sulla motivazione e sulla volizione, ma non solo.
La prima parte apre sulle prospettive storiche che vedono la carriera accademica di Kuhl muovere verso diversi campi di ricerca fino a convergere sull’edificazione del PSI – Personality Systems Interactions nella seconda metà del 1990 – vedi anche J. Kuhl & J. Beckmann (1994), Volition and personality: Action vs. state orientation. Hogrefe, Göttingen . In queste pagine il lettore può avere un’idea precisa dell’architettura della teoria di Kuhl che è composta da numerosi elementi: sette livelli di personalità, quattro sistemi mentali e l’influenza degli affetti nella integrazione di tali componenti.
La seconda parte è dedicata alla motivazione, a tutto ciò che porta un individuo ad agire al fine di raggiungere uno scopo, incluse le motivazioni cosiddette implicite e considerando l’influenza dell’ambiente e del significato che è attribuito al complesso degli elementi attivi in un dato momento e contesto. Sono qui proposte alcune riflessioni interessanti, ad esempio, circa il disingaggio che coglie la persona allorché il fine per cui agisce diviene irrealistico o fonte di eccessiva turbolenza (vedi il sesto capitolo sul goal disingagement).
La terza sezione parte dalla domanda su come le persone regolano e modulano le loro azioni, pertanto sull’aspetto della volizione. I sei capitoli che sono proposti ruotano intorno ai concetti di intenzione, azione, controllo cognitivo, regolazione adattativa e modulazione emotiva. Le differenze individuali emergono qui in modo ancora più netto che nel campo della motivazione, esplorando anche le cause per le quali una persona fallisce nel raggiungere ciò che vuole (interessante la riflessione sull’impulsività e sul controllo della stessa, anche nella prospettiva neurobiologica). L’azione deliberata generalmente segue l’intenzione consapevole, ma ci sono anche dei casi in cui avviene esattamente il contrario, e questo è l’argomento di fondo discusso negli ultimi due capitoli di questa parte.
Nella quarta sezione fa il suo ingresso il concetto di Sé sullo sfondo delle teorie della personalità. Con il supporto di autori di primo piano, come Daniel Cervone, sono qui trattati numerosi temi affascinanti ad iniziare dall’analisi dei tratti, dei tipi e delle disposizioni, integrando numerosi spunti e diverse fonti di conoscenza, oltre ad analizzare i collegamenti tra la PSI – Personality Systems Interactions e altri modelli come la SDT – Self-Determination Theory.
Il testo si chiude con la quarta sezione intitolata Applications. Sono qui applicati a diversi campi i concetti esposti nelle centinaia di pagine che precedono: il lavoro e le organizzazioni, lo sport, l’educazione (ampiamente intesa), la terapia e il counseling.
I quattro curatori del testo hanno coordinato un pull di trentotto collaboratori ed hanno dato vita ad un lavoro che mostra in modo lampante la possibilità di integrare teorie e modelli motivazionali, volitivi, cognitivi, evolutivi e di personalità.
Notizie sull’opera di Julius Kuhl si possono reperire nel sito https://www.psi-theorie.com/.