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numero 76 - aprile 2020

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Valutare lo sviluppo del bambino con le Griffiths III e il Developmental Profile-3

Valutare lo sviluppo del bambino con le Griffiths III e il Developmental Profile-3

Valutare lo sviluppo del bambino, soprattutto di quello in età prescolare, è una parte importante del nostro lavoro di clinici dello sviluppo. 
Da un lato questo ci permette di comprendere se siamo di fronte ad uno sviluppo tipico o atipico. Dall’altro lato ci consente di conoscere meglio le abilità del bambino, comprendendo quali sono acquisite e consolidate, quali emergenti, quali si trovano nella zona di sviluppo potenziale (e quindi acquisibili con la guida di un adulto) e quali invece non saranno acquisite nell’immediato. Queste informazioni sono per noi molto preziose per impostare un percorso abilitativo. Più informazioni riusciamo a raccogliere in fase di valutazione, più specifici e mirati riusciamo ad essere in fase di intervento.

Pensando ad un bambino di età prescolare uno strumento molto utile per valutare il suo sviluppo sono le scale Griffiths III. Si tratta di un test utilizzabile con bambini dalla nascita fino ai sei anni, che consente di valutare lo sviluppo nei domini basi dell’apprendimento, del linguaggio e della comunicazione, fine-motorio, personale-sociale-emotivo e grosso-motorio. Le scale sono state costruite riferendosi ad un modello integrato di sviluppo e per questo ci consentono di raccogliere informazioni su più livelli: valutare ciascun dominio singolarmente, descrivere il profilo dei punti di forza e di debolezza e avere una misura di sintesi dello sviluppo generale del bambino. Le Griffiths III perseguono l’idea della valutazione in contesti di gioco e per questo motivo sono dotate di un’ampia gamma di materiali che risultano familiari e motivanti per il bambino. Attraverso le attività svolte con tutti questi materiali raccogliamo anche numerose informazioni qualitative che ci consentono di arricchire la descrizione dei punti di forza e di debolezza del bambino.

Le Griffiths III sono uno strumento di valutazione diretta che viene somministrato in un contesto clinico. Tuttavia per noi è importante comprendere anche come il bambino si comporti nella vita di tutti i giorni. A questo proposito nella mia attività di valutazione a fini clinici e/o di ricerca trovo molto utile affiancare all’uso delle scale Griffiths III quello del Developmental Profile-3 (DP-3). Questo test consente sempre di valutare lo sviluppo del bambino, ma questa volta partendo dai comportamenti che mette in atto nella quotidianità e osservabili dal genitore o dal caregiver. Il Developmental Profile-3 è costituito da 180 item a risposta dicotomica che consentono di valutare lo sviluppo del bambino nei domini motorio, adattivo, socio-emotivo, cognitivo e comunicativo. I domini valutati sono molto simili a quelli delle Griffiths III. In più c’è una scala dedicata ai comportamenti adattivi, che può essere molto utile per monitorare le autonomie quotidiane. Può essere somministrato in forma di intervista o in forma di questionario (esistono due versioni diverse a seconda della modalità di somministrazione). La forma intervista, quando possibile, è da preferirsi alla forma questionario, perché permette di stabilire un rapporto diretto con l’informatore, di chiarire le domande attraverso esempi e di comprendere meglio le risposte del genitore. Tuttavia molto utile è anche la versione questionario.

Gli studi condotti su bambini italiani sia con sviluppo tipico sia atipico e riportati nel manuale della versione italiana delle Griffiths III, trovano un’elevata correlazione tra i punteggi ottenuti alle scale Griffiths III e al DP-3 sia a livello generale che tra scale che valutano lo stesso dominio dello sviluppo. In generale tali studi supportano l’idea di utilizzare questi due strumenti in maniera combinata, al fine di interpolare le informazioni provenienti dal contesto clinico con le informazioni provenienti dalla vita quotidiana ed avere un quadro più completo delle abilità del bambino.

Purtroppo l’emergenza COVID-19 che ha colpito il nostro Paese ha costretto noi clinici ad interrompere gli incontri in presenza e più in generale ha relegato tutti al dominio dei “rapporti a distanza”. Tuttavia, se da un lato questa emergenza ci ha obbligati a riporre i cubetti, gli incastri, il quiet book e l’orsetto Griff nella valigia bianca in attesa di tempi migliori, non è detto che dobbiamo rinunciare completamente a valutare lo sviluppo del bambino. Infatti, nella necessità di trovare soluzioni creative per mandare avanti il nostro lavoro il DP-3 può rivelarsi un’ottima risorsa. Possiamo infatti pensare di utilizzare la versione intervista nell’ambito di colloqui telematici con i genitori; anche la versione questionario si presta ad essere somministrata a distanza. Nel tentativo di supportare i professionisti in questo periodo difficile, Hogrefe Editore sta implementando la versione online del questionario al fine di renderne più agevole la somministrazione. 

Certamente la valutazione diretta del bambino rimane lo strumento preferenziale da utilizzare, soprattutto nei contesti diagnostici, ma in questi tempi di emergenza è fondamentale riuscire a sfruttare tutte le risorse per continuare a lavorare con i bambini, che hanno bisogno di noi.

Nella speranza di poterci presto incontrare di nuovo.