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numero 99 - luglio 2022

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Shining light on the dark side of personality

Shining light on the dark side of personality

recensione.jpg Peter Karl Jonason (a cura di)
Shining light on the dark side of personality
Hogrefe, 2022, Pp. VII+317
Euro 64.95 (softcover) 

Si avvertiva l’esigenza di un lavoro che facesse il punto sullo stato delle ricerche e sugli strumenti a disposizione di ricercatori e professionisti finalizzati a misurare le dimensioni della triade oscura della personalità, la (relativamente) nuova dimensione identificata in diversi campi applicativi, riconoscibile probabilmente anche da numerosi profani nei contesti di vita sociale, familiare e di lavoro, e segnalata dai clinici già da qualche tempo.
Nel corso degli ultimi anni sono così stati pubblicati diversi libri interessanti sulla Dark Triad e questo volume, curato da Peter Karl Jonason e davvero ricco di contributi, si affianca alle considerazioni teoriche, empiriche, cliniche ed organizzative che si è avuto modo di apprezzare da quando il mondo degli umani si è (purtroppo) arricchito anche di questa singolare, articolata e poco piacevole dimensione. 
Con il sottotitolo Measurement Properties and Theoretical Advances Peter Karl Jonason ha raccolto intorno a sé quarantasei autori per contribuire a questo quarto volume della ormai famosa collana dell’editore Hogrefe Psychological Assessment – Science and Practice di cui Tuuilia M. Ortner è Editor-in-Chief. Aperto dalla Introduzione del curatore, il testo si snoda in sette parti: le prime tre concernono le tre dimensioni della triade oscura, nell’ordine il narcisismo, il machiavellismo e la psicopatia; a queste segue il sadismo, una dimensione che completa il quadro denominato di conseguenza Dark Tetrad. La sesta parte, che inizia con il capitolo ventesimo, ha il titolo The Dark Side, mentre l’ultima sezione, che si compone di cinque capitoli di taglio assai ampio, è intitolata Final Toughs.
Nel loro insieme i ventotto capitoli del testo mettono molto bene in luce le qualità, per così dire, che caratterizzano questi indesiderabili e problematici soggetti i quali agiscono tutto sommato indisturbati nel mondo proprio perché si muovono a livelli sotto-soglia – quei livelli denominati sub-clinici – che non danno adito, il più delle volte, a manifestazioni eclatanti.
Tenendo conto che si tratta di un volume basato sulle attività di ricerca finalizzate ad evidenziare, valutare e misurare i tratti della personalità sopra detti, questa opera può essere di interesse per un ampio spettro di lettori e non solo per i ricercatori, gli sperimentalisti e i costruttori di test. Per fare alcuni esempi, le due sezioni finali sopra menzionate saranno probabilmente di interesse maggiore per coloro che vogliono avere una visione globale dell’argomento, senza scendere nello specifico degli strumenti di misura che, invece, sono dettagliatamente descritti nelle quattro sezioni dedicate alle quattro dimensioni e che solleciteranno – si spera – ulteriori ricerche e ulteriori produzioni testologiche in tal senso. Al proposito si deve notare che da poco è disponibile in italiano il TOP – Dark Triad of Personality at Work, di Dominik Schwarzinger e Heinz Schuler, il primo test nel nostro Paese appositamente finalizzato a valutare i tratti della Dark Triadnegli ambiti organizzativi (Hogrefe, 2021).
Proseguendo nel considerare la struttura del testo credo che sia utile notare l’architettura dei capitoli principali in cui, volta per volta, è discusso uno strumento di assessment – cioè un questionario self-report – è descritto il percorso che ha condotto i ricercatori a costruirlo, e sono offerte indicazioni pratiche sul come e quando impiegarlo. Naturalmente un ampio spezio è dedicato alle qualità psicometriche di ciascun test e ai risultati di ricerca derivanti dalle loro applicazioni.
Ma quali strumenti sono dunque presentati? È praticamente impossibile citare tutti i test che sono discussi, a cominciare dai classici, come il Narcissistic Personality Inventory, discusso in uno dei capitoli iniziali e inquadrato in una serie di capitoli che non possono non suscitare l’interesse del lettore. 
Giustamente è sottolineato l’impatto limitante che ha avuto il focus sui cosiddetti Big Five rispetto allo studio di altri tratti della personalità tra cui questi di cui qui si parla: uno degli scopi di questo libro è proprio quello di dare il giusto posto allo studio di caratteristiche come il narcisismo, la psicopatia, il machiavellismo e il sadismo, puntando a stimolare altre ricerche in queste aree e ampliando lo spettro degli strumenti utilizzati. E non si deve trascurare l’input nel delineare le aree di convergenza che i diversi strumenti consentono di delineare rispetto alle quattro dimensioni di personalità. Infatti, uno dei tanti meriti di questo libro è quello di offrire un quadro davvero aggiornato dello stato delle ricerche su ogni dimensione esplorata, andando quindi al di là delle presentazioni iniziali, ormai datate, di questi tratti e dei correlati strumenti di misura rispetto ai quali, inoltre, sono obiettivamente ed estesamente descritti pro e contro. È in tale direzione che è dato spazio ai temi controversi, agli aspetti ancora de definire ed indagare, precisando che “in ogni caso la misurazione non è la fine della storia, ma l’inizio. Senza delle buone misure non possiamo apprendere nulla di utile circa questi tratti. Infatti, vale la pena considerare qualcosa che si potrebbe denominare validità funzionale. In altre parole, queste misure permettono ai ricercatori di apprendere nuove cose sul mondo, sulle persone che manifestano questi tratti, e consentono anche di formulare nuove predizioni?” (p. 307).
Concludiamo segnalando un testo che sicuramente susciterà un notevole interesse da parte degli psicologi del lavoro e delle organizzazioni e anche dei gestori del capitale umano, vale a dire l’imminente The Dark Triad of Personality in Personnel Selection, a firma di Dominik Schwarzinger atteso per l’autunno del 2022 per i tipi di Hogrefe.