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numero 68 - giugno 2019

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The person-centered counselling and psychotherapy handbook

The person-centered counselling and psychotherapy handbook

Recensione ok.jpg Colin Lago, Divine Charura (Edited by)
The person-centered counselling and psychotherapy handbook
Open University Press, 2018, Pp. XXIX+337
£ 28.00 (paperback)

In linea con l’impostazione che Carl Ransom Rogers (nato l’8 gennaio 1902 e scomparso il 4 febbraio del 1987) ha voluto dare al proprio approccio, in questo libro i termini psicoterapia e counselling sono da considerare come sinonimi, in ciò peraltro seguendo l’impostazione britannica della materia in cui il counselling è considerato non solo nella dimensione psicosociale, ma anche in quella clinica.
La prima parte del testo tratta in maniera molto ampia l’aspetto storico dell’approccio centrato sulla persona; i cinque capitoli che compongo questa sezione danno conto non solo del contributo specifico di Rogers ma anche dello sviluppo del movimento e delle diverse diramazioni applicative che l’approccio ha innescato. Il PCA – Person-Centred Approach, è così descritto in ogni sua evoluzione coprendo almeno mezzo secolo di storia, dagli anni trenta agli anni ottanta, dall’iniziale idea della terapia centrata sul cliente fino a delineare una vera visione dell’essere umano, dei rapporti interpersonali e di un modo di essere (vedi il libro di Rogers del 1980 che reca esattamente questo titolo, A Way of Being).
La seconda parte rappresenta la sezione multidisciplinare del testo, spaziando su diverse aree, una delle quali, la clinica, emerge con una dimensione di particolare interesse. Infatti, molto spesso l’approccio rogersiano è stato visto come applicabile quasi esclusivamente alle situazioni soft, per così dire, cioè non a soggetti particolarmente disturbati. Passando attraverso il recupero della funzione di psicodiagnosi del clinico, in questi capitoli emergono tutte le possibilità di applicazione della psicoterapia centrata sul cliente nel campo della vera e propria psicopatologia (vedi in particolare il decimo capitolo in cui si riflette sulla psicoterapia con pazienti dissociati, ma anche il capitolo successivo in cui sono integrate tecniche diverse a supporto del mainstream del PCA). E non va trascurato il forte impegno che Rogers dedicò agli aspetti sociali della sua missione, occupandosi di gestione e risoluzione dei conflitti e di educazione-formazione in senso lato; negli ultimi anni della sua vita, Rogers si impegnò sempre di più ad intervenire nell’ambito di questioni internazionali, riuscendo nel 1985 a riunire i leader di ben diciassette nazioni in una conferenza sulla situazione dell’America Centrale – vedi il Peace Project .
Particolarmente apprezzabile il tredicesimo capitolo dedicato alle critiche che la terapia rogersiana ha suscitato in diversi osservatori e professionisti; un’attenzione, questa di inserire un commento in direzione autocritica, che difficilmente si riscontra nei testi in cui si presenta uno specifico approccio teorico-clinico, se non per difendersi e contrastare ogni e qualsivoglia commento critico.
Passando attraverso alcune osservazioni sulle terapie di gruppo e sugli incontri con coppie e famiglie si giunge alla terza parte del volume in cui sono illustrate quelle che sono definite le differenti tribù del popolo della nazione centrata-sulla persona, nel contesto dell’indirizzo della psicoterapia e del counselling umanistici ed esperenziali. Credo che sia qui importante soffermarsi sulla mole di ricerche che sono state prodotte nel corso del tempo circa gli outcome dell’impostazione rogersiana applicata alle diverse modalità tecniche e di intervento. Le due ultime sezioni trattano il tema della diversità (personale, di genere, culturale, sociale) in relazione alla terapia e dell’identità del terapeuta che opera in base al PCA.
I trentadue autori che, insieme ai due curatori, hanno realizzato questo bel volume - con una Prefazione della figlia di Carl, Natalie Rogers (9 ottobre 1928 – 17 ottobre 2015)  hanno reso un ottimo servizio a tutti coloro che si occupano di psicologia clinica e psicoterapia, non soltanto nell’area del PCA. In questo libro si avvertono gli echi delle maggiori strade battute da Rogers nella sua vita come, ad esempio, le battaglie contro l’accademismo, contro la psichiatria classificatoria, contro il comportamentismo, e a favore di un’educazione che – secondo una sua stessa espressione – non dovrebbe essere dal collo in su (intellettualizzante), vale a dire una conoscenza del tutto priva di sentimenti che stenta a vivere in un rapporto docente-allievo basato sulla negazione degli aspetti emotivi e relazionali dell’apprendimento e del cambiamento soggettivi.
In chiusura, dei due curatori ricordiamo i seguenti, importanti lavori: The Therapeutic Relationship Handbook: Theory & Practice (2014), a cura di Divine Charura e Stephen Paul, e The Handbook of Transcultural Counselling and Psychotherapy (2011), a firma di Colin Lago, entrambi editi da Open University Press – McGraw-Hill Education.