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numero 104 - maggio 2023

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Medicina psicosomatica e psicologia clinica. Modelli teorici, diagnosi e trattamento / Handbook on Diversity and Inclusion Indices. A Research Compendium

Medicina psicosomatica e psicologia clinica. Modelli teorici, diagnosi e trattamento / Handbook on Diversity and Inclusion Indices. A Research Compendium

medicina-psicosomatica-e-psicologia-clinica-3772.jpg Piero Porcelli
Medicina psicosomatica e psicologia clinica. Modelli teorici, diagnosi e trattamento. Nuova edizione.
Raffaello Cortina, 2009, pp. 461
€ 35,00

La precedente edizione di questo importante testo sulla psicosomatica risale al 2009: dopo quasi quindici anni era davvero necessario aggiornare il lavoro e allinearlo con gli ultimi sviluppi dei diversi campi clinici e scientifici che sono qui trattati.
Il primo capitolo traccia un quadro di riferimento globale e senza dubbio affascinante della medicina psicosomatica e della sua storia, sottolineando che in questo campo l’occhio e l’orecchio dello psicologo deve andare al “come” il paziente vive la malattia, indagando il vissuto soggettivo e tenendo ben presente – come, oggi, si dovrebbe fare sempre! – le risorse, le capacità e le potenzialità dell’ammalato. Con il secondo capitolo si entra nel vivo delle questioni riflettendo sulle relazioni tra mente e corpo, un argomento che – come si legge a pagina 63 – viene strappato al “mito” e indirizzato verso il mondo delle neuroscienze. In queste pagine si ha la chiara percezione dell’approfondito livello di riflessione a cui riesce a giungere l’autore sulla base della sua ampia e prolungata esperienza nel campo della psicosomatica e dei tanti suoi lavori che hanno preceduto questo (e che vale la pena di consultare in parallelo).
Il grande mondo della diagnosi emerge nel capitolo terzo, anche in tal caso, come in altre parti del testo, volendo rispondere esplicitamente alle domande di base poste ai confini tra la medicina e la psicologia. L’analisi parte da lontano, interrogandosi sul senso della diagnosi e sulla sua utilità, ma anche sui concetti di salute e di malattia, fino a giungere a confrontare i diversi modelli di spiegazione delle malattie, sempre considerando il senso e il significato che la persona attribuisce al proprio stato di salute/malattia e agli stati intermedi.
Il discorso sulla diagnosi, in senso lato, prosegue nei due capitoli successivi in cui si discutono i fattori – psicologico, biologico e sociale – le loro interazioni, la complessità delle attuali forme di disagio psicosomatico, giungendo a considerare criticamente le principali classificazioni dei disturbi psicosomatici poste all’interno degli assi categoriale/dimensionale: qui emerge non solo, naturalmente, l’ultima versione del DSM, la quinta, ma anche il PDM-2 e il poco conosciuto sistema di classificazione psicopatologica HiTOP che “propone una riorganizzazione della psicopatologia in base a una struttura multilivello gerarchica” (p. 301).
Susciterà sicuramente un grande interesse il capitolo sesto, l’ultimo capitolo del volume interamente dedicato alla psicoterapia. quale psicoterapia nelle situazioni/condizioni psicosomatiche? L’autore giustamente riduce le opzioni a quelli che definisci “poli”, cioè il polo psicodinamico e il polo cognitivo-comportamentale, ma “è bene tenere a mente, tuttavia, che mentre a livello teorico questi due modelli costituiscono polarità opposte estreme, nella pratica clinica le situazioni sono molto più articolate, sovrapposte e integrate” (p. 326).
Infine, una nota sulla Bibliografia che non compare nel testo cartaceo essendo collocata nel sito dell’Editore Raffaello Cortina e accessibile con un codice che si trova all’interno del volume: ben 46 pagine di riferimenti bibliografici (contro la trentina della precedente edizione) arricchiscono questo lavoro.
È trascorso più di un secolo dalla pubblicazione di NASAMECU, il fantasioso, acuto e intelligentissimo saggio di Georg Groddeck, precursore della psicosomatica, dal titolo La natura guarisce, il medico cura (incredibilmente – vista la specificità del testo – tradotto in italiano agli inizi degli anni ottanta) che inizia con le seguenti parole: “Questo libro tratta dell’uomo sano e dell’uomo malato. Riproduce le mie opinioni personali e non avanza pretese di scientificità”. L’acronimo NASAMECU sta proprio ad indicare il motto Natura sanat, medico curat, un messaggio-simbolo in cui è racchiusa l’esperienza umana e professionale di Groddeck. E, dunque, da quei lontani inizi della medicina psicosomatica ad oggi molto, tutto è cambiato, ma molto è anche rimasto fondato in quelle prime intuizioni, in scoperte condotte nei primi anni del Novecento da medici, psichiatri e psicoanalisti che andavano alla ricerca di misteriosi salti dalla psiche al soma, per ricordare il titolo di un importante lavoro di un altro esponente autorevole della psicosomatica, Felix Deutsch (Il misterioso salto dalla mente al corpo, 1959. Tr. it.: Giunti, Firenze, 1975).
Di Piero Porcelli si deve, infine, ricordare il suo importante impegno nel Rorschach Test – vedi, ad esempio, Luigi Abbate e Piero Porcelli, Rorschach Comprehensive System. Manuale di siglatura e interpretazione, con la prefazione di Irving B. Weiner (Raffaello Cortina, 2017), testo che ho recensito sulla rivista Psicoterapia e Scienze Umane (vol. 52, n. 1, 2018; pp. 151-152).

 

81t7MAmpLcL._AC_UF1000,1000_QL80_.jpg Eddy S. Ng, Christina L. Stamper, Alain Klarsfeld, Yu J. Han (a cura di)
Handbook on Diversity and Inclusion Indices. A Research Compendium
Edward Elgar, pp. XVII+330, 2021
£ 174.00 (Hardback)

Nell’ambito dei numerosi testi che da qualche tempo a questa parte si occupano di Diversity Management questo, pubblicato nelle Research Handbooks in Business and Management Series, a cura di Eddy S. Ng, (docente di Equity and Inclusion in Business presso la Smith School of Business, Queen’s University, Canada), Christina L. Stamper (HR Program Director e docente di Management, presso il Department of Management, Western Michigan University, USA), Alain Klarsfeld (Senior Professor, Work, Employment and Health Research Group, TBS Business School, Francia) e di Yu (Jade) Han (Assistant Professor, Faculty of Business Administration, University of Regina, Canada) emerge come un lavoro estremamente originale e anche molto utile per tutti coloro che hanno la necessità di dare una misura alle dimensioni della Diversity e dell’Inclusion nelle loro organizzazioni.
Lo scopo del testo è quello di passare sotto la lente di ingrandimento una quantità notevole dei più noti e citati indicatori delle tre dimensioni Diversity, Equity & Inclusion (DEI) al fine di rendere maggiormente consapevoli gli utilizzatori di tali strumenti e di permettere loro una scelta ragionata anche sulla base del benchmark. È per questo che, in modo assai articolato, sono delineati i pregi e i difetti – o per meglio dire le debolezze – di ciascun indicatore, ma anche molto altro, nei termini della loro utilizzabilità, dando pure conto del come sono stati costruiti.
Il testo è introdotto dal contributo di scenario a firma dei quattro curatori in cui si spiega la necessità dello sviluppo di indici nazionali che possano facilitare il confronto dei risultati e le ricerche comparative. Si tratta di indicatori che coprono un ampio spettro di dimensioni come, ad esempio, l’atteggiamento verso le minoranze, il multiculturalismo e la parità di genere. Ma molti indicatori sono limitati da una serie di difetti che spaziano dal semplificazionismo alla errata scelta dei parametri e/o delle metodologie. In tale contesto sono ben precisati i criteri che hanno indotto i curatori alla scelta degli strumenti da presentare e criticamente commentare. Così, si va dal questionario ad ampio spettro HDI – Human Development Index, a strumenti specifici come l’LGBT Diversity Index.
Con uno sguardo globale si può dire che a fronte di indicatori generali vi sono quelli monodimensionali, verticalizzati su specifici temi, ed altri ancora caratterizzati da un taglio orizzontale, su un gruppo di tematiche affini. Alcuni significativi esempi sono rintracciabili nei capitoli dal titolo TAFEP’s Fair and Progressive Employment Index (FPEI), The United Nations’ Gender Inequality Index, Women’s Economic Opportunity (WEO) Index, e The Multicultural Policy Index (MPI), mentre nel capitolo dal titolo Counting for something: valuing the Human Development Index, a firma di Erica French e Jannine Williams si specifica in modo ancora più dettagliato l’utilizzo che il professionista o il ricercatore possono fare di questo volume, con una nota sulla banca dati di riferimento su cui poggia la rassegna.
Ogni capitolo è strutturato in modo tale da rendere agevole il confronto tra i vari strumenti. All’inizio del capitolo vi è la sezione dedicata alle origini e alla storia del questionario; segue il paragrafo della metodologia in cui è descritto in modo chiaro ed articolato ogni aspetto dello strumento e, spesso, è riportato per intero il questionario. Proseguendo, si passa alle applicazioni e ai risultati delle stesse sotto forma del paragrafo dal titolo Strenghts and Weakness (punti di forza e punti di debolezza), per concludere con uno sguardo volto al futuro e con le conclusioni sintetiche.
Si può dunque vedere questo testo come una fonte ricca e articolata di informazioni ragionate e criticamente presentate intorno ai 23 indicatori DEI per come essi sono applicati, e applicabili, a livello organizzativo nelle singole nazioni e in specifici contesti culturali. Da alcuni commentatori questo lavoro è stato elogiato come una vera miniera di informazioni che è di interesse per una quantità di attori organizzativi diversi – anche per ricercatori e per gli studiosi dei fenomeni del mondo del lavoro che afferiscono a diverse discipline come la sociologia, l’economia e la statistica demografica.
Eddy S. Ng, Christina L. Stamper, Alain Klarsfeld and Yu (Jade) Han, i quattro curatori, hanno dunque saputo comporre un lavoro di sicuro interesse per molti, raccogliendo intorno a questo progetto un nutrito gruppo di autori i quali hanno firmato i venti capitoli in cui il libro è suddiviso.
Al fine di ampliare la visuale sulle tematiche emergenti in ambito Human Resources Management si può utilmente consultare il testo a cura di Anthony J. Nyberg e Thomas P. Moliterno, Handbook of Research on Strategic Human Capital Resources (Edward Elgar, 2019).