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numero 59 - luglio 2018

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Esperienze

La valutazione cognitiva e di sviluppo globale nei bambini ipovedenti: l’esperienza con le IDS - Intelligence and Development Scales

La valutazione cognitiva e di sviluppo globale nei bambini ipovedenti: l’esperienza con le IDS - Intelligence and Development Scales

Introduzione

L’ipovisione è una condizione determinata da una riduzione della funzionalità visiva tale da compromettere lo svolgimento delle attività della vita quotidiana; il riferimento legislativo italiano è la Legge n. 138 del 2001 che, per classificarne la gravità, assume due parametri: l’acuità visiva e il campo visivo. Sono riconosciute cinque categorie: ipovisione lieve, ipovisione medio-grave, ipovisione grave, cecità parziale, cecità assoluta.
Gli elementi che determinano la funzionalità visiva dell’individuo, tuttavia, sono molteplici e la loro valutazione comprende anche l’analisi della motricità oculare, la rilevazione della soglia di percezione del contrasto, la resistenza all’abbagliamento, la percezione del colore. Tenendo conto di questi elementi e della capacità dell’individuo di ottimizzare l’uso della funzione, è facile comprendere come il mondo dell’ipovisione presenti innumerevoli sfaccettature e come, all’interno della stessa categoria normativa, siano presenti persone con capacità e prestazioni estremamente differenziate. Ciò è ancora più evidente quando si considerano persone in età evolutiva e, soprattutto, quando la disabilità visiva è parte di un quadro più complesso riconducibile a sindromi, disordini metabolici, neuromotori, disturbi dell’attenzione o dell’apprendimento. In questi casi diventa prioritario poter disporre di sistemi di valutazione dello sviluppo generale e cognitivo visivamente idonei che consentano di superare il deficit visivo, limitando o distinguendone le interferenze.
Per consentire una corretta valutazione è pertanto indispensabile che lo strumento diagnostico scelto possa essere utilizzato nelle adeguate condizioni di illuminazione del setting e con le diverse tipologie di supporti; possa tenere in considerazione la dimensione dei target visivi, il loro contrasto cromatico, la distanza a cui sono presentati, la distribuzione e la loro densità di affollamento.
Le IDS - Intelligence and Development Scales (adattamento italiano di Ferri, Rea e Casagrande, 2015) sono state selezionate dall’equipe multidisciplinare costituita da operatori del Centro Integrato per l’Educazione e la Riabilitazione Visiva “C. Monti” dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi e del Centro di Consulenza Tiflodidattica della Biblioteca Italiana per Ciechi Regina Margherita di Firenze innanzitutto per la possibilità di rilevare il profilo cognitivo del bambino in età 5-11 anni, ma soprattutto per la valutazione di alcuni importanti aspetti trasversali dello sviluppo, come le competenze socio-emozionali, la motivazione e la persistenza; secondariamente sono state scelte per le caratteristiche visive di molti materiali ed immagini, giudicati sufficientemente idonei, o suscettibili con pochi adattamenti, di essere impiegati anche nelle situazioni di grave ipovisione. Da questa premessa è scaturita la collaborazione tra il Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica (Università Sapienza, Roma), il Dipartimento di Chirurgia e Medicina Traslazionale (Università di Firenze) e I.Ri.Fo.R. Regionale Toscano  – Onlus, che ha avviato il progetto per la definizione del protocollo di valutazione adattato alle caratteristiche del bambino ipovedente e che possa fornire informazioni significative anche per terapisti e famiglie.

Adattamenti del setting

In tutte le prove, ad eccezione di quelle grosso-motorie, è stato utilizzato un tavolo regolabile in altezza, con piano inclinabile tra i 45° e gli 85° gradi. Il tavolo è stato collocato di fianco alla finestra affinché l’illuminazione naturale provenisse alla destra o alla sinistra del bambino a seconda della dominanza dell’arto superiore. È stato proposto inoltre l’uso supplementare di una lampada orientabile a luce calda o fredda a seconda della preferenza del bambino. Nelle situazioni di fotofobia si è ridotta e regolata su indicazione del bambino la quantità di luce presente nella stanza e sulla postazione di lavoro.
Per tutti i soggetti ipovedenti con difetti refrattivi le attività sono state svolte indossando gli occhiali correttivi idonei. Per coloro che erano in possesso di occhiali “ingrandenti” (ipercorrettivi) è stato chiesto di indossarli per le attività da vicino.
Nelle situazioni di ipovisione grave o di cecità parziale, per le prove Attenzione selettiva e Comprensione di situazioni sociali è stato proposto l’utilizzo di un videoingranditore a colori, con schermo LDC da 20 pollici e ingrandimento minimo a partire da 1,7 volte.
In Tabella 1 sono riassunti i principali adattamenti delle prove del protocollo IDS.

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Studio Pilota

È stato avviato dunque uno studio pilota, che fino ad ora ha coinvolto 15 bambini di età media 8 anni, con diagnosi di cecità parziale e ipovisione, che avevano già effettuato una batteria di valutazione, i cui dati principale sono descritti in tabella.

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Risultati Preliminari

L’adattamento delle sottoscale delle IDS si è rivelato adeguato a poter valutare sia i profili cognitivi che di sviluppo generale dei bambini ipovedenti. 
Il punteggio medio QI ottenuto con le IDS (90) non si differenzia da quello ottenuto con strumenti tradizionali (92).

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Come si vede in figura, l’area della Percezione Visiva risulta essere in ogni caso il punto di maggior debolezza, insieme alla Memoria Uditiva (memoria a lungo termine semantica) spesso influenzata anche dalla difficoltà del bambino a mantenere a lungo l’attenzione uditiva mentre l’adulto legge una storia. Inoltre, i punteggi di Percezione Visiva emersi dalle scale IDS corrispondono a quanto rilevato con il Test di Percezione Visiva (TPV) precedentemente somministrato.
Le restanti aree valutate, riguardanti sia l’Attenzione Visiva che la Memoria Fonologica che il Ragionamento (sia Concettuale che Spaziale) sono risultate nella norma.

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Come si vede in figura, l’area dello sviluppo psicomotorio risulta quella più compromessa; in particolare le abilità fino e visuo motorie risultano al di sotto della norma.
Le IDS hanno permesso di rilevare invece i punti di forza dei bambini correlati agli aspetti linguistici, socio-emozionali e motivazionali, aspetti fondamentali che possono essere presi in considerazione nella personalizzazione degli interventi terapeutici. 

Conclusioni

Lo studio pilota presentato, ha mostrato non soltanto l’effettiva applicabilità di uno strumento per la valutazione del quoziente intellettivo e dello sviluppo generale, ma ha permesso di rilevare un quadro dettagliato del funzionamento globale del bambino, all’interno del quale individuare le aree di forza su cui investire, le funzioni e competenze da rinforzare, i limiti specifici e le caratteristiche strutturali che difficilmente possono essere considerate transitorie, e di cui tenere conto in ogni ambito: educativo, didattico, terapeutico e sociale.
Un importante fattore protettivo dello sviluppo, messo in evidenza dalla doppia valutazione del bambino che stiamo iniziando a condurre (una diretta attraverso le IDS e una indiretta attraverso il DP-3 - Developmental Profile-3, di Lanfranchi e Vianello, 2015), è rappresentato dalla coerenza tra i risultati emersi attraverso la fotografia del bambino registrata dall'IDS e la visione che i genitori avevano del proprio figlio/a rilevata attraverso il DP-3.
Tale coerenza può facilitare, infatti, processi di sintonizzazione emotivo-affettiva, consentendo ai genitori di mantenersi nel giusto equilibrio tra offerta d’aiuto e spinta alla maggiore autonomia conseguibile. La discrepanza tra le capacità possedute dal bambino/a e la percezione, sovra o sottostimata, dei genitori è stata motivo di confronto e di riflessione per aiutare i genitori a contenere atteggiamenti educativi eccessivamente protettivi oppure aspettative non consone al profilo di funzionamento del proprio figlio/a, causa frequente di sentimenti di incapacità, frustrazione, depressione, chiusura o rifiuto, che rischiano di interferire con la realizzazione del proprio ruolo di genitore e con lo sviluppo armonico del proprio bambino/a.