QI - Questioni e idee in psicologia - Il magazine online di Hogrefe Editore

Qi, il magazine online di Hogrefe Editore.
Ogni mese, cultura, scienza ed aggiornamento
in psicologia.

numero 99 - luglio 2022

Hogrefe editore
Archivio riviste

L'intervista

Intervista a Tommaso Ciulli

Intervista a Tommaso Ciulli

Alla luce delle recenti disposizioni normative in merito al “bonus psicologo”, abbiamo chiesto informazioni al Dott. Tommaso Ciulli, Consigliere dell’Ordine degli Psicologi della Toscana. 

D. Da quale situazione di contesto deriva la scelta di introdurre il cosiddetto “bonus psicologo”?

R. Negli obiettivi del bonus si fa proprio menzione al fatto che questo aiuto nasce come risposta allo stato di ansia, depressione, stress e fragilità psicologica indotti dall’emergenza pandemica e dalla correlata crisi socio-economica. Questa specifica appare all’interno del decreto stesso. Esso infatti, delinea che tale aiuto è indirizzato a gestire tutte quelle problematiche psicologiche derivanti dagli ultimi anni di pandemia che, come abbiamo visto, hanno contribuito purtroppo a generare e/o peggiorare una sofferenza psicologica della popolazione. 

D. Come funziona il bonus per le persone che lo vogliono richiedere? Che cosa prevede esattamente?

R. Intanto, come specificato sopra, il primo requisito è che sia indirizzato a quelle persone che hanno manifestato un abbassamento del benessere psicologico derivante dalla pandemia. Ulteriore specifica è che tale bonus è previsto per le persone con un ISEE non superiore ai 50.000 euro con tre scaglioni: al di sotto di 15 mila, di 30 mila e di 50 mila euro che riceveranno rispettivamente 600, 400 e 200 euro da poter spendere per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia.
Dal 25 di Luglio è già disponibile sul portale dell’INPS la pagina specifica per farne richiesta; il cittadino deve accedervi, fornire le informazioni richieste e depositare la domanda per sé stesso o per altri in qualità di genitore, tutore legale ecc.
Dal 24 di Ottobre verranno stilate le graduatorie e se la risposta sarà affermativa, il cittadino riceverà un codice univoco, che certifica la possibilità di ricevere le prestazioni professionali previste dal bonus. A quel punto avrà 180 giorni di tempo per spendere il bonus contattando uno dei professionisti che hanno aderito comunicando tale codice.
Il bonus coprirà un numero di sedute fino al raggiungimento della spesa massima possibile.

D. Come funziona per lo psicologo che intende erogarlo?

R. Il professionista può è aderire all’iniziativa tramite l’area riservata all’interno del sito dello CNOP (Ordine Nazionale degli Psicologi). Da qualche giorno è presente una voce dedicata proprio al Bonus psicologico. Seguendo le indicazioni il professionista può inserire le informazioni riguardanti i propri contatti e l’indirizzo dello studio. Una volta confermato sarà poi lo CNOP a comunicare all’INPS l’elenco dei professionisti aderenti.
In merito invece la parte fiscale, una volta che arriverà un paziente in studio lo psicologo dovrà emettere la fattura, registrarla sul sito dell’INPS indicando proprio il codice univoco specifico di quell’utente.
Mancano ancora dei punti da chiarire come ad esempio nel caso la fattura sia superiore ai 50 euro, cifra massima prevista per seduta dal bonus, e la questione legata all’invio al Sistema Tessera Sanitaria. Immagino che queste informazioni arriveranno prima della partenza prevista del 24 Ottobre.

D. Quali sono i requisiti professionali richiesti per coloro che intendono poter erogare il bonus?

R. L’unico criterio è che siano psicologi abilitati all’esercizio della psicoterapia e che abbiano dato comunicazione ai vari ordini regionali per l’annotazione alla psicoterapia.

D. Crede che questa manovra possa avere effetti sulla fruizione dei servizi psicologici e il riconoscimento sociale della figura dello psicologo?

R. Se vogliamo affrontare la questione in modo oggettivo è difficile ora poter dire se e in che modo questo bonus inciderà sulla figura dello psicologo (psicoterapeuta dato che è richiesto questo requisito) e sulla fruizione dei servizi psicologici.
Ci sono molti ragionamenti da poter sviluppare in tal senso. Attualmente vi sono due fattori da considerare: 1) è stata un’iniziativa che ad un punto del suo iter ha avuto una forte spinta dal basso con la raccolta firme che se non sbaglio è arrivata a circa 300.000 adesioni, 2) che nell’arco di un solo giorno, dal momento che è stata aperta la pagina dell’INPS per fare la richiesta, sono state registrate ben 85.000 domande, circa 5 volte in più di quante saranno finanziabili; probabilmente questo numero crescerà e molto.  
Questi due fattori possono far propendere verso l’ipotesi che c’è una forte domanda di servizi psicologici e che le persone riconoscono lo psicologo come quel professionista atto a rispondere a queste problematiche. Sarà importante continuare a monitorare cosa accadrà in futuro. Potrebbe essere interessante, con i giusti accorgimenti, confrontare questo bonus con altri bonus che sono stati stanziati dal governo in questi anni.
Un dubbio che ho verso il riconoscimento della figura dello psicologo, immaginando la ratio normativa, è che si tratta di un’iniziativa alla quale possono aderire solo i colleghi psicoterapeuti. Mettiamo che un cittadino volesse rivolgersi ad un collega che conosce per passaparola ma questo o questa non è psicoterapeuta?!
Infine, gli psicologi si occupano anche di benessere in ottica di prevenzione e mantenimento e non solo quando è già emersa una depressione, l’ansia e così via. Si rischia di far passare il messaggio che dallo psicologo si va solo ed unicamente quando si ha un problema oramai conclamato. Cosa che non è così o almeno non solo così e non solo in chiave clinica, pensiamo ad esempio alla psicologia del lavoro ecc.
Riconosco però un fatto, che il tutto ha generato un rimbalzo mediatico importante. Come sono state importanti una serie di iniziative collegate, intraprese dalla Senatrice Biti, promotrice di questo bonus, che ha condotto una campagna comunicativa per sensibilizzare la popolazione e non solo sul tema del benessere psicologico. Cosa che non mi risulta sia mai stata intrapresa da nessun governo precedentemente o in modo così strutturato. 

D. Intravede limiti o criticità?

R. Sì, criticità e limiti ve ne sono. La stessa Senatrice Biti, con la quale ho avuto uno scambio qualche tempo fa durante un comizio pubblico proprio sul bonus, ha riferito che vi sono dei limiti. Ad esempio, l’esigua entità economica stanziata per questo bonus (10 milioni) rispetto a quella preventivata inizialmente (40 milioni) e quindi, che i beneficiari di questa iniziativa saranno un numero molto basso (si calcola circa 16.000 persone). 
Il fatto che la manovra sarà comunque di durata limitata nel tempo, rispetto evidentemente ad una necessità più strutturale e costante. Questo come categoria lo sappiamo da tempo, nel pubblico le risorse verso la salute mentale sono molto limitate. 
Un’altra criticità è che questo bonus è unicamente pensato per quelle problematiche legate alla pandemia. È una criticità clinica, come poter differenziare in modo preciso se la pandemia ha generato o ha esacerbato qualcosa che già c’era? Com’è anche una criticità “morale”, se qualcuno ha una problematica psicologica non legata alla pandemia, perché escluderlo?
Infine, e qui che parla è il ricercatore ma non solo, come misurarne l’impatto. Attualmente non mi risulta siano previste strategie o alcun piano (già in essere) per rilevare l’impatto che questa manovra potrà avere sia sul versante della popolazione che dei professionisti. Iniziamo adesso come categoria professionale a discutere in tal senso ma non vi è ancora qualcosa di definito.
Questo purtroppo rischia di farci perdere un’occasione che seppur derivante da una manovra molto ridotta per entità, potrebbe fornire molte informazioni interessanti.