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numero 68 - giugno 2019

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L'intervista

Intervista a Cécile Pannetier

Intervista a Cécile Pannetier

Questa volta tocca alla nostra collega francese Cécile Pannetier, Publishing Manager presso Editions Hogrefe France, rispondere alle domande della nostra intervista, per darci una panoramica del mondo della psicologia e degli psicologi in Francia.

D. Quanti psicologi ci sono nel suo Paese? Quali sono i principali settori in cui lavorano?

R. Nel 2016 risultavano 58.000 psicologi attivi in Francia. Tra questi 15.000 riportavano di lavorare all’interno di servizi per la salute (ospedali, centri di cura ecc.), 10.000 erano impiegati nel sistema educativo (scuole, università, centri di ricerca accademici), 10.000 in istituzioni dedicate al sociale, 1.000 nell’area delle risorse umane e assunti da società e 4.000 riportavano di svolgere la libera professione – quest’ultimo dato risulta tuttavia sottostimato perché molti psicologi lavorano nel contesto della salute pubblica o nel sociale, ma svolgono anche attività libero professionale.

D. Qual è la percezione generale dello psicologo nel suo Paese? Ci sono pregiudizi o false credenze in merito?

R. Le persone confondono ancora gli psicologi con gli psichiatri e gli psicoanalisti. Tutto quello che è “psico” viene in qualche modo percepito come persone che hanno le capacità di accedere al funzionamento più profondo e al cervello. Questo è accompagnato da fascinazione mista a timore. Per fortuna questo sta cambiando, ma ci vorrà tempo.

D. Quali sono le principali figure professionali che svolgono un ruolo di competitor per gli psicologi?

R. Negli ultimi anni, sempre più psicologi hanno scelto di specializzarsi in neuropsicologia. Questa è una tendenza forte che testimonia la validità delle neuroscienze. Sicuramente, attraverso la neuropsicologia le frontiere tra neuroscienze e scienze umane si confondono, si evolve la pratica clinica e si sviluppa la conoscenza in tutti i settori della psicologia. Non direi però che esiste veramente una categoria professionale in competizione con la psicologia. Forse la psichiatria, anche se è legata alla medicina e la differenza con la psicologia è piuttosto chiara, anche se non tutti a volte la conoscono.

D. Attraverso quali canali gli psicologi si informano e si aggiornano?

R. Molti psicologi fanno parte di associazione che sono strettamente legate al loro settore di attività o campo di pratica e quindi ricevono informazioni attraverso questi canali. Eventi professionali come corsi o convegni vengono organizzati con regolarità e credo che questo sia il principale canale che gli psicologi hanno a disposizione per sviluppare la propria conoscenza, venire a contatto dei nuovi risultati di ricerca ecc. Anche i social media giocano un ruolo in questo senso, attraverso i gruppi che condividono informazioni, prospettive, consigli su nuovi strumenti, attività ecc.
L’offerta di formazione è piuttosto ricca e completa, ma i costi sono difficili da sostenere, specialmente per gli psicologi che svolgono la libera professione.

D. Esistono eventi o congressi di interesse nazionale?

R. L’associazione scientifica SFP organizza un congresso annuale e la federazione degli psicologi (FFP) uno ogni due anni. Questi eventi sono finalizzati a rafforzare i contatti tra i ricercatori e i clinici anche se non posso dire che siano considerati i più interessanti da parte degli psicologi. Molti altri eventi su temi specifici sono organizzati nel corso dell’anno da università, associazioni ecc. e sono molto popolari.

D. Quali sono i tre test di maggior successo nel suo Paese?

R. Hogrefe France sta pubblicando con regolarità nuovi prodotti per ampliare la sua offerta, che non è ancora completa. Al momento, i principali strumenti che psicologi possono acquistare da noi sono: l’ADOS-2 che è uno strumento che supporta la diagnosi di autismo, il NEO-PI-3 che a livello internazionale è probabilmente il più noto strumento di valutazione sul modello dei Big Five e il PIFAM che è un programma di gruppo creato da Francine Lussier e dedicato al trattamento dei bambini con difficoltà di apprendimento.

D. Che tipo di proposte editoriali di solito ricevete? Quale tra queste è stata la più insolita ad oggi?

R. Riceviamo proposte di pubblicazione di tipo molto diverso: quelle tradizionali su strumenti di valutazione della personalità, ma anche altre sulle dipendenze di tipo sessuale o la fedeltà nelle relazioni di coppia. Ovviamente, alcune sono più in linea con la nostra attuale prospettiva, ma siamo sempre molto interessati a conoscerle perché dimostrano l’essenzialità della valutazione psicometrica e costituiscono opportunità per scoprire attività o settori di ricerca di cui non eravamo a conoscenza e incontrare persone.

D. In base alla sua esperienza di editore, quali ambiti della psicologia fanno maggior uso di test?

R. I neuropsicologi utilizzano molti test. Tuttavia, non tutti sono di buona qualità ed è davvero una sfida per ricercatori, autori e editori di test produrre strumenti in linea con gli standard. I test sono molto impiegati anche dagli psicologi dell’età evolutiva che lavorano nel campo dei disturbi dell’apprendimento. A differenza dei settori della salute e dell’educazione, i professionisti delle risorse umane usano i testi per la selezione, l’orientamento di carriera e lo sviluppo professionale. È stato dimostrato che i test utilizzati in contesto di assunzione del personale riducono il rischio di un inserimento inefficace e questo li ha fatti diventare piuttosto popolari.

D. Nel suo Paese ci sono associazioni scientifiche o professionali che supervisionano la qualità dei test psicologici e della formazione necessaria al loro utilizzo?

R. In Francia le associazioni professionali non regolano il campo della valutazione psicometrica così come in altri Paesi, vedi la Gran Bretagna con il BPS o l’Olanda con il COTAN. Gli editori di test hanno completa autonomia nel decidere quale categoria professionale può acquistare quale test e quale formazione dovrebbe completare prima di acquistarlo. Siamo dunque molto lieti di far parte dell’ETPG, European Test Publishers Group, perché sapere che cosa viene fatto negli altri Paesi ci aiuta a prendere decisioni fondate. Siamo inoltre membri dell’ITC, International Test Commission, e riportiamo regolarmente le line guida di questa associazione a chi utilizza i test.

D. Quali sono i temi caldi o le nuove tendenze nel panorama psicologico del suo Paese?

R. Non è una novità in assoluto, ma l’autismo e in genere i disturbi del neurosviluppo sono un argomento molto importante. Il tema delle funzioni esecutive viene sempre più discusso e come editore siamo molto lieti di poter proporre gli strumenti della famiglia BRIEF, dalla prima infanzia all’età adulta.