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numero 85 - marzo 2021

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L'intervista

Intervista a Brian Butterworth

Intervista a Brian Butterworth

In occasione della pubblicazione del suo Discalculia. Dalla scienza all'insegnamento, abbiamo voluto intervistare Brian Butterworth proprio sul tema della discalculia, forse tra i disturbi specifici dell'apprendimento ancora il meno noto. 

D. Come spiegherebbe la discalculia a chi non ne ha mai sentito parlare?

R. Le persone con discalculia hanno risultati molto scarsi in compiti aritmetici di base, nonostante abbiano ricevuto un buon insegnamento, e la loro attenzione e le  abilità cognitive siano adeguate. Pensate alla discalculia come alla dislessia, solo che invece della lettura riguarda l’aritmetica. Ovviamente ci sono molti motivi per cui si puossono avere grandi difficoltà in lettura e matematica, ma dislessia e discalculia hanno le loro specifiche cause.  
Si tratta di qualcosa presente fin dalla nascita e, con molta probabilità, è ereditario, come nel caso della dislessia. Non sappiamo ancora quali siano i geni critici, ma sappiamo che la discalculia sia associa ad alcune anomalia a livello cerebrale, soprattutto a livello dei lobi parietali. 
Uno degli indicatori chiave, nel caso di questa patologia è la risposta all’intervento. Abbiamo osservato come bambini di 5 o 6 anni non affetti da discalculia ma con difficoltà analoghe in compiti aritmetici di base rispondono all’intervento specifico piuttosto bene, mentre i discalculici che mostrano uno stesso livello di difficoltà, ottengono risultati molto scarsi a seguito del trattamento. 
La discalculia non riguarda tutta la matematica, ma soltanto i numeri e l’aritmetica. Conosco professionisti, anche molto apprezzati, in campo matematico su cui nutro il forte sospetto che possano essere dislessici, anche se ovviamente non li ho mai testati in modo formale. In ogni caso, spesso si dice che non bisognerebbe lasciare che un matematico divida il contro alla fine di una cena. 

D. Quali sono le principali caratteristiche di un bambino discalculico?

R. I discalculici trovano grandi difficoltà nell’apprendere l’aritmetica e nel ricordare le informazioni numeriche. A causa di questo, possono avere difficoltà nel fare shopping, gestire i soldi, leggere l’orario, mantenere appuntamenti, calcolare il tempo di trasporto ecc. Ovviamente, ci possono essere persone che mostrano le stesse difficoltà, ma per ragioni diverse. 
Un’indagine del governo inglese ha segnalato che la discalculia rappresenta un handicap maggiore della dislessia. Ha effetti maggiori sui risultati scolastici e sull’impiego lavorativo. 

D. Che relazione c’è tra la discalculia e gli altri disturbi specifici dell’apprendimento?

R. Spesso la discalculia si presenta in concomitanza a condizioni più note come dislessia, disprassia e ADHD. A volta anche con l’autismo, ma sappiamo che molte persone con disturbi dello spettro dell’autismo possono eccellere in matematica. Quello che emerge chiaramente dalle evidenze di ricerca è che nessuna di queste condizioni è la causa della discalculia. Il motivo per cui tendono a presentarsi in concomitanza è ancora un mistero. Uno dei motivi di questa co-occorrenza, tuttavia, è la maggiore facilità di ricevere una diagnosi di dislessia o autismo perché genitori, educatori e autorità educative sono molto più consapevoli di questi quadri clinici di quanto lo siano della discalculia. Quindi quando un bambino si presenta ad una valutazione per un sospetto di dislessia e si scopre che è discalculico, si osserva automaticamente una co-occorrenza. È davvero molto più improbabile che si osservi il caso contrario: una richiesta di osservazione per discalculia che finisce con una diagnosi di dislessia. 
L’adulto dislessico più grave che ho valutato, quello che disse di non aver mai letto un giornale nella sua vita, perché per lui troppo difficile, era un professore di matematica alla UCL.

D. Qual è lo stato dell’arte della ricerca scientifica sulla discalculia? Quali potrebbero essere gli obiettivi principali del prossimo futuro?

R. A mio parere, alla base della comprensione dei concetti di base del numero c'è una difficoltà congenita chiara e diretta. Questo è il messaggio del libro. Questo è facilmente valutabile misurando con quanta efficacia uno studente riesce a dire il numero di oggetti in una riga, per esempio, chiedendogli di nominare il numero il più velocemente possibile o di confrontare e scegliere la più numerosa tra due configurazioni di punti. L’efficienza, in questo caso, è una combinazione tra accuratezza e velocità. È stato dimostrato che il compito di denominazione di numeri è in grado di predire la fluenza aritmetica. Il più grande studio sulla prevalenza ad oggi pubblicato, che ha coinvolto 11.500 bambini in uno dei distretti dell’Havana, a Cuba, ha osservato che i bambini con difficoltà nel compito di enumerazione di punti avevano una buona probabilità di essere discalculici (specificità 98%). Inoltre, nel più lungo studio longitudinale ad oggi disponibile (dalla scuola dell’infanzia agli 11 anni), è emerso come i bambini che si mostravano inefficienti nella enumerazione di punti a livello della scuola dell’infanzia, continuavano a mostrare difficoltà in compiti aritmetici adeguati all’età, almeno fino alla fine dello studio (11 anni). 
Esiste un altro approccio che vede la discalculia come una condizione eterogenea. Si fa riferimento al fatto che si osservano molte possibili cause e un’ampia gamma di sintomi. È vero che la discalculia si presenta in modi molto diversi, ma questo è dovuto al fatto che i singoli bambini hanno abilità cognitive diverse ed esperienze educative molto varie a casa e a scuola. Questa visione della discalculia si pone sullo stesso piano dell’affermazione che il mal di testa è una condizione eterogenea. A volte un mal di testa può ridurre la performance in compiti cognitivi e questo potrebbe portare all’implicazione che non esiste il mal di testa ma piuttosto un insieme di Qi basso, memoria di lavoro deficitaria, difficoltà di lettura e di attenzione, associate ad una sensazione nella testa. Il nostro approccio è quello di lavorare sul mal di testa stesso. 

D. Quali sono i principali criteri per la diagnosi di discalculia?

R. Un test di screening basato sull’enumerazione di punti è il più valido e attendibile. Noi usiamo il criterio del 5° percentile, ma questo è arbitrario, al pari di tutti gli altri criteri. In ogni caso, giustifichiamo questa scelta conducendo analisi dei cluster per vedere se effettivamente c’è una differenza tra i bambini che cadono sotto il  5° percentile e gli altri. 

D. Che cosa è possibile fare per migliorare il rendimento scolastico e l’adattamento a scuola dei bambini con discalculia?

R. Questo è importante, ma come per la dislessia, è necessario intervenire alla radice del problema. Ho scritto una guida per insegnanti sulla discalculia (Discalculya Guidance), assieme a Dorian Yeo, un’insegnante brillante, specializzata sui bisogni speciali, che ha formato molti dei migliori clinici inglesi. Più di recente abbiamo creato un gioco digitale basato sugli stessi principi, una specie di “Digital Dorian”, chiamato NumberBeads, in grado di aiutare i discalculici, così come gli altri studenti, nella comprensione delle basi dell’aritmetica in termini di set e set di operazioni, e di come questi si leghino ai numeri e ai simboli delle operazioni. 

D. Qual è la prevalenza della discalculia nella popolazione?

R. Il nostro studio sulla prevalenza a Cuba suggeriva il 4% della popolazione tra i 6 e i 16 anni. Altri studi riportano un indice di prevalenza tra il 5% e il 7%.
Non fidatevi degli studi sperimentali sulla “discalculia” che adottano un criterio come una deviazione standard al di sotto della media. Questo estrae il 16% del campione di base di test standardizzati per la valutazione della competenza aritmetica (come WIAT, Woodcock-Johnson, TEDI). Questi campioni includono molti bambini che hanno difficoltà in aritmetica, ma per molte altre ragioni. 

D. Differenti sistemi di rappresentazione del numero, dovuti a specifiche culture o lingue, per esempio quello cinese che evidenzia la relazione additiva e moltiplicativa tra i numeri, possono avere un effetto sulla comprensione del sistema del numero e sulla discalculia?

R. È vero, alcune lingue esprimono il sistema del numero in modo più trasparente, ad esempio quella cinese. Le lingue europee sono notoriamente più idiosincratiche, basta pensare all’inglese teens, al tedesco unit-und-decade, o al francesce quatre-vingts. Ma lo svantaggio rappresentato da queste lingue è transitorio e lo studente presto impara a superarlo. Non sono causa di discalculia, ma possono rendere la vita dei discalculici più difficile, quando cercano di allineare le parole irregolari del conteggio con la numerazione in base 10. Può essere un po' come la dislessia. I dislessici trovano più facile apprendere a leggere lingue dall’ortografia più regolare, come l’Italiano o il Finlandese, piuttosto che una lingua altamente irregolare, come l’inglese.