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numero 114 - gennaio 2025

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Il Self-Report Symptom Inventory (SRSI): un approccio innovativo per la rilevazione dei sintomi non credibili

Il Self-Report Symptom Inventory (SRSI): un approccio innovativo per la rilevazione dei sintomi non credibili

La valutazione della genuinità dei sintomi dichiarati rappresenta una sfida complessa sia in ambito forense che clinico. La presenza di incentivi esterni, come potenziali benefici economici o l'evitare responsabilità legali, può indurre gli individui a simulare, esagerare o minimizzare i propri sintomi (Sherman e coll., 2020). Tali comportamenti strategici rendono necessaria l'adozione di strumenti di valutazione multidimensionali e l'integrazione di diverse fonti di informazione per giungere a conclusioni attendibili.
Gli approcci non strutturati per rilevare la falsificazione dei sintomi si sono dimostrati insufficienti, anche quando adottati da professionisti esperti (Dandachi-FitzGerald e coll., 2017; Resnick e Harris, 2002). Questa limitazione ha sottolineato la necessità di ideare misure oggettive e standardizzate per migliorare la rilevazione della presentazione distorta dei sintomi (Sweet e coll., 2021).
Gli individui che simulano dei sintomi possono presentare segni inusuali o incoerenti rispetto ai pazienti genuini (Rogers e Correa, 2008). Spesso generalizzano eccessivamente i sintomi e allo stesso tempo ottengono risultati inferiori nei test cognitivi (Alwes e coll., 2008). Identificare queste incongruenze è fondamentale per una valutazione accurata della validità dei sintomi. Tuttavia, è importante notare che gli individui che simulano una patologia possono anche essere abili nell'imitare sintomi o deficit specifici (Heinze e Purisch, 2001).
Queste considerazioni hanno portato allo sviluppo dei test di validità delle prestazioni (TVP) - che mirano a rilevare la sottoperformance - e dei test di validità dei sintomi (TVS) - che mirano a identificare l'esagerazione dei sintomi.
Alcuni TVS sono strutturati sotto forma di questionari che includono item descrittivi di sintomi "bizzarri" o "inverosimili". Questi sintomi rappresentano manifestazioni cliniche che non trovano riscontro nei quadri patologici noti o che risultano fisiologicamente impossibili. L'obiettivo di questi item è identificare individui inclini, consapevolmente o meno, a sovrastimare, simulare o esagerare la propria sintomatologia (Cooper e coll., 2021; Lanyon, 2003). Chi risponde in modo genuino, infatti, non dovrebbe riferire tali sintomi, offrendo così una misura indiretta del livello di credibilità delle risposte. 
L'adozione limitata di strumenti di valutazione scientificamente accurati nella pratica clinica italiana, rilevata da uno studio recente (Giromini e coll., 2022), solleva preoccupazioni riguardo alla qualità e all'accuratezza delle diagnosi e degli interventi psicologici. Nonostante il crescente consenso internazionale sull'importanza di tali strumenti (Sherman e coll., 2020; Sweet e coll., 2021), solo il 13.2% degli psicologi italiani ne fa un uso regolare.
Questa carenza, unita alla limitata disponibilità di strumenti avanzati nel contesto italiano, ostacola l'implementazione di approcci standardizzati e compromette l'affidabilità delle diagnosi, esponendo a un rischio maggiore di bias interpretativi.
Queste lacune riflettono la necessità di nuovi strumenti che siano accessibili e scientificamente validati, come il Self-Report Symptom Inventory (SRSI), il quale rappresenta un significativo passo avanti nella rilevazione della credibilità dei sintomi.
L'SRSI, sviluppato da Merten e colleghi (2016, 2019, 2022), è composto da 107 item a risposta vero/falso, suddivisi in due scale principali: la Scala dei Sintomi Genuini (50 item), che include sintomi tipici di condizioni mediche o psicologiche reali, e la Scala degli Pseudosintomi (50 item), che comprende manifestazioni cliniche atipiche, bizzarre o incongruenti con le patologie organiche o psichiatriche riconosciute. Ogni scala è ulteriormente suddivisa in cinque sottoscale tematiche, ciascuna contenente dieci item. La Scala dei Sintomi Genuini comprende cinque sottoscale che riguardano sintomi afferenti a patologie cognitive, inerenti alla depressione, al dolore, a sintomi somatici aspecifici e a quelli relativi all’ansia, inclusi i sintomi del disturbo post-traumatico da stress (PTSD). La Scala degli Pseudosintomi include, invece, sottoscale dedicate a sintomi falsi in ambito cognitivo, motorio, sensoriale, doloroso e mentale. Inoltre, sono presenti due item iniziali per valutare la cooperazione dell’individuo esaminato e cinque item di controllo per verificare la coerenza delle risposte.
L'elemento distintivo dell'SRSI risiede nell'inclusione di sottoscale dedicate ai sintomi genuini, che, pur essendo analizzabili principalmente in modo qualitativo, rafforzano lo strumento contro tentativi di coaching e riducono la percezione delle finalità diagnostiche, incrementando così la validità di facciata. Questa caratteristica rende lo strumento particolarmente utile nell'identificazione di casi in cui si sospetta la coesistenza di sintomi genuini e sintomi esagerati o simulati.
Lo strumento trova applicazione in diversi ambiti, tra cui quello giuridico, previdenziale e amministrativo. Questi contesti richiedono spesso valutazioni di condizioni fisiche e psicologiche che, pur non essendo gravi, possono influenzare significativamente la capacità lavorativa o la qualità di vita delle persone coinvolte. Ad esempio, lo strumento può essere utilizzato per valutare richieste di risarcimento danni, di riconoscimento di invalidità o di incapacità lavorativa.
La versione italiana dell'SRSI è stata somministrata a un ampio campione di individui sani al fine di valutarne le proprietà psicometriche e la sua efficacia nell'identificazione di sintomi genuini e pseudosintomi (Ribatti e coll., 2024). Le analisi fattoriali esplorativa e confermativa hanno comprovato la solidità della struttura teorica dello strumento. Per quanto riguarda la validità convergente, la versione italiana dell'SRSI ha mostrato una forte correlazione positiva con lo Structured Inventory of Malingered Symptomatology (SIMS), uno strumento già utilizzato nella valutazione della simulazione dei sintomi. Inoltre, le analisi delle curve ROC hanno identificato i punti di cut-off ottimali per la rilevazione degli pseudosintomi, i quali hanno mostrato valori di specificità del 95% e 98%, confermando così l'efficacia dello strumento nel ridurre al minimo i falsi positivi.

Bibliografia

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  • Merten, T., Merckelbach, H., Giger, P., e Stevens, A. (2016). The Self-Report Symptom Inventory (SRSI): A new instrument for the assessment of distorted symptom endorsement. Psychological Injury and Law, 9(2), 102–111. https://doi.org/10.1007/s12207-016-9257-3.
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  • Sherman, E. M., Slick, D. J., e Iverson, G. L. (2020). Multidimensional malingering criteria for neuropsychological assessment: A 20-year update of the malingered neuropsychological dysfunction criteria. Archives of Clinical Neuropsychology, 35(6), 735–764. https://doi.org/10.1093/arclin/acaa019.
  • Sweet, J. J., Heilbronner, R. L., Morgan, J. E., Larrabee, G. J., Rohling, M. L., Boone, K. B., Kirkwood, M. W., Schroeder, R. W., e Suhr, J. A, (2021). American Academy of Clinical Neuropsychology (AACN) 2021 consensus statement on validity as assessment: Update of the 2009 AACN consensus conference statement on neuropsychological assessment of effort, response bias, and malingering. The Clinical Neuropsychologist, 35(6), 1053–1106. https://doi.org/10.1080/13854046.2021.1896036.