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numero 63 - dicembre 2018

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Il processo di analisi della validità del MMPI-2 utilizzato dal software RIO

Il processo di analisi della validità del MMPI-2 utilizzato dal software RIO

Come noto, il Minnesota Multiphasic Personality Inventory – 2 (MMPI-2) è un questionario self-report a risposta dicotomica (V oppure F) per lo studio della personalità la cui interpretabilità dipende prevalentemente dalla disponibilità, o meno, a rispondere in modo sincero agli item da parte di chi compila il test. Le persone possono avere svariati motivi per dare risposte non allineate al loro pensiero o alla loro realtà, soprattutto se il questionario viene utilizzato in ambito giuridico sia civile che penale. Questo limite è stato rilevato dagli stessi ideatori del test che hanno introdotto item “sottili”, cioè frasi il cui “incasellamento” in una particolare condizione psicologica era di difficile individuazione per gli esaminandi. Tuttavia, uno dei punti di forza del MMPI è la messa a punto di scale e di indici che aiutano l’esaminatore a decidere se il profilo ottenuto dalle risposte al questionario sia valido, attendibile e, quindi, interpretabile. Questo insieme di scale, indici e regole è andato progressivamente ampliandosi nel corso degli anni di applicazione dello strumento.
Sostanzialmente, il contributo alla decisione della validità di un profilo MMPI è dato dallo studio dei valori e dalla relazione reciproca delle seguenti scale, valori ed indici:

  • L– Lies;
  • F –Frequency;
  • K – Korrection;
  • VRIN;
  • TRIN;
  • Fb – scala F back;
  • F-K index – Dissimulation Index;
  • AV – Average Elevation Index;
  • N.risposte omesse;
  • N. risposte omesse nella seconda parte del MMPI-2 completo (dall’item 371 all’item 567);
  • V% – percentuale delle risposte Vero;
  • F% – Percentuale delle risposte Falso.

Si tratta solo apparentemente di 12 indicatori ma in realtà esiste un numero molto alto di combinazioni tra questi indici che possono rendere il profilo dubbio oppure non valido e quindi non interpretabile. RIO ha tradotto queste combinazioni in regole informatiche il cui compito è di verificare in profondità la validità di un profilo (aspetto quantitativo) indicando nel contempo la motivazione del dubbio o della non validità del profilo stesso (aspetto qualitativo).
Vi sono altri fattori che potremmo definire “esterni” al questionario che, per altri motivi, possono renderlo non valido. Queste regole basilari sono applicabili alla stragrande maggioranza di tutti i test in generale. Si tratta delle seguenti norme:

  • assenza del consenso informato: in questo caso si assisterebbe ad una “non utilizzabilità” del profilo, soprattutto in ambito forense e quindi ad una sorta di “non validità giuridica”. Questa modalità va anche contro i principi deontologici;
  • somministrazione non standardizzata: non sono state presentate completamente e correttamente le istruzioni al momento della somministrazione;
  • somministrazione “delegata”: il questionario non può essere consegnato per una compilazione “fatta a casa”;
  • assenza di controllo del setting di valutazione: dobbiamo essere sicuri che il questionario sia compilato autonomamente senza aiuti (compreso quello dell’esaminatore) né interferenze (uso del cellulare) o altro tipo di disturbi esterni;
  • la mancata verifica della presenza di strumenti necessari per la compilazione/lettura del questionario (es. occhiali, livello di istruzione adeguato ecc.). 

RIO - Report Informatizzato Online per tutte le forme MMPI, è un sofisticato programma fornito da Hogrefe Editore finalizzato a fornire l’interpretazione del profilo MMPI in modo tale da evitare errori metodologici ed interpretativi.
All’interno di questo programma vi sono oltre 1600 regole interpretative che permettono di utilizzare il report con un elevato grado di affidabilità descrittiva e diagnostica.
La figura 1 riporta il main flow-chart utilizzato per descrivere ed interpretare i punteggi di un determinato profilo, sia esso patologico o meno. Si tratta di “fasi” ben delineate che individuano una strada o, meglio, il processo attraverso cui un profilo grafico deve passare per poter essere correttamente interpretato. Questo percorso permette di arrivare a conclusioni descrittive e ad ipotesi diagnostiche solo se viene percorso nella sua completezza e solo quando le informazioni ottenute ai vari step rispondano ad una regola che potremmo chiamare “regola delle 3 C”: le informazioni devono essere tra loro Collegate, Combinate e Coerenti.

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Fig.1

La semplicità di questo schema che illustra le fasi interpretative nasconde una struttura di analisi fortemente complessa sostenuta dalla letteratura nazionale ed internazionale di merito ed è solo una minima parte di quanto RIO sviluppa nel suo sistema per offrire una interpretazione affidabile e completa del profilo grafico MMPI.
Ci soffermeremo in questo articolo unicamente sulla prima fase di analisi fatta da RIO: la validità del profilo.
Una delle maggiori difficoltà nell’interpretazione di un protocollo MMPI è capire e decidere se quest’ultimo sia valido, attendibile e, quindi, interpretabile. Spesso vengono presi in considerazione solo pochi parametri tra quelli utili a questo tipo di valutazione e la decisione se accettare o meno un profilo ed interpretarlo è affidata a pochi parametri spesso non considerati nel loro reciproco rapporto.
Oppure, al contrario ed erroneamente, si decide che un profilo possa essere interpretato citando l’elevazione di alcuni valori limitandosi ad aspetti “quantitativi”, cioè numerici, ma senza individuare l’aspetto “qualitativo” di tale rifiuto cioè “perché” una persona ha risposto in modo da non rendere possibile l’interpretazione.
L’analisi della validità utilizzato da RIO utilizza più processi di approfondimento che cercheremo di evidenziare schematicamente in modo descrittivo, sapendo che ciascuna delle voci di ogni figura contiene più regole interpretative che andranno ad individuare specifiche frasi di interpretazione.
Uno dei motivi per cui RIO interpreta i punteggi in modo separato per i profili in ambito “clinico” ed in ambito “forense” è legato al fatto che i punteggi non hanno una valenza univoca ma devono essere contestualizzati. RIO ha scelto due forti contestualizzazioni: l’ambito clinico e l’ambito forense. Ecco, ad esempio, che un punteggio di 65 punti T alla scala L assume significato diverso per ciascuno dei due contesti: in ambito clinico individua persone che tentano di presentarsi sotto una luce favorevole e socialmente accettabile all’esaminatore, in ambito forense individua persone che potrebbero tentare di dissimulare atteggiamenti e comportamenti che potrebbero influenzare positivamente o negativamente il giudizio dell’esaminatore rispetto a decisioni che questi potrebbe prendere.
La figura 2 presenta lo schema generale e meglio conosciuto di analisi della validità del MMPI.
Una volta somministrato il test seguendo le regole di somministrazione descritte nei vari manuali reperibili in commercio ed effettuato lo scoring in modo da ottenere i valori delle varie scale, si procede ad una prima analisi dei risultati andando a verificare le scale e gli indici deputati allo studio della validità del test.
Naturalmente, queste scale devono essere interpretate utilizzando la citata regola delle 3C: l’interpretazione deve Collegare tra loro le scale, Combinarle e fornire una lettura Coerente alla loro configurazione reciproca ed altezza.

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Fig. 2

Le figure successive indicano ulteriori approfondimenti che RIO attua nell’analisi dei punteggi per la verifica degli aspetti qualitativi della validità del profilo stesso. Ogni schema rappresenta in sostanza “il razionale” delle regole decisionali assunte da RIO nel produrre il narrato relativo alla valutazione della validità.

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Fig. 3

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Fig. 4

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Fig. 5

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Fig. 6

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Fig. 7

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Fig. 8

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Fig. 9

L’ultimo schema indica la presenza in RIO di regole decisionali utili alla determinazione di una condizione di dissimulazione (fake-good) o di simulazione (fake-bad). Questo tipo di situazioni sono abbastanza comuni in sede soprattutto di valutazioni di tipo legale.

Ecco un esempio di output sulla validità di un MMPI-2 fornito da RIO.

“Il protocollo è valido ma potrebbe fornire risultati dubbi. 
Il soggetto ha fornito un numero elevato di risposte incoerenti, indipendentemente dal contenuto degli item. La patologia lamentata nella seconda parte della prova risulta estremamente grave. Ciò potrebbe indicare un tentativo, da parte del soggetto, di simulare o di amplificare i propri problemi agli item direttamente e apertamente riferiti alla patologia. Pertanto è sconsigliata l'interpretazione delle scale di contenuto e supplementari.
Il soggetto ha dichiarato un maggior numero di problemi e sintomi nella seconda parte del test, che comprende item a contenuto più chiaramente riferiti alla psicopatologia. Tale discrepanza può essere derivata da stanchezza, insufficiente comprensione degli item, confusione o altre alterazioni mentali, o da un tentativo cosciente di enfatizzare la propria sofferenza, anche per un bisogno di attrarre l’attenzione su di sé con una richiesta di aiuto.
La scala F, elevata al di sopra della norma, suggerisce uno stile di risposta orientato ai problemi.
Punteggi in questo range sono frequenti sia in ambito clinico che in ambito non clinico e sono indicativi di qualche forma di disagio psicologico.
Il punteggio della scala L suggerisce che il soggetto ha cercato di orientare in qualche misura i risultati del test. Tale stile di risposta può essere indicativo di conformismo o rigidità morale, o di una scarsa accettazione dei propri problemi.”

La valutazione della validità di un profilo MMPI rappresenta un processo di analisi che spesso viene operato utilizzando solamente parte dei criteri previsti. L’utilizzo di RIO rappresenta un salto qualitativo sul piano metodologico assicurando la correttezza dell’applicazione di tutte le regole possibili singolarmente e combinate tra loro. Infatti, l’interpretazione del MMPI-2, non può limitarsi al mero conteggio dell’elevazione delle scale di controllo ma bensì di almeno altri due importanti e decisivi fattori: la relazione che i valori delle scale di controllo assumono tra loro ed il contesto in cui il questionario viene utilizzato. Solamente l’integrazione delle informazioni ottenute dalla relazione tra queste due variabili (numerica e di contesto) offre una garanzia sulla validità del profilo clinico generale che si viene poi ad esaminare. Ciò unitamente al controllo delle alle altre fonti “esterne” al test, che abbiamo chiamato di “contesto”, cioè l’osservazione del comportamento, l’anamnesi, la motivazione a sottoporsi al test, il contesto in qui questo viene ad essere utilizzato, possono e devono essere prese in considerazione e gestite dall’esaminatore in una visione di insieme che contribuisce a dare nuove sfumature sia sulla validità del profilo che interpretative.
RIO, nell’includere nel proprio processo di analisi un numero molto ampio di regole intrecciate e messe in relazione tra loro, risponde in modo esauriente e sicuro alla prima domanda che dobbiamo porci di fronte ad un profilo MMPI: “Ma questo profilo è valido?”.

Riferimenti bibliografici

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