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numero 55 - marzo 2018

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Comunicazione, empatia e collaborazione. Le competenze nell'era dell'industria 4.0

Comunicazione, empatia e collaborazione. Le competenze nell'era dell'industria 4.0

Uno spirito innovativo e pioneristico, la capacità di vedere i problemi da angolazioni diverse, l’essere predisposti alla creatività, l’empatia e una motivazione a lavorare nel cambiamento e in un contesto che cambia rapidamente. Sono queste alcune delle competenze soft richieste ad un gruppo di giovani neo laureati che hanno partecipato ad un assessment center per una posizione all’interno della “corporate innovation” di una nostra azienda partner.
La valutazione si inserisce nel contesto della Quarta Rivoluzione Industriale e dell’Industria 4.0 dove l’automatismo digitale viene applicato alla produzione, integrando nuove tecnologie per migliorare le condizioni di lavoro, aumentare l’efficienza e la qualità produttiva degli impianti.
I giovani candidati diventeranno specialisti del linguaggio digitale cibernetico applicato alle macchine.
Intelligenza artificiale ed intelligenza umana quindi.

L'uomo non verrà sostituito dalla macchina

Studi recenti, tra cui una ricerca di Manpower Group – dal titolo Skills Revolution – presentata al World Economic Forum di Davos, sottolineano come l’uomo non verrà sostituito dalle macchine o dai robot ma si occuperà di compiti più complessi.
La digitalizzazione e l’automazione del lavoro rappresentano un’opportunità.
Le macchine consentiranno di svolgere il lavoro meglio, più rapidamente e in sicurezza. Mentre le macchine si occuperanno quindi di svolgere lavori ripetitivi, cruciali ma che richiedono capacità umane più basse, l’uomo si occuperà della complessità, dovrà sapersi orientare in ambienti sconosciuti, in rapida evoluzione, con dati difficili da interpretare. Dovranno risolvere un problema in modo creativo, dovranno capire le persone con le quali collaborano; l’ambiente di lavoro diventerà sempre più imprevedibile e per l’uomo c’è ancora molto spazio di azione e autonomia.
L'indagine, condotta da ManpowerGroup tra 18.000 datori di lavoro in 43 Paesi del mondo, affronta il tema dell'impatto della digitalizzazione sull'occupazione e dello sviluppo di nuove competenze dei lavoratori. I risultati rivelano che, a livello mondiale, oltre il 90% dei datori di lavoro intervistati prevede che la propria azienda verrà impattata dalla cosiddetta "quarta rivoluzione industriale" nei prossimi due anni, e che questo fattore influenzerà la caratterizzazione delle competenze dei lavoratori verso una sempre maggiore digitalizzazione, creatività, agilità e “learnability”. 
Quali sono quindi le capacità più richieste nell’era dell’industria 4.0 e come valutare tali competenze?
Capacità relazionali e valutative, legate alla comprensione delle persone e al sapersi inserire in un team di lavoro, capacità cognitive legate alla comprensione dei dati, dei numeri, lettura dei problemi e interpretazione creativa. Ma anche proattività, spirito di intraprendenza, curiosità e apertura mentale. Queste sono alcune delle competenze maggiormente richieste dai nostri clienti, valutate con metodi oggettivi e validati ma anche innovativi e al passo con la rivoluzione digitale.
L’aspetto dell’oggettività nella valutazione è confermato come aspetto fondamentale e ancor più nella dimensione digitale, dove la scelta degli strumenti/fornitori è parte integrante del processo e variabile cruciale per la validità della valutazione; in questo scenario il valutatore, con la sua esperienza, la capacità di lettura dei comportamenti, di analisi delle dinamiche dei candidati è il vero valore aggiunto, capace di cogliere quelle sfumature della persona in quanto Essere unico e irripetibile.

Una modalità diversa di valutare

Se l’innovazione digitale sta investendo vari settori, la valutazione del potenziale non poteva di certo continuare con i test carta e matita. Si sono evoluti i test, erogabili on line, si sono evoluti gli in basket. Abbiamo creato un in basket, attraverso un’applicazione che viaggia su smartphone in cui il candidato veste i panni del sindaco di una Smart City.  Lo scopo dell’in basket è quello di far vincere la propria città al concorso Citech. Il Sindaco dovrà conciliare varie impegni nonché prendere una serie di importanti decisioni. Da un lato, incontrerà le attività ordinarie legate alla gestione quotidiana della città, dovrà quindi far fronte alle varie problematiche riportate da cittadini e collaboratori; dall’altro sarà impegnato in uno sforzo straordinario teso a portare la città alla vittoria del Citech. Per raggiungere questo obiettivo dovrà mettere in campo delle iniziative smart orientate all’innovazione, all’inclusione e all’ecosostenibilità.
Gli obiettivi su cui si misureranno i gamers sono stati scelti non solo perché rispecchiano i valori di moltissime imprese in tutto il mondo. Vogliamo sensibilizzare e mettere alla prova i gamers su tematiche quali diversity, innovation, ecosostenibilità e infine offrire ai gamers l’opportunità di sapere quali tra le competenze ritenute vincenti dal World Economic Forum siano correttamente presidiate e quali invece sia opportuno allenare.
Il futuro per chi opera nelle risorse umane è quindi oggi. Si sono evoluti anche gli assessment.
Valutiamo i millennials con dei Game Assessment (GA), giocabili tramite smartphone, che consentono di far vivere al candidato una Candidate Experience ingaggiante, innovativa, sfidante, competitiva. Il mercato da questo punto di vista è ricco di offerte ma occorre sempre scegliere la soluzione valida e attendibile, integrando i GA con strumenti diagnostici come test o prove a sostegno della valutazione.
Anche i teamwork si sono evoluti, dalle istruzioni su carta siamo passati alle piattaforme web, al computer come strumento e fonte di informazioni, da cui attingere elementi validi, selezionare i dati e collaborare per arrivare ad un risultato. Si sono anche evoluti con uno sguardo al passato: valutiamo i candidati attraverso i classici mattoncini Lego, con cui magari giocavamo da bambini e con i giochi da tavolo.
Collaborazione, empatia, comunicazione, ascolto, nell’era digitale e delle teste chine sui propri cellulari sono competenze rare e notevoli punti di forza per fare la differenza.
Spesso quindi il focus è sulle competenze emotive e relazionali. Qual è il valore aggiunto che continueranno a dare nel futuro? Perché sono così importanti? Ci troviamo al cospetto di giovani abituati a comunicare in modo veloce, diretto, senza filtri: ad esempio la comunicazione asciutta di LinkedIn in cui puoi rivolgerti ad un AD o ad un manager senza difficoltà e senza badare alle gerarchie. Qual è il prezzo da pagare?
I nostri millennials sono così digitali che a volte non sanno più essere umani; per umani intendo capaci di instaurare una comunicazione a voce e non in 280 caratteri, con persone sconosciute, trovando il giusto canale per entrare in empatia, in relazione e in comunicazione. Per la persona rimane cruciale l’importanza dell’empatia e del confronto sociale. Le riflessioni di Jonathan Safran Foer nel suo romanzo Eccomi sottolineano come l’uomo non ha solo bisogno di essere connesso ma anche di contatto, di attenzione, di empatia. Le attuali tendenze di preferire alle conversazioni le email, alle telefonate o conversazioni vis a vis un messaggio di testo, apporteranno alle nostre vite un forte impoverimento. Non saremo più in grado di entrare in relazione con il prossimo. Diventa importante quindi ricercare quelle competenze nei candidati in selezione, potenziare queste capacità, allenare l’abilità di saper comunicare, di entrare in relazione, di interessarsi al prossimo, di entrare in empatia. Di guardarlo negli occhi.


Ciò che ci ha portano fin qui non ci porterà oltre” – ha spiegato Jonas Prising Chairman & CEO di ManpowerGroup – nell’era digitale i leader di oggi e di domani devono essere aperti al cambiamento e devono assumersi dei rischi calcolati. Questo non vuol dire sostituire la leadership tradizionale: la perseveranza e l’adattabilità resteranno centrali. Tuttavia bisognerà lavorare per liberare il talento e per guidare le imprese con audacia, talvolta anche fallendo. E tutto questo con l’idea di accelerare le prestazioni.