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numero 81 - ottobre 2020

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Esperienze

Applicazione clinica del Sensory Processing Measure: SPM e SPM-P

Applicazione clinica del Sensory Processing Measure: SPM e SPM-P

Dalla sua pubblicazione negli Stati Uniti, il Sensory Processing Measure, nelle sue due versioni, per la fascia d'età prescolare 2-5 anni (SPM-P) e per i bambini di 5-12 anni (SPM), ha ricevuto recensioni positive per l'applicabilità nella pratica clinica e scolastica.
L'SPM è stato standardizzato sullo stesso gruppo di bambini nei loro ambienti domestici e scolastici, i moduli di valutazione sia per i genitori sia per il personale scolastico offrono la possibilità di documentare le proprie impressioni del bambino all'interno dei rispettivi ambienti.
Questa modalità aiuta a comprendere l'importanza di ottenere informazioni sullo studente rispetto alle sfide quotidiane e spinge la collaborazione tra terapista, famiglia e scuola promuovendo lo sviluppo di strategie funzionali. L'SPM può facilitare un approccio di squadra, aiutare a guidare la discussione e fornire un'immagine quantificabile dell'elaborazione sensoriale del bambino.
Nell’attuare strategie di elaborazione sensoriale nell’ambiente scolastico, ad esempio, non si può non enfatizzare il valore del lavoro di squadra. Uno dei vantaggi dell’utilizzo del protocollo dell’SPM per la scuola è che aiuta ad educare e ad aumentare i livelli di consapevolezza tra i membri del personale scolastico.
Spesso, una terapia efficace nelle scuole richiede modifiche al programma scolastico o all’ambiente del bambino, o l’uso di attrezzature terapeutiche specializzate. Questi interventi possono comportare cambiamenti di sistema, compresi costi e incidenze reali per la scuola e il suo personale. È probabile che il personale scolastico sia più propenso a sostenere questi elementi di trattamento se messo a conoscenza della logica sottostante all’intervento e ne apprezzi la rilevanza per il funzionamento del bambino a scuola. La professionalità del terapista incaricato si tradurrà in una riuscita implementazione del processo di valutazione e nella pianificazione del programma collaborativo.

L’SPM nella pratica clinica

Nella pratica clinica e scolastica è comune incontrare bambini con determinate diagnosi mediche o psichiatriche, che sono frequentemente associate a disfunzione dell’elaborazione sensoriale. Le scale dell’SPM riflettono la teoria dell’integrazione sensoriale secondo Ayres, diversamente da un sistema di classificazione medico diagnostico. Per questo motivo non si prevede che determinati schemi emergenti dal punteggio corrispondano precisamente a diagnosi mediche. Tuttavia, l’SPM è molto utile per la descrizione e la quantificazione delle comorbidità delle difficoltà di elaborazione sensoriale, nonché per la definizione e programmazione di piani di intervento.
In particolare, si prendono in considerazione alcune peculiarità sensoriali associate a diagnosi specifiche.

Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD)
I problemi di integrazione sensoriale sono abbastanza comuni tra i bambini con diagnosi di Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD). I bambini con ADHD tendono ad avere schemi di punteggio molto diversi tra di loro nell’SPM, possono evitare o ricercare sensazioni in un sistema sensoriale e non in un altro, o possono manifestare sia ricerca sia iper-reattività nello stesso sistema sensoriale.

Disturbi dello spettro autistico
Generalmente i bambini con autismo raggiungono punteggi elevati nelle scale Partecipazione sociale (SOC) e Pianificazione e idee (IDE). Le difficoltà nelle competenze sociali, così come le attività di gioco ripetitive e stereotipate, rientrano tra i criteri diagnostici per una definizione di autismo. Nell’autismo queste problematiche relative alla partecipazione e alle prassie possono essere causate o esasperate dai deficit di elaborazione in determinati sistemi sensoriali. Nelle forme di autismo da moderato a grave, non è raro vedere tutti i punteggi delle scale SPM rientrare nell’intervallo di Disfunzione definita. Tuttavia, alcuni bambini con autismo potrebbero non avere problemi di elaborazione sensoriale e quindi potrebbero non avere punteggi elevati nelle scale dei diversi sistemi sensoriali SPM.

Nell’adattamento italiano del test, il campione clinico SPM  prevedeva tre gruppi clinici:

  • 30 soggetti con diagnosi di autismo
  • 30 soggetti con diagnosi di disturbo dell’apprendimento
  • 30 soggetti con diagnosi di disturbo della coordinazione motoria

Mentre il campione clinico SPM-P :

  • 30 soggetti con diagnosi dell’autismo
  • 30 soggetti con diagnosi del disturbo del linguaggio
  • 30 soggetti con diagnosi di ritardo dello sviluppo

I risultati hanno evidenziato come lo strumento goda di un’elevata validità discriminante, con differenze significative tra il gruppo a sviluppo tipico e quello clinico. Lo studio ha rilevato differenze significative, con punteggi elevati in tutte le aree sia nella versione scuola sia nella versione casa.
Quando dalla valutazione SPM emergono punteggi elevati su una qualsiasi scala dei sistemi sensoriali o sulla scala Pianificazione e idee (IDE), deve essere considerata l’opportunità di una presa in carico del bambino basata sul trattamento di terapia occupazionale con approccio Ayres Sensory Integration.
L’intervento può comportare tecniche riabilitative e/o compensative. La terapia occupazionale individuale basata sull’approccio riabilitativo deve essere eseguita da un terapista che ha completato una formazione post-laurea in integrazione sensoriale, preferibilmente con un tutoraggio clinico.
Inoltre, è importante che il terapista informi i genitori, gli insegnanti e i membri dello staff scolastico sulle finalità e sull’approccio della terapia occupazionale basata sull’integrazione sensoriale. L’integrazione sensoriale secondo Ayres è un metodo di intervento terapeutico basato sul gioco e che viene tipicamente incorporato in un programma di terapia occupazionale globale; come in qualsiasi altro metodo di terapia occupazionale, l’obiettivo a cui si aspira è il miglioramento delle performance occupazionali. Il trattamento basato sull’integrazione sensoriale ha specifiche caratteristiche fondamentali e principi guida che lo rendono unico nella terapia occupazionale (Parham et al., 2007).

Il bambino è attivamente impegnato durante la sessione di trattamento e viene guidato a creare le scelte di attività in base alle sue esigenze. Il ruolo del terapista è quello di fornire l’ambiente sensoriale più appropriato per creare opportunità con la “giusta sfida” per il bambino, facilitando una risposta adattativa.

Bibliografia

  • Miller-Kuhaneck, H., Henry, D.A., Glennon, T.J., Mu, K. ( 2007). Development of the Sensory Processing Measure– School: Initial Studies of Reliability and Validity. American Journal of Occupational Therapy, 61, 170-175.
  • Fernández-Andrés, I., Pastor-Cerezuela, G., Sanz-Cervera, P., Tárraga-Mínguez, R. (2015). A comparative study of sensory processing in children with and without Autism Spectrum Disorder in the home and classroom environments. Research in Developmental Disabilities, 38, 202-2012.
  • Mulligan, S., Schoen, S., Miller, L., Valdez, A., Wiggins, A., Hartford, B., Rixon A. (2019). Initial Studies of Validity of the Sensory Processing 3-Dimensions Scale. Physical and Occupational Therapy in Pediatrics, 39(1), 94-106.