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numero 65 - marzo 2019

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Rassegna stampa

Rassegna stampa #65

Rassegna stampa #65

Identificazione dei primi segnali e fattori di rischio del rifiuto scolastico

Lo sviluppo socio-emotivo e accademico degli studenti è sempre più minacciato dalla crescente assenza da scuola. Il rifiuto scolastico rappresenta un problema di frequenza scolastica non altamente prevalente (tra 0.4% e 5.4% dei giovani) ma che può essere gravemente problematico. Molto spesso questi giovani soddisfano i criteri diagnostici per altri disturbi (come l'ansia o la depressione) che, se non trattati, possono persistere con rischio di ricadute psicosociali nell'età adulta. La precocità della prevenzione del fenomeno diventa quindi essenziale suggerendo un evitamento dell'approccio “wait to fail” e proponendo interventi molto prima che il giovane mostri eccessivo assenteismo (come per esempio aspettare di superare il limite legale di assenze consentite) o altre comorbidità. Ogni assenza ha un effetto sui risultati accademici e contribuisce all'aumento dei problemi comportamentali ed emozionali. A tal proposito, alcuni ricercatori della Novegia e dell'Olanda si sono occupati di sistematizzare i segnali e i fattori di rischio connessi all'emergere del rifiuto scolastico nella prospettiva della psicopatologia evolutiva incentrandosi sia sulle caratteristiche dei giovani sia su quelle degli ambenti scolastici e familiari. I segni dell'insorgere del rifiuto scolastico sono l'assenza da scuola (anche parziale come ritardi e uscite anticipate), distress emotivi (come ansia o depressione), lamentele somatiche molto comuni tra i giovani che presentano il rifiuto scolastico. I fattori di rischio associati al problema possono essere età e periodi di transizione (come iniziare un nuovo ciclo di studi, cambiare insegnante o tornare a scuola dopo una lunga assenza), problemi nella regolazione emotiva, pensiero negativo, bassa autostima e poche strategie di problem solving. Gli insegnati sono molto spesso i primi a identificare i problemi di frequenza scolastica e i fattori che possono influire sul rifiuto scolastico: una relazione problematica studente-insegnante, bullismo e problemi relazionali tra pari come anche isolamento sociale, difficoltà scolastiche e l'ansia legata alla performance, poca collaborazione tra scuola e casa. Alcuni fattori legati all'ambiente familiare possono essere la psicopatologia dei genitori, l'iperprotezione, o funzionamento disadattivo della famiglia. La rassegna evidenza l'importanza di un'identificazione tempestiva dei segni e dei fattori relativi all'insorgenza del rifiuto scolastico promuovendo interventi school-based tesi allo sviluppo socio-emotivo e accademico degli studenti.

Ingul, J. M., Havik, T., & Heyne, D. (2018). Emerging School Refusal: A School-Based Framework for Identifying Early Signs and Risk Factors. Cognitive and Behavioral Practice.

 

Analisi della relazione tra utilizzo di sigarette elettroniche e depressione: studi trasversali e longitudinali

Il consumo di tabacco è una delle principali cause di morte prematura in tutto il mondo ed è fortemente associato alla depressione. Inoltre, i fumatori depressi hanno minore probabilità di smettere di fumare con successo e sviluppano una maggiore dipendenza da tabacco. Le sigarette elettroniche (e-cig), in vendita a partire dal 2010, hanno aperto il dibattito sugli effetti del consumo di tabacco: da una parte, poiché queste forniscono nicotina, il loro utilizzo potrebbe ridurre il consumo di tabacco; dall’altra, potrebbe aumentarne la dipendenza, peggiorando la disregolazione del sistema di ricompensa. Sebbene un numero crescente di studi abbia indagato l'associazione tra depressione ed utilizzo di sigarette elettroniche, l'interazione tra depressione, fumo di tabacco ed utilizzo di sigarette elettroniche rimane ancora poco indagata. È stato riscontrato che, a lungo termine, il consumo abituale di nicotina possa determinare un funzionamento alterato delle monoamine, contribuendo a promuovere o mantenere i sintomi depressivi. Inoltre, la depressione risulta associata a tassi di abbandono più bassi di dipendenza da fumo che potrebbero derivare da una scarsa tolleranza nei confronti dei sintomi di astinenza da nicotina e da un peggioramento dei sintomi depressivi durante i tentativi di smettere. Pertanto, uno studio condotto in Francia ha esaminato le associazioni trasversali e longitudinali tra sintomi depressivi e utilizzo della sigaretta elettronica (e-cig). I dati sono stati raccolti a partire da febbraio 2012 fino a dicembre 2016. Le variabili indagate attraverso misure self-report erano: stato di fumatore, utilizzo di e-cig e concentrazione di nicotina. I sintomi depressivi sono stati misurati con la Center for Epidemiologic Studies Depression scale (CES-D). Dai risultati si evince che i sintomi depressivi risultano positivamente associati all’utilizzo di e-cig con risposta dose-dipendente in entrambe le analisi trasversali e longitudinali. Inoltre, vi è una relazione positiva tra concentrazione di nicotina e sintomi depressivi. Sono necessari ulteriori studi per valutare i sintomi depressivi e l’utilizzo di e-cig sia al basale che al follow-up per comprendere meglio la natura e la direzione di questi meccanismi. Al momento, sarebbe quindi raccomandabile uno screening per la depressione come procedura di routine, non solo tra le persone con problemi a smettere di fumare, ma anche tra coloro che utilizzano la e-cig.   

Wiernik, E., Airagnes, G., Lequy, E., Gomajee, R., Melchior, M., Le Faou, A. L., ... & Lemogne, C. (2019). Electronic cigarette use is associated with depressive symptoms among smokers and former smokers: Cross-sectional and longitudinal findings from the Constances cohort. Addictive behaviors90, 85-91.

 

I predittori del successo in matematica nelle abilità linguistiche

Quando gli studenti fanno fatica in matematica gli insegnanti presuppongo, molto spesso correttamente, che queste difficoltà siano dovute a problematiche nell'apprendimento della matematica. Infatti, chi ha disturbo dell’apprendimento nell’area della matematica ha difficoltà nella conoscenza del numero, nella fluidità computazionale e nell'aritmetica che compromettono la performance complessiva in matematica. A volte però anche studenti senza disturbi specifici possono avere problemi in matematica e molti sono i fattori che influenzano la performance in quest’ambito. Recenti studi suggeriscono che di questi ne fa parte anche l'abilità linguistica orale. Molte ricerche, che hanno studiato l'associazione tra le abilità linguistiche e i risultati in matematica, si sono concentrate sul vocabolario sottolineando la sua importanza nelle prime abilità matematiche come il confronto tra grandezze, il riordino numerico e identificazione del numero. Anche se il vocabolario è certamente implicato nell'apprendimento della matematica, proprio perché se gli studenti non capiscono le parole nelle quali si imbattono durante le istruzioni matematiche non comprenderanno neppure il contesto, lo sviluppo linguistico è un processo più complesso che non è limitato al solo vocabolario ma coinvolge anche altre abilità come la morfologia e la sintassi. Deficit in queste altre abilità possono compromettere l'apprendimento o la performance nei compiti di matematica. In letteratura non sono molte le attenzioni che si sono rivolte a queste abilità linguistiche diverse dal vocabolario. Per estendere la conoscenza relativa al contributo delle abilità linguistiche nelle performance in matematica, alcuni ricercatori della Virginia Commonwealth University hanno indagato questa associazione in 365 studenti di primo e secondo grado negli Stati Uniti. Lo studio ha esaminato l'associazione tra quattro indicatori del linguaggio (vocabolario, sintassi, morfologia e screening del linguaggio orale) e le performance latenti in matematica, esplorando anche il differente contributo delle abilità linguistiche in tre diversi tipi di difficoltà in matematica (legate al calcolo, all'equivalenza e al problem solving dell'addizione). Dallo studio condotto è emerso che la sintassi risulta essere il più forte predittore della performance in matematica e anche il contributo delle abilità linguistiche più predittivo di tutti gli indicatori di matematica considerati. Mentre molti studi sottolineano il vocabolario come misura per prevedere il successo in matematica, questo studio suggerisce invece una maggior sensibilità della sintassi in questo. I risultati evidenziano cosi la necessità di approfondire la relazione tra abilità linguistiche e matematiche nonché strumenti adatti per identificarle.

Chow, J. C., & Ekholm, E. (2019). Language domains differentially predict mathematics performance in young children. Early Childhood Research Quarterly, 46, 179-186.

 

Che effetto hanno i conflitti legati al compito sulla creatività dei dipendenti? Uno studio a riguardo

La ricerca sui conflitti all'interno dei team di lavoro suggerisce che il task conflict (conflitto legato al compito) possa motivare i membri del team a impegnarsi in un maggiore scambio di informazioni. Gran parte della letteratura ha esaminato tale fenomeno a livello di gruppo, riferendosi alla percezione di divergenze tra i membri del team su procedure, giudizi o interpretazioni discordanti di situazioni o eventi, nonostante in realtà il task conflict si verifichi a più livelli. Ad esempio, a livello individuale viene descritto come la percezione del singolo riguardo il disaccordo tra i membri del gruppo sui modi in cui viene eseguito il lavoro di squadra. In tal senso, alcuni studiosi ne sottolineano i potenziali aspetti negativi, tra cui la possibilità di inibire l’acquisizione e la condivisione di informazioni tra gli individui. Inoltre, sono pochi gli studi che hanno esplorato il meccanismo alla base della relazione tra task conflict e creatività a livello individuale. Infine, non si è indagato il ruolo della riflessività del team nel moderare gli effetti del task conflict a livello individuale sulla creatività. La riflessività si riferisce alla capacità dei membri di un team di condividere e discutere le rispettive opinioni e gli obiettivi delle attività per giungere all’integrazione di essi. Pertanto, adottando la teoria del conflitto come fenomeno multilivello, uno studio condotto in Cina ha indagato come e quando il task conflict a livello individuale possa interferire con la creatività individuale. Per tale motivo, integrando la teoria motivazionale dell'elaborazione delle informazioni del conflitto con la teoria dell'autoconservazione sociale, è stato ipotizzato che l'elaborazione delle informazioni da parte dei collaboratori possa mediare il task conflict individuale e la creatività individuale. I dati sono stati raccolti su 374 dipendenti e sui rispettivi leader a capo di 57 team di ingegneri. Dai risultati si evince una correlazione tra il task conflict a livello individuale e la creatività individuale, mediata dallo scambio di informazioni tra collaboratori. Inoltre, è stata riscontrata una relazione curvilinea tra task conflict individuale, creatività individuale ed elaborazione delle informazioni. Infine, la relazione curvilinea tra task conflict individuale ed elaborazione delle informazioni è moderata dalla riflessività del team; in particolare, per quanto riguarda i team di lavoro con livelli di riflessività elevati, la presenza di una relazione positiva ne risulta rafforzata mentre la presenza di una relazione negativa ne risulta indebolita; ciò non avviene in team con livelli di riflessività inferiori. Si può dedurre che il livello di conflittualità funzionale al miglioramento della performance cambi in relazione al contesto e che i leader dovrebbero essere consapevoli delle convinzioni condivise dai membri del proprio team riguardo le diverse prospettive relative alle attività del gruppo.

Li, C. R., Li, C. X., & Lin, C. J. (2019). The effect of individual task conflict on employee creativity: A moderated mediation model. Thinking Skills and Creativity31, 112-124.