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numero 71 - ottobre 2019

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Rassegna stampa

Rassegna stampa #71

Rassegna stampa #71

Esiste un’associazione tra problemi legati all’alcool e alla dipendenza da videogame?

Negli ultimi anni, l’uso di alcool e il gioco ai videogame sono in costante crescita negli adolescenti: entrambi possono suscitare emozioni positive e sopprimere quelle negative, oltre che avere un importante ruolo sociale. I danni derivanti dall’utilizzo di alcool tra i giovani sono ormai ben noti e documentati. Allo stesso modo, iniziano a essere maggiormente note le conseguenze derivanti da un’attività continuativa e patologica legata alla dipendenza da videogame, tanto che questo disturbo è stato inserito sia nel DSM-5 che nell’ICD-11. Alcuni studi si sono concentrati sull’esplorazione delle relazioni tra questi due comportamenti, con risultati tra loro contrastanti; per meglio comprendere la natura di questa relazione, un gruppo norvegese di ricercatori ha indagato tali aspetti su un campione di oltre 5000 studenti. I risultati hanno evidenziato come gli studenti che passavano molto tempo ai videogame avessero un numero significativamente maggiore di sintomi legati all’ansia e alla depressione. Inoltre, sono emerse alcune correlazioni statisticamente significative tra i comportamenti di gioco e l’uso di alcool. Nonostante ciò, gli autori hanno evidenziato come tale associazione sia maggiormente imputabile alle caratteristiche sociodemografiche degli studenti, più che ad una reale presenza di relazione tra i due comportamenti: infatti, i ragazzi maggiormente a rischio, sia per quanto concerne l’uso di alcool sia per sviluppare una dipendenza da gioco, erano più grandi e di genere femminile. Da qui si evince come, i ragazzi che passano molto tempo a giocare ai videogame abbiano delle caratteristiche personali che concorrono ad aumentare la possibilità che gli stessi possano sviluppare dei problemi legati all’abuso di alcool. Allo stesso modo, controllando per queste variabili è emerso come non ci siano sostanziali differenze nell’utilizzo di alcool tra ragazzi che non giocano ai videogame e ragazzi che, invece, dedicano molto tempo a questa attività. In sintesi, quindi, questo studio fornisce un livello esplicativo della relazione tra uso di alcool e dipendenza da videogiochi: non sembrano esserci reali associazioni tra questi due comportamenti, quanto una convergenza nelle caratteristiche sociodemografiche della popolazione maggiormente a rischio nello sviluppo di patologie legate a questi comportamenti.

Erevik, E. E., Torsheim, T., Andreassen, C. S., Krossbakken, E., Vedaa, O. & Pallesen, S. (2019). The associations between low-level gaming, high-level gaming and problematic alcohol use. Addictive Behaviors Reports, 10.

 

Effetti dell’uso di droghe in bambini abusati

I devastanti effetti che l’abuso sui bambini ha sulla salute psichiatrica delle persone son ormai ampiamente documentati in letteratura: ad esempio, l’abuso si associa a sintomi depressivi, al disturbo post-traumatico da stress, all’utilizzo di sostanze, come la metanfetamina. In particolare, anche le altre patologie connesse, come la depressione, sono a loro volta in relazione ad una spiccata probabilità di sviluppare una dipendenza da metanfetamina. Nonostante ciò, e anche in virtù dei gravissimi effetti che l’abuso di questa sostanza comporta, tre ricercatori hanno messo a punto uno studio per indagare in maniera specifica e puntuale l’abuso di metanfetamina in persone vittime di abuso infantile. Per questo motivo, hanno somministrato a un ampio campione di persone che frequentavano dei centri di riabilitazione per l’uso delle metanfetamine degli strumenti atti a indagare la presenza di abuso nel passato, oltre a un test per la rilevazione della depressione. I risultati hanno evidenziato come quasi una persona su 2 con problemi legati alle metanfetamine sia stata vittima di abuso nell’infanzia: in particolare, l’abuso sessuale era maggiore nei maschi rispetto alle femmine. Il risultato più interessante riguarda quali variabili siano in grado di predire la presenza di sintomi depressivi: è emerso come, oltre al genere, altre variabili che predicono in maniera statisticamente significative il rischio di sviluppo della depressione siano la durata del consumo di sostanze e l’aver subito degli abusi sessuali nell’infanzia, mentre la presenza di altri disturbi psichiatrici, così come l’abuso di alcool non erano in grado di predire lo sviluppo di problematiche legate alla depressione. Per concludere, questo studio pone l’accento sul fatto che una percentuale enorme di bambini abusati ha sviluppato dei problemi legati all’uso di sostanze, aumentando esponenzialmente la già alta probabilità di andare incontro a problematiche psicologiche, come la depressione causata sia dall’esser stati abusati che dal reiterato utilizzo di sostanze, come la metanfetamina. Per questo motivo, quindi, risulta necessario intraprendere un percorso con i bambini abusati anche al fine di ridurre la probabilità che facciano uso di sostanza, non concentrandosi solamente sui disturbi che possono direttamente sviluppare.

Chen, Y., Zhang, J. & Sun. Y (2019). The relationship between childhood abuse and depression in a sample of Chinese people who use methamphetamine. International Journal of Clinical and Health Psychology, 19, 181-188.

 

In che modo le etichette dei cibi aiutano a scegliere alimenti meno calorici?

Il problema dell’obesità è sempre più centrale nei paesi occidentali, e le sue ricadute sulla salute delle persone sono ben note. Per combattere questo fenomeno, un nuovo indirizzo si concentra sulla necessità di indicare l’apporto calorico di ogni cibo nella sua confezione: alcuni pesi europei, ad esempio, hanno obbligato i produttori di cibi ad inserire tali informazioni. Alcuni lavori hanno evidenziato come questa pratica possa realmente persuadere i consumatori ad acquistare i prodotti con un minor apporto calorico; nonostante ciò, il diverso formato con il quale tali informazioni vengono presentate può modificare tale effetto. Per questo motivo, due studiosi irlandesi hanno messo a punto uno studio nel quale veniva manipolata tale variabile: a un campione di 145 persone sono state presentati tre modalità differenti di indicazione dell’apporto calorico di diversi cibi come insalate, panini, pizze, cioccolata, frutta e patatine al fine di indagare l’effettiva influenza di questa variabile nel comportamento di scelta dei consumatori. I risultati hanno evidenziato come il 93% dei partecipanti che hanno visto l’apporto calorico dei cibi in ordine decrescente, hanno scelto cibi meno calorici di chi, invece, vedeva tale apporto in ordine misto. Inoltre, vedere l’apporto calorico nella parte destra della confezione sembra determinare un acquisto maggiore di prodotti dall’inferiore apporto calorico: infatti, i partecipanti si aspettavano di trovare tali informazioni sul lato sinistro, e questo cambiamento ha determinato una maggior attenzione alle informazioni in esso contenute. Un altro aspetto capace di influenzare la scelta del consumatore, spingendolo a consumare cibi dal minore apporto calorico, è la presenza del fabbisogno calorico giornaliero insieme all’apporto calorico del cibo. Questo studio, quindi, apre numerosi scenari in merito a come aiutare, in maniera più o meno consapevole, i consumatori ad acquistare prodotti meno calorici: da un punto di vista pratico, un piccolo aiuto si avrebbe dal posizionare sul lato destro della confezione tutte le informazioni sull’apporto calorico dei cibi, comprese quelle relative al fabbisogno calorico giornaliero, ordinando i prodotti in base alla quantità di calorie che contengono.

Robertson, D.A. & Lunn, P. D. (2020). The effect of spatial location of calorie information on choice, consumption and eye movements. Appetite, 144.

 

Psicopatia e narcisismo nelle forze armate

Psicopatia e narcisismo sono considerati tratti di personalità negativi connessi a svariate problematiche, soprattutto quando sono presenti in persone che appartengono alle forze armate. Infatti, in questa particolare situazione, queste persone hanno una maggior probabilità di sviluppare il disturbo post-traumatico da stress, quando nella loro vita militare vengano esposti a eventi particolarmente forti. Nonostante ciò, in fase di selezione del personale militare a volte non si ha un’attenta valutazione di questi tratti di personalità, soprattutto per quanto concerne il narcisismo. Un gruppo di ricercatori, quindi, ha condotto uno studio su oltre 500 soldati al fine di identificare le relazioni esistenti tra psicopatia e narcisismo e gli eventi stressanti legati all’attività militare e alle relazioni interpersonali. I risultati hanno messo in luce come l’antisocialità sia il principale predittore di una serie di esiti negativi: ad esempio, è in grado di predire la qualità della vita al termine dell’esperienza militare, così come le relazioni interpersonali sia con i propri colleghi che con i propri familiari. Il narcisismo, diversamente da ciò, mostrava delle relazioni più deboli con queste variabili e implicate maggiormente nello svolgimento dell’attività militare, piuttosto che in relazione alla qualità della vita e alle relazioni che si hanno con i propri cari al termine della stessa. Nonostante ciò, il narcisismo pare in grado di predire la messa in atto di comportamenti maggiormente rischiosi da parte delle persone, esponendoli a una maggior quantità di pericoli. Per concludere, questo studio apre degli scenari molto importanti per quanto concerne la selezione delle forze armate. Infatti, appare evidente la necessità di indagare aspetti legati alla psicopatia, soprattutto, e al narcisismo, a oggi ancora sottostimati in tale contesto, al fine di prevenire l’insorgere di problematiche legate alla qualità della vita, e alla performance, delle persone che intraprendono una carriera militare.

Preston, O. C., Butterworth, S. E., Khazem, L. R., Houtsma, C., Anestis, M. C., Green, B. A. & Anestis, J. C. (2020). Exploring the relations of psychopathic and narcissistic personality traits to military experiences in National Guard personnel. Personality and Individual Differences, 152.