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numero 59 - luglio 2018

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La psicologia dello sport

La psicologia dello sport

La psicologia dello sport è un campo di studio e applicazione che, negli ultimi anni, ha visto accresciuto il riconoscimento di una propria specificità, anche grazie ad atleti di alto livello come Gigi Buffon, Federica Pellegrini, Andrea Dovizioso che hanno reso noto di aver lavorato proficuamente con uno psicologo dello sport.
Nella classificazione fornita da Europsy e Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi leggiamo che “la psicologia dello sport studia i processi cognitivi, emotivi e comportamentali connessi con le prestazioni degli atleti e delle squadre nel contesto sportivo, l’esercizio fisico e la partecipazione ad attività sportive”. Questo ramo della psicologia, dunque, si occupa dei fattori psicologici ed emozionali che influiscono sulla performance e, allo stesso tempo, degli effetti che la pratica motoria e sportiva hanno sui fattori psicologici ed emotivi. In questo senso, lo psicologo dello sport non si rivolge soltanto agli atleti o alle squadre di alto livello per migliorare la loro performance, ma ha l’obiettivo di comprendere e aiutare gli atleti di élite, i giovani, le persone con disabilità fisica e/o cognitiva, gli anziani e in generale le persone ad ottenere coinvolgimento, massima prestazione, soddisfazione e sviluppo personale attraverso la partecipazione ad attività motorie o sportive (Weinberg e Gould, 2011).
Un atteggiamento finalizzato a “vincere a tutti i costi” non appartiene, infatti, agli obiettivi ed alle aspirazioni dei migliori psicologi dello sport (Cox, 2012) che hanno invece come obiettivo prendersi cura del benessere di chi pratica sport/attività motoria a tutti i livelli. Un regolare esercizio fisico, infatti, ha effetti positivi sul benessere della persona ed è stato dimostrato che: riduce ansia e depressione (sia effetti acuti che effetti cronici), migliora l’umore, aumenta la percezione di benessere psicologico, migliora l’autostima, protegge contro lo stress, sviluppa l’intelligenza nei bambini, migliora la performance cognitiva nel tempo (Weinberg e Gould, 2011).
Per tutte queste ragioni la psicologia dello sport sta acquisendo sempre più importanza: cresce la letteratura di riferimento, viene definito sempre più chiaramente il profilo formativo dello psicologo dello sport ed arrivano sempre maggiori richieste ai professionisti che lavorano in questo settore. Le aree di intervento sono: avviamento allo sport, sport giovanile/adulto, sport professionistico/agonistico, sport dilettantistico/amatoriale, benessere e salute, disabilità e inclusione sociale. In ognuno di questi ambiti lo psicologo dello sport si trova a collaborare con i diversi attori di questo mondo: singoli atleti, squadre, famiglie, scuola, staff dirigenziale, palestre, Coni, Federazioni, ecc. Le richieste più frequenti che giungono ad uno psicologo dello sport possono riguardare il singolo atleta che ha bisogno di un aiuto per gestire l’ansia da prestazione, un infortunio, una difficoltà nel raggiungere risultati, un calo di prestazione tra allenamento e partita, una difficoltà nel mantenere la concentrazione, così come una società che richiede una consulenza per problematiche relazionali, comunicative e/o organizzative, oppure una formazione specifica.

L’intervento su settori giovanili

Per entrare nel vivo del lavoro, vediamo come opera uno psicologo dello sport quando viene chiamato da una società sportiva. Prendiamo ad esempio una società di rugby che mostra questi problemi: tecnici giovani ed inesperti che mostrano difficoltà nel gestire i bambini, genitori disinteressati ed un clima di scarsa coesione tra i membri dello staff.
La prima fase di intervento è l’analisi della domanda, ovvero, capire quali sono i reali bisogni, cosa si aspettano sia la dirigenza che i tecnici. Lo psicologo analizza il contesto parlando direttamente con lo staff e prendendo parte gli allenamenti.
Dopo una prima analisi verranno definiti gli obiettivi (goal setting) a breve, medio e lungo termine e, in questo caso lo psicologo può: progettare una formazione in psicologia dello sport per migliorare le competenze dei tecnici, coinvolgere i genitori rendendoli più attivi nella società attraverso riunioni e incontri formativi, favorire una comunicazione efficace tra tecnici e migliorare la coesione di gruppo. A questo punto si avranno due target su cui lavorare: tecnici e genitori, sia separatamente che insieme.
Il passo successivo sarà quello di definire una strategia, ovvero, il “come” realizzare gli obiettivi sopra menzionati. Nel nostro caso sarebbe d’uopo organizzare riunioni in team con lezioni sia formative che teorico-pratiche e incontri con i genitori. In pratica si offre una formazione teorico/pratica con lo staff, incontri di team-building ed incontri di formazione e brainstorming con i genitori. Alla fine di ogni intervento verranno valutati i risultati ottenuti e condivisi sia con la società che con i genitori. Spesso gli stessi risultati vengono rivalutati attraverso questionari con follow-up a tre/sei mesi di distanza.

L’intervento su atleti professionisti

Un altro caso di consulenza, invece, può riguardare l’atleta di élite che mostra un calo della propria performance. Prendiamo un tennista che in partita rende meno che in allenamento. In questo caso lo scopo è quello di indagare attraverso un assessment le abilità mentali possedute dall’atleta per comprendere quali sono le difficoltà che ostacolano il mantenimento di una buona prestazione.
In questa fase vengono utilizzati test specifici che misurano le abilità mentali legate alla performance sportiva. Attraverso un progetto di Mental Training lo psicologo dello sport aiuterà l’atleta a prendere consapevolezza di ciò che funziona/non funziona nella propria performance sportiva al fine di migliorarla. La preparazione mentale nello sport agonistico “consiste nel sistematico e specifico allenamento di abilità mentali e psicologiche con lo scopo di migliorare la performance, aumentare il divertimento e raggiungere una crescente soddisfazione per le proprie attività̀ fisiche e sportive” (Weinberg and Gould, 2011). Lo psicologo lavorerà con l’atleta affinché possa mantenere alti livelli di prestazione in condizioni di stress e fatica.
Ma quali sono le abilità mentali da allenare?

  •      Modulazione dell’arousal
  •      controllo dell’attenzione
  •      formulazione di obiettivi (goal setting)
  •      gestione delle emozioni
  •      controllo dei pensieri (self-talk)
  •      imagery

Ciascuna di queste abilità può essere allenata con diverse tecniche ma nessuna prescinde dal loro utilizzo “in campo”, sia questo un campo da calcio, da tennis, una palestra o una pista di pattinaggio. La psicologia dello sport ha una dimensione molto “pratica” poiché strettamente connessa al movimento/gesto tecnico, per questo ha bisogno di lavorare a stretto contatto con allenatori, preparatori atletici e chiunque altro sia coinvolto nella preparazione dell’atleta.

Concludendo, il contributo che lo psicologo offre al mondo dello sport integra le finalità di incrementare la prestazione, del singolo atleta o dell’intera squadra, allo scopo di migliorare la salute attraverso il movimento, di allargare la partecipazione di tutti alle attività motorie (dal bambino all’anziano), innalzando la qualità della vita attraverso uno stile di vita sano e attivo.

Bibliografia

  • Bortoli L., Vitali F., Robazza C., (2013). Lo psicologo dello sport: considerazioni sulla professionalità. Giornale Italiano di Psicologia dello Sport, 18, 3-7.
  • Bortoli L., Vitali F., Tommasini A., Robazza C. (2015). Insegnare le life skills attraverso l’attività sportiva. Giornale Italiano di Psicologia dello Sport, 22, 3-10.
  • Cei A., (19s8). Psicologia dello sport. Il Mulino
  • Cox, R. H. (2012). Sport Psychology: concepts and applications (7th ed.). New York, NJ: McGraw-Hill
  • Fusari P., Cai P., Nicolussi M., Ranzato L., Sarchielli G., (2013) Aree di pratica professionale degli psicologi. Documento redatto dal Gruppo di Lavoro “Sviluppo della Professione e Nuove Opportunità” del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi. http://www.psy.it/allegati/aree-pratica-professionale/premessa.pdf
  • Gramaccioni G., e Robazza C. (2008). Psicologia clinica dello sport: un modello multidimensionale. Giornale Italiano di Psicologia dello Sport, 3, 28-31.
  • Lucidi F., Giardina F., Bortoli L. (2016). Psicologia dello sport e ruolo dello psicologo dello sport: documento unitario presentato alla 7^ Commissione del Senato della Repubblica. Giornale Italiano di Psicologia dello Sport, 25, 41-46.
  • Weinberg, R.S., and Gould, D. (2011). Foundations of Sport and Exercise Psychology. 4th Ed. Champaign, IL: Human Kinetics.