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numero 54 - febbraio 2018

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La Music Learning Theory, una teoria che ci spiega come impariamo la musica

La Music Learning Theory, una teoria che ci spiega come impariamo la musica

La Music Learning Theory (MLT) è una teoria dell'apprendimento musicale elaborata a partire dalla fine degli anni '50 del secolo XX da Edwin Gordon, musicista, psicologo della musica e ricercatore statunitense. La MLT spiega in che modo l'essere umano apprenda la musica, intesa come linguaggio espressivo fatto di suoni organizzati sintatticamente secondo regole culturali. Possiamo più correttamente dire, che la MLT è una teoria dell'apprendimento della sintassi musicale.

Il primo interesse della ricerca di Gordon riguardava il concetto di attitudine musicale, la sua misurazione e il rendimento musicale. L’ipotesi di partenza di Gordon era che l’attitudine musicale fosse il prodotto di un potenziale innato e di un’esposizione precoce alla musica.
Dalla sperimentazione, dai test e dai loro risultati, Gordon è passato successivamente ad uno studio più osservativo centrato su come i bambini piccolissimi apprendono la musica. Questa fase di studi è stata prevalentemente empirica, con una raccolta di dati e di osservazioni che poi sono stati usati per generalizzare e formulare la MLT, non come teoria pura, né come dogma imprescindibile, ma come base di partenza per ulteriori studi e approfondimenti, che ci portano fino ai giorni nostri.

Il concetto di Audiation

Centrale nella MLT è il concetto di Audiation, neologismo creato da Gordon, con il quale si intendono i processi cognitivi e psicomotori che costituiscono l’apprendimento musicale e le competenze che in esso e da esso scaturiscono, sviluppando specifiche competenze d’ascolto, d’intonazione e di comprensione interiore del linguaggio musicale.
Alcuni di questi processi e competenze sono di natura informale, altri invece di natura formale. Gordon chiama i processi informali Audiation preparatoria e tutti gli altri, che andranno ad inglobare anche i primi, Audiation.
L’Audiation preparatoria permette alla persona di sviluppare una comprensione istintiva delle relazioni sintattiche tonali e ritmiche tra un suono e un altro, e tra un insieme di suoni (pattern) e un altro. Questa comprensione si manifesta nel riconoscimento della sintassi tonale e ritmica, nell’avere un’intonazione accurata, nella capacità di coordinare il proprio respiro e la propria voce, all’interno di un insieme di regole musicali proprie di uno o più contesti culturali.
Nell'ambito dell’Audiation preparatoria Gordon distingue 3 tipi di processi d’apprendimento, sequenziali e cumulativi: Acculturazione, Imitazione e Assimilazione.
Il bambino attiva e mette in moto questi tipi di processi partendo da una raccolta di informazioni che fa grazie ai suoi sensi (acculturazione), durante la relazione con l’adulto – che si fa modello musicale per lui – diventa poi soggetto attivo della relazione e dell’apprendimento, prima attraverso l’esplorazione libera e poi con l’imitazione di quanto ha ascoltato, rimanendo ancora legato ad un modo di esprimersi definibile come “soggettivo” (imitazione). Grazie alla guida dell’adulto, il quale accompagna il bambino in questo sviluppo, egli può arrivare ad esprimersi in modo oggettivamente accurato (dove oggettivo è in riferimento alla cultura musicale in cui è inserito) (assimilazione). Il bambino, inizialmente, conquista una certa accuratezza nell'espressione musicale sempre in presenza di un modello che lo sostiene e canta per lui o con lui o poco prima di lui (imitazione accurata-decifrazione del codice). Dopodiché può affrancarsi dalla presenza continua del modello e diventare modello per sé stesso. Acquisendo consapevolezza delle relazioni che i suoni intessono fra loro, anche quando non sono tutti fisicamente presenti, come quando intoniamo una canzone senza bisogno di una base, di uno strumento o di un'altra persona che canti con noi.
L'Audiation preparatoria è fondamentale perché consente di esprimersi musicalmente dominando una sintassi che è condivisa culturalmente. Questa, è la base per qualsiasi avvicinamento formale alla musica, allo stesso modo in cui esprimersi con proprietà di linguaggio, è condizione necessaria per conoscere il linguaggio e la sua simbolizzazione.

L'apprendimento musicale

Nei suoi testi, Gordon fa riferimento alle fasce d’età di crescita del bambino, alle quali fa coincidere – molto spesso – lo sviluppo dell’Audiation preparatoria; in realtà questi processi continueranno a maturare per tutta la vita. La finalità di Gordon in questa descrizione è di spiegare come il bambino apprenda la musica in modo sequenziale. Questo assunto, ricavato anche dagli studi di Piaget sulle fasi di sviluppo cognitivo del bambino, dà modo a Gordon di individuare alcuni comportamenti target, grazie ai quali osservare il passaggio del bambino attraverso i tipi di processi definiti in precedenza (acculturazione, imitazione e assimilazione). Questo però non significa pensare che l’apprendimento avvenga solo alla presenza di questi comportamenti, ma che, quando un bambino li manifesta, l’adulto può valutarli come sintomi dello sviluppo di una competenza musicale e conseguentemente, sostenere il bambino in questa ricerca. I processi di Audiation preparatoria si realizzano potenzialmente in tutti i bambini e Gordon suggerisce un insieme di pratiche educative e relazionali per aiutarne lo sviluppo.

L’adulto educatore accompagna il bambino in questo processo con uno stile di che Gordon definisce Guida Informale, non consegna al bambino una conoscenza prestabilita, ma rispetta il tempo e lo spazio di sviluppo di ciascuno. Attraverso il canto di brani brevi, non ridondanti, vari e senza le parole, ma con l’uso di sillabe neutre (pam, ram), l’adulto mette in gioco la propria voce e il proprio movimento, come strumenti primari per entrare in relazione con il bambino. La voce è il fulcro della pratica didattica, è il primo strumento con cui il bambino può esprimersi cercando un’interazione con l’altro. L’adulto che canta per il bambino, deve imprimere un valore comunicativo ed emotivo alla propria voce, così da permettere di attivare i processi di cui abbiamo parlato prima e di portare il bambino all’interno di un dialogo musicale, nel quale può distinguere le relazioni musicali proprie di ciò che sta ascoltando. L’adulto non si deve dimenticare che parte integrante dei processi dell’apprendimento musicale è il corpo. Gordon diceva: “Il corpo conosce, prima che la mente comprenda”. In queste parole è racchiusa una delle innovazioni più rivoluzionarie della MLT. Gordon osserva come l’apprendimento musicale sia maggiormente profondo quando i bambini sono lasciati liberi di usare il corpo come un senso di ascolto e non quando devono stare fermi o muoversi in modo diretto dall’adulto.

Proviamo per un momento a immaginare un bambino in una stanza “vuota” , priva di oggetti, ma “piena” di musica, di relazione, di silenzio e di ascolto. Musica e movimento diventano un binomio imprescindibile durante ogni incontro, perché su questi due piani si gioca la relazione uno a uno educatore-bambino e la relazione all’interno del gruppo. Sgomberato il campo dal “si deve fare così…” ogni proposta del bambino diventa centro di interesse e di spunto per ascoltare, sempre di più e con sempre maggiore consapevolezza come si muove il corpo con la musica.

Il potenziale di apprendimento musicale

Gordon osserva l'esistenza del potenziale d’apprendimento musicale in ogni essere umano in misura diversa. Non solo, osserva anche che tale potenziale d'apprendimento è massimo alla nascita e tende a decrescere, fino a stabilizzarsi intorno ai 9 anni d’età. Lo sviluppo dell’apprendimento musicale, quindi, non si esaurisce con la guida informale. Ci preme sottolineare come anche in età successive alla prima infanzia, l’individuo possa accedere ai tipi dell’Audiation preparatoria in maniera informale e li possa utilizzare per conoscere l’oggetto culturale “musica”: per esempio quando ci si trova a familiarizzare con un sistema musicale diverso da quello della nostra cultura di riferimento, al quale non siamo mai stati esposti prima; oppure quando si ascolta un brano i cui contenuti tonali, quindi armonico-melodici, o ritmici non ci sono familiari; in entrambi i casi, siamo coinvolti in processi di acculturazione per mezzo dei quali assorbiamo tali contenuti ed acquisiamo gli elementi che ci permetteranno di attribuirgli istintivamente un’identità, sulla base delle differenze che altrettanto istintivamente percepiamo esistere fra essi e ciò che ci è familiare. Per permettere ai processi di Audiation di svilupparsi, è necessario aver acquisito anche delle competenze formali. Un apprendimento formale, può partire solo dopo una comprensione istintiva di quanto si ascolta e dopo aver raggiunto una comprensione oggettiva della relazione tra suoni musicali. L’arrivo alla lettura e alla scrittura, sarà quindi la conseguenza di un processo cominciato molto presto, che ha permesso al bambino di comprendere in maniera istintiva le connessioni delle note tra di loro, di potersi focalizzare su un linguaggio musicale conosciuto e di poterlo utilizzare anche con creatività e nell’improvvisazione. Ci preme sottolineare, come anche l’Audiation in età scolare veda come fondamentale il rapporto con il gruppo, parliamo di un apprendimento non legato  esclusivamente alle proprie capacità individuali, ma promosso dalla continua interazione con l’altro. Riteniamo fondamentale evidenziare anche come la MLT affondi le proprie radici nella convinzione della natura collettiva della musica, come quindi non sia il singolo a sviluppare le proprie competenze e abilità musicali da solo, ma come lo possa fare se inserito in una comunità e in un contesto culturale e sociale responsivo e aperto al dialogo musicale. 

Ringrazio per la revisione dell’articolo e gli stimoli, il collega e formatore Arnolfo Borsacchi. 

Per approfondimenti: