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numero 96 - aprile 2022

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L'intervista

Intervista a Janet Treasure

Intervista a Janet Treasure

Abbiamo intervistato la Prof.ssa Janet Treasure, co-autrice del volume da poco uscito in Italia, Il nuovo metodo Maudsley. Come prendersi cura di una persona cara con disturbo dell'alimentazione. Con lei abbiamo fatto il punto sul tema dei disturbi del comportamento alimentare, mettendo in luce i punti chiave di questo modello di intervento.

D. Quali sono le principali opzioni di trattamento attualmente disponibili per i disturbi del comportamento alimentare? Come si colloca il metodo Maudsley tra queste? 

R. Le linee guida del National Institute for Health and Care Excellence (NICE) raccomandano di considerare per l’anoressia nervosa negli adulti la terapia cognitivo-comportamentale per i disturbi dell’alimentazione (CBT-ED), il Maudsley Anorexia Nervosa Treatment for Adults (MANTRA) e lo
Specialist Supportive Clinical Management (SSCM). Per i bambini e gli adolescenti raccomandano il supporto familiare.
Per la bulimia nervosa e il disturbo da binge-eating le raccomandazioni del NICE indicano la terapia cognitiva-comportamentale come il trattamento d’elezione, o l’auto-aiuto guidato.
Il Nuovo Metodo Maudsley descrive come figure di supporto (amici o famigliari) possono giocare un ruolo importante nel discutere tutte le opzioni di trattamento. Questo consente di educare le figure di supporto rispetto alle basi biologiche e ambientali che sottostanno ai disturbi del comportamento alimentare e agli effetti di questi sulla relazione. Permette di condividere strategie semplici per offrire supporto emotivo e pratico a sostegno della terapia. Il supporto famigliare è una componente del Maudsley Anorexia Nervosa Treatment for Adults (MANTRA) e una parte importante del trattamento basato sul temperamento con supporto. Entrambi i trattamenti sono stati messi a punto per l’anoressia nervosa.

D. Perché i disturbi del comportamento alimentare sono così difficili da trattare?

R. I disturbi dell’alimentazione esercitano un ruolo positivo. Spesso offrono una forma di regolazione emotiva: nell’anoressia nervosa attraverso l’evitamento delle emozioni, nella bulimia nervosa e nel disturbo da binge-eating mediante la distrazione dallo stress. Ci sono molti altri aspetti percepiti come vantaggi che possono ancorare le persone a questi comportamenti.
Inoltre, le conseguenze secondarie della scarsa alimentazione possono intrappolare le persone in questi comportamenti. Il cervello è uno degli organi più attivi dal punto di vista metabolico e incorre in danni e disfunzioni, se l’apporto nutritivo e scarso, ad esempio, il pensiero flessibile e la capacità di prendere in considerazione il quadro generale vengono compromesse. Queste abilità sono necessarie alla modifica del comportamento. Inoltre, questi disturbi alienano le persone, che diventano isolate nella propria malattia. Questo porta ad un senso di disperazione e al sentirsi senza speranza.

D. Quali sono in principi della terapia basata sulla famiglia?

R. Il principio di base è che persone vicine possono offrire un supporto costante che sostiene l’individuo nello spezzare il circolo di vecchie abitudini e presa di decisione non ottimale che è parte della malattia.

D. Quali sono i contenuti emotivi e il ruolo della famiglia di una persona con disturbo del comportamento alimentare?

R. I disturbi dell’alimentazione, specialmente l’anoressia nervosa, sono sia visibili sia spaventosi, per gli altri, e sono validi, per l’individuo che è cieco alle conseguenze negative della sua malattia. Questo produce tensione nelle persone vicine, che sono animate dal desiderio di proteggere a causa dell’ansia indotta dallo stato di debilitazione e si irritano al rifiuto di adottare anche le più semplici soluzioni, come ad esempio mangiare.

D. Quali sono le caratteristiche principali del Nuovo Metodo Maudsley?

R. I nodi principali sono sicuramente questi.

  1. Condividere un modello evidence-based sulle cause del disturbo del comportamento alimentare: il modello cognitivo interpersonale.
  2. Riconoscere che la nutrizione inadeguata riduce il cervello, che regredisce ad uno stadio precoce, con conseguente compromissione del giudizio.
  3. Riconoscere che le reazioni emotive delle persone vicine all’individuo malato possono fare in modo che il disturbo dell’alimentazione si stabilizzi, ad esempio accomodando certi comportamenti e inavvertitamente consentendo loro di persistere.
  4. Frustrazione e rabbia possono frammentare la relazione, lasciando la persona isolata nella sua malattia.

D. Nel corso del libro vengono utilizzate molte metafore di animali: canguro, Jack Russel terrire, rinoceronte… Che cosa rappresentano?

R. La metafora del canguro rappresenta l’essere guidato dall’ansia e dall’iper-protezione (mettere nel marsupio). Ad esempio, essere accomodanti rispetto ai comportamenti (comprare cibo particolare, consentire i comportamenti tipici del disturbo alimentare, “camminare sulle uova” ecc.) e inavvertitamente “permettere” ai comportamenti di persistere. Le metafore del Jack Russel o del rinoceronte fanno riferimento a situazioni in cui il comportamento della persona di supporto diventa controllante, o attraverso controlli ripetuti e intrusione (terrier) o attraverso il ragionamento logico (rinoceronte). Questi comportamenti producono resistenza.

D. Perché il delfino è il modello migliore nel paradigma del libro?

R. Il delfino combina compassione e empatia con la saggezza di capire che la persona è dispersa nel mare e può avere bisogno di un tipo di supporto che assomiglia a piccole spinte, senza mani.

D. Chi è EDI?

R. Usiamo EDI per descrivere la parte del sé del disturbo del comportamento alimentare. A volte è chiamata la voce del disturbo dell’alimentazione, la sua forma mentis ecc.

D. Il libro è destinato ai clinici o è predisposto per essere letto anche da genitori e altri membri della famiglia?

R. È stato scritto da un genitore e una persona che hanno vissuto l’esperienza e da un clinico, per altri genitori, famigliari, professionisti e pazienti.

Ci sono evidenze scientifiche sulla popolazione adulta e in età evolutiva che consentono di affermare che il Nuovo Metodo Maudsley è in grado di ridurre lo stress delle figure di supporto e dei pazienti, migliorare la sintomatologia e fare in modo che interventi di cura intensiva, come il ricovero, siano meno necessari.