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numero 49 - luglio 2017

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Comprehensive Textbook of Psychotherapy

Comprehensive Textbook of Psychotherapy

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Andrés J. Consoli, Larry E. Beutler, Bruce Bongar (a cura di)
Comprehensive Textbook of Psychotherapy
Oxford University Press, 2017, Pp. XX+537, £ 70.00

La prima edizione di questo importante lavoro fu pubblicata molti anni fa, nel 1995, e si può ben comprendere che questa seconda edizione rappresenta, sostanzialmente, un libro completamente nuovo rispetto al primo. L’organizzazione del testo facilita il lettore nel puntare rapidamente alle tematiche di proprio interesse e nell’ottenere una visione di sintesi delle stesse, utilizzando in tal caso i supporti degli Abstracts, dei Key Points e i quesiti di prova che compaiono in ognuno dei trentadue capitoli. Capitoli che sono organizzati in tre grandi sezioni e che coprono praticamente l’intero campo teorico e metodologico dell’attuale mondo delle psicoterapie.

Come notavano Larry E. Beutler e Bruce Bongar scrivendo la prefazione alla prima edizione, nonostante la diversità degli approcci terapeutici, due elementi spiccano su tutti gli altri come determinanti l’efficacia delle psicoterapie: l’esperienza del clinico, e il setting in cui è attuato l’intervento. Ma ai tempi in cui fu scritta questa prefazione (il 1994) sia la ricerca sull’efficacia della terapia psicologica, sia l’identificazione di ciò che sarebbe diventato il fattore aspecifico che promuove il miglioramento del paziente, erano ai primordi. Oggi – dopo oltre un secolo dalla nascita della psicoanalisi, quindi dall’inizio della talking cure così come è attualmente praticata - mentre alcune intuizioni rimangono intatte, molti altri elementi sono mutati o si sono aggiunti. In tal senso, il primo capitolo della prima sezione, a firma dei tre curatori, introduce il lettore nel vivo della situazione contemporanea e lo fa, opportunamente, recuperando la storia della psicoterapia. Da un punto di vista didattico e/o di auto-formazione, l’intera prima sezione del manuale è di importanza cruciale: infatti, i tredici capitoli che la compongono passano in rassegna i principali modelli di psicoterapia, cioè quegli agglomerati di concetti, idee, pratiche e tecniche dai quali poi si sono sviluppate una miriade di impostazioni applicative.

Introdotte dal capitolo Unity and Diversity Among Psychotherapies, sono prese in esame le psicoterapie psicodinamiche, cognitivo-comportamentali, umanistico-esperenziali, interpersonali, sistemiche, integrative ed è, infine, discusso l’orientamento eclettico. Ogni indirizzo terapeutico è scansionato in termini storici e di applicazione pratica, con diversi riferimenti all’utilizzo con soggetti particolari o popolazioni speciali di pazienti. Questo ultimo criterio di analisi rappresenta uno dei due fulcri della seconda sezione del testo, dedicata appunto agli approcci psicoterapeutici secondo le modalità tecniche e le popolazioni a cui sono rivolti. Sono, ad esempio, discusse le terapie di gruppo e quelle familiari, mentre sul secondo versante sono presentate le applicazioni con bambini ed adolescenti, anziani, soggetti traumatizzati, persone appartenenti a minoranze etniche, immigrati e rifugiati. Potrà poi sorprendere il lettore leggere i due capitoli rivolti al genere, cioè ai pazienti maschi e alle pazienti femmine (seguiti dal capitolo indirizzato ai gay, alle lesbiche e ai bisessuali). La terza ed ultima sezione del manuale è dedicata alla ricerca in psicoterapia, alla formazione dei terapeuti e ad altre questioni di genere trasversale, chiudendo con un interessante capitolo sul futuro della psicoterapia in cui si inquadrano le terapie psicologiche nel contesto della post-modernità, facendo cenno ai grandi cambiamenti storico-culturali che stiamo vivendo e al loro impatto sulle popolazioni.

Tra i molti insegnamenti che questo libro intende diffondere vi è l’enfasi sulle pratiche teoricamente basate, e i numerosi riferimenti all’efficacia della psicoterapia. Credo che sia importante sottolineare il collegamento tra i due temi: psicoterapie efficaci non possono essere che fondate teoricamente! Al di fuori di questo legame ciò che passa per “psicoterapia” è tuttalpiù una sorta di conversazionalismo tra un soggetto che ascolta benevolmente ed un altro che espone i propri problemi. Ma, certamente, le teorie devono essere basate sulla clinica, e qui emerge il contrasto fin troppo evidente tra ricerche accademiche e expertise clinico, culminato, ad esempio, nelle battaglie che hanno preceduto l’ultima realese del DSM – sulle ricerche qualitative integrate dall’ottica pragmatica vedi Grounded Theory and Grounded Theorizing, di Antony Bryant (Oxford Universiy Press, 2017) -.

Sono, dunque, numerosi i “meriti” di questo manuale (ed è auspicabile che se ne prepari una traduzione in italiano), tra cui segnalo: unire le considerazione cliniche e teoriche con le evidenze tratte dalla letteratura più recente; integrare il punto di vista storico con l’illustrazione dei processi terapeutici e le vignette cliniche; sistematizzare la complessità dell’argomento in settori ben delimitati e chiaramente definiti; fornire una visione neutrale su una quantità di tematiche controverse; offrire spunti di analisi e di riflessione non solo per ciò che attiene l’approccio terapeutico, ma anche la visione dell’essere umano in senso globale.

Inoltre, dare voce a ben settantotto soggetti esperti (gli autori) aiuta il lettore – in tal caso, soprattutto il lettore maturo ed esperto, tendenzialmente assestato nell’ambito del proprio paradigma teorico e metodologico – ad aprire la mente e a considerare la vastità dei diversi punti di vista che possono essere abbracciati per intervenire con un paziente.

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