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numero 57 - maggio 2018

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APA Handbook of Psychopathology

APA Handbook of Psychopathology

rec.png James N. Butcher (Editor-in-Chief)
APA Handbook of Psychopathology
Volume 1. Psychopathology: Understanding, Assessing, and Treating Adult Mental Disorders. Pp. XXV+810.
Volume 2. Child and Adolescent Psychopathology. Pp. XIII+638.
American Psychological Association, 2018
$ 395,00 (Two vol. Hardcover). Electronic $ 695,00. 

Chi volesse oggi capire a che punto sono le conoscenze nel campo vastissimo della psicopatologia non può prescindere dalla consultazione delle oltre millequattrocento pagine di questa imponente opera pubblicata nel febbraio 2018, frutto della fatica e dell’impegno di uno dei maggiori psicologi di fama internazionale, James Neal Butcher, professore emerito a Minneapolis, presso il dipartimento di psicologia della University of Minnesota, noto in particolare per le sue ricerche sul tema dell’assessment della personalità e per gli studi sul test MMPI. Nato a Bergoo, in West Virginia nel 1933, ha pubblicato sessantaquattro libri (compreso un testo uscito nel 2013 in cui ricorda la sua esperienza militare vissuta da giovane soldato nella guerra di Corea) ed oltre duecentocinquanta articoli nei campi della psicologia clinica, applicata e della psicologia cross-culturale. Tra le numerose onorificenze, Butcher ha ricevuto la laurea ad honorem in psicologia dall’Università di Firenze.
Butcher, nel ruolo di Editor in Chief, si è giovato dell’assistenza di due Associate Editors che sono Jill M. Hooley, per il Volume 1, e Philip C. Kendall per il secondo volume. A questi si è affiancata una schiera assai nutrita di collaboratori: sessantasette persone hanno collaborato alla costruzione del primo volume, e cinquantanove al secondo volume.
Il primo volume è articolato in cinque, ampie sezioni: la prima è di notevole interesse perché pone le basi per una comprensione davvero approfondita delle molteplici manifestazioni della psicopatologia. Sono qui indagate le componenti socio-culturali (soprattutto nel sesto capitolo), le manifestazioni comportamentali e i significati soggiacenti della sofferenza umana, in prospettiva storica e di inquadramento, con una speciale attenzione nel sottolineare i mutamenti dei concetti e dei punti di vista sulla cosiddetta Abnormal Psychology. Un argomento che sta diventando rilevante nel nostro Paese è quello della comprensione della patologia psicologica nelle persone immigrate (capitolo sette). I cinque capitoli che compongo la seconda parte ruotano intorno al ruolo della valutazione della psicopatologia, chiamando in causa approcci, metodologie e strategie che sono collocate in vari e diversi contesti, ed indirizzate a insiemi di soggetti differenti. Si evidenziano i capitoli 11 e 12 dedicati, rispettivamente, alla valutazione delle persone da orientare in occupazioni rischiose e all’assessment delle persone anziane.
La terza sezione del testo è quella più ricca ed articolata (dieci capitoli) prendendo in esame le manifestazioni cliniche della psicopatologia. Dalle disfunzioni neuro-cognitive fino alle conseguenze dello stress, dalle classiche patologie ansiose e depressive, fino alle condizioni legate a problematiche somatiche, alimentari e di assunzione di sostanze, questa Terza Parte racchiude un importante “cuore” della trattazione, non rinunciando ad evidenziare le controversie sul tema, come fanno Scott Lilienfeld e Robert Latzam nel capitolo 23. Forse poco spazio, in relazione alla sezione precedente, è assegnato al tema della terapia, trattata nei sei capitoli (della quarta sezione) l’ultimo dei quali è centrato sull’efficacia della psicoterapia; presentando una rassegna che spazia dagli Anni Cinquanta ai nostri giorni sono esposte interessanti considerazioni sul confronto di efficacia delle diverse forme di terapia psicologica.
Da segnalare il capitolo 25, Incorporation of therapeutic assessment into treatment with clients in mental health programming, perché porta la firma di due italiani, Filippo Aschieri e Francesca Fantini, entrambi del CEAT - Centro Europeo per l’Assessment Terapeutico, dell’Università Cattolica di Milano (il terzo autore è Stephen Finn, il padre dell’assessment collaborativo).
In relazione al secondo volume credo che salti subito agli occhi l’importanza che è stata data all’ampio tema della prevenzione: infatti, questo volume è interamente dedicato alle eventuali manifestazioni patologiche che possono svilupparsi nei primi due decenni di vita dell’individuo.
Dopo aver richiamato la relativamente recente nascita dell’interesse per le psicopatologie dei bambini e dei giovani (dal secolo scorso in avanti) e aver sottolineato le difficoltà che pone sia la valutazione, sia il trattamento delle situazioni disfunzionali nei soggetti in età evolutivo, il volume si articola in cinque sezioni. Proprio la prevenzione è richiamata nella prima parte del testo (appare importante il quinto capitolo sulla prevenzione del bullismo), mentre la seconda parte è dedicata all’assessment: come sottolinea Butcher nell’ottavo capitolo “vi sono molti fattori che devono essere tenuti in considerazione al fine di assicurare che la valutazione psicologica raggiunga gli obiettivi voluti. È importante valutare il grado di cooperazione che gli adolescenti mantengono nel setting valutativo al fine di garantire la credibilità dei risultati; […] la valutazione dovrebbe fornire un’appropriata prospettiva sul contesto ambientale del soggetto […] avendo necessità di cogliere la capacità intellettiva e di problem solving [dell’adolescente] per essere sicuri che il trattamento e il modo in cui sono gestite le raccomandazioni possano avere successo (p. 157). Ben undici capitoli compongono la terza sezione sulle manifestazioni cliniche della psicopatologia, mentre la quarta sezione è dedicata ad alcune considerazioni su specifiche questioni della terapia (qui emerge l’attenzione al trattamento delle situazioni traumatiche). Il testo si chiude con una riflessione sugli aspetti etici e legali relativi all’area clinica indagata.
Anche questa opera – come un’altra recensita recentemente su queste stesse pagine (APA Handbook of Human Systems Integration, curato nel ruolo di Editors in Chief da Deborah A. Boehm-Davis, Francis T. Durso, John D. Lee. American Psychological Association, 2015) – fa parte delle APA Handbooks in Psychology Series, una serie editoriale che si sta oggi avvicinando alla soglia dei trenta titoli in catalogo. Composta da opere in volume singolo e da altre che si presentano in due, tre o anche quattro tomi (come la pubblicazione dedicata alla psicologia sociale e alla personalità) questa serie, che ha avuto inizio nel 2010, si rivolge indistintamente ai professionisti e ai ricercatori, ma molti testi possono essere di “interesse tangenziale” per persone che operano al di fuori del campo della psicologia; ad esempio, per i responsabili delle risorse umane, per gli insegnanti, per i legali e per i counselor. Naturalmente l’area di migliore impatto al di fuori della psicologia è quella che ruota intorno alle discipline umanistiche e, sul versante clinico e medico, alla psichiatria.