Introduzione

L’insorgenza e la rapida diffusione della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) non è solo una minaccia al modo di vivere delle persone, ma è anche una sfida per la società nei diversi livelli di convivenza, familiare, scolastica, lavorativa, di aggregazione ludica, ecc. (World Health Organization, WHO 2020). Questa grave situazione ha causato limitazioni alla vita personale di molte persone, compreso l’autoisolamento e l’allontanamento sociale.
Vari studi confermano che di fronte alle situazioni di forte stress sociale, le persone avvertono con forza il rischio di perdere il significato della loro vita, soprattutto quando le avversità sono particolarmente destabilizzanti per le loro abitudini quotidiane (Arslan, Yıldırım, Tanhan, Buluş, Allen, 2020; Walsh, 2020; Zhang, Sang, Chen, Zhu, Deng, 2018; Jim, Purnell, Richardson, Golden-Kreutz, Andersen, 2006; Newcomb e Harlow 1986).
Utilizzando la prospettiva della psicologia esistenziale (Frankl, 1966b; Batthyány, 2016), questo studio mira a esaminare le associazioni tra caratteristiche psicologiche individuali, autotrascendenza, intesa come apertura verso gli altri, e senso della vita, durante la pandemia da COVID-19. In linea con quanto rilevato dalla letteratura si vogliono accertare le eventuali associazioni che intercorrono tra le diverse variabili prese in esame, in modo da individuare i possibili predittori che possono proteggere la salute mentale e ridurre il rischio di disagio psicologico derivante dalle limitazioni della quarantena (Xin et al., 2020; WHO, 2020).

Una ricerca esplorativa

Il presente studio intende esplorare la relazione tra le dimensioni disfunzionali della personalità e l’ansia da coronavirus che genera confusione e disadattamento.
Inoltre si vuole verificare come tale relazione sia mediata dalla capacità di apertura agli altri e di autotrascendenza della persona, e dal senso della vita inteso come capacità dell’individuo di trovare un significato alla condizione stressante che vive (Arslan et al., 2020; Arslan, Yıldırım, Wong, 2020; Ronco e Grammatico, 2000; 2009).
A fronte di studi che hanno confermato il ruolo di mediazione della ricerca di senso sul benessere psicologico che sulla salute mentale (Harlow, Newoomb, Bentler, 1986; Newcomb e Harlow, 1986), è parso dunque plausibile assegnare alla ricerca di significato e all’autotrascendenza un ruolo di mediazione tra i tratti di personalità non adattivi e gli esiti in termini di benessere psicofisico in tempo di quarantena (Fig. 1).

Campione e strumenti di rilevazione

Il presente studio è stato condotto su un campione di convenienza formato da 372 soggetti (166 maschi e 206 femmine) che hanno risposto su base volontaria. Gli strumenti di rilevazione sono stati: il Personality Inventory for DSM-5 (PID-5), il Coronavirus Anxiety Scale (CAS), il Purpose in Life Test (PIL) e la Scala Autotrascendenza.

I risultati

I risultati dell’analisi di correlazione hanno mostrato diverse correlazioni sia positive sia negative, tra la ricerca di senso, l’autotrascendenza e le dimensioni adattive di personalità come mostrato nella tabella 1.

L’analisi di mediazione mostra che il primo modello vede come debole mediatore negativo l’autotrascendenza tra le dimensioni di personalità (β = -.17, p<.001) e l’ansia da COVID-19 (β = .03, p<.05) rappresentando solo lo 0.05% della varianza.
Il secondo modello di mediazione mostra una forte influenza del senso della vita nel moderare l’insorgenza dell’ansia da COVID-19. Il senso della vita ha un effetto predittivo negativo sulle dimensioni adattive della personalità (β = -.54, p<.001), e sull’ansia da COVID-19 (β = -.04, p<.001) rappresentato il 38 % della varianza come mostrato nella tabella 2.
Il terzo modello mostra una forte correlazione positiva tra la vita piena di senso e l’autotrascendenza (β = .79, p<.001) entrambe mediano tra le dimensioni adattive di personalità e l’ansia da COVID-19 spiegando il 10% della varianza, come mostrato nella tabella 2 e nella figura 1.
Questi risultati suggeriscono che una vita piena di senso supportata da una apertura all’altro attraverso l’autotrascendenza ha un effetto di mediazione, riducendo la comparsa dell’ansia da COVID-19 nelle persone che hanno già una compromissione delle dimensioni adattive di personalità.
Gli effetti indiretti tra le dimensioni adattive di personalità e l’ansia da COVID-19 attraverso i mediatori risultano quindi essere significativi. Nella tabella 3 sono presentati gli effetti totali, diretti e indiretti non standardizzati e l’intervallo di confidenza corretto per il 95% che predice i punteggi di salute psicologica.

 

Discussione e conclusioni

I risultati supportano l’ipotesi del rapporto tra i tratti di personalità disfunzionali e l’ansia da coronavirus, in linea con gli studi di Jeronimus (2020) e Brooks (et al., 2020). Minori sono i livelli di tratti di personalità non adattivi, maggiori saranno i livelli di ansia da coronavirus. Tuttavia, mentre tale associazione era moderata rispetto al disagio dell’ansia e all’autotrascendenza, è molto forte rispetto al senso della vita, confermando l’associazione emersa in vari studi, tra i costrutti relativi alla “crisi di significato” che emerge nelle condizioni di grande frustrazione emotiva e di vuoto esistenziale (Schnell, 2009; Haugan, Moksnes, e Løhre, 2016; Haugan e Innstrand, 2012; Matthews e Cook, 2009; Zhang et al., 2016). Per cui, maggiori sono i livelli dei tratti di personalità non adattivi, minori saranno i livelli di senso. Così come maggiori sono i livelli dei tratti di personalità non adattivi, minori saranno i livelli di autotrascendenza.
Questi risultati sono coerenti con quegli studi che indicano che il senso della vita e l’autotrascendenza mediano e proteggono la salute psicologica e mentale delle persone e riducono il rischio di malattie psichiche, soprattutto in tempo di elevato stress sociale come nel periodo della pandemia (Thorp, 2020; Xin et al., 2020; Sani et al., 2020; Reker, 2000; Matthews e Cook, 2009). Tali risultati confermano così che entrambe queste dimensioni possono moderare l’impatto negativo del disagio emotivo.
Tali conclusioni permettono di ampliare la comprensione dei predittori e mediatori del disagio psichico nella situazione di pandemia attuale. Infatti, la valutazione di queste variabili di mediazione può avere implicazioni pratiche nella gestione dell’ansia da coronavirus. La persistenza delle condizioni ansiogene dovute alla precarietà sociale di questo tempo di pandemia, all’incertezza del futuro, alla paura di ammalarsi, al perdurare del distanziamento sociale, potrebbero riflettersi sulle condizioni di disadattamento emotivo e di ansia.
Allo stesso tempo questo studio conferma che i livelli elevati di autotrascendenza e di ricerca di senso influenzano il modo con cui le persone affrontano l’ansia da coronavirus e perseverano nel perseguimento di obiettivi di migliore adattamento e di benessere psicologico.

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