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numero 39 - luglio 2016

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L'intervista

Intervista a Giovanni Valeri

Intervista a Giovanni Valeri

Giovanni Valeri è Medico neuropsichiatra infantile, psicologo e psicoterapeuta, e ha lavorato per venticinque anni nei servizi di NPI del Servizio Sanitario Nazionale. Attualmente coordina il protocollo Autismo presso l’IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Proprio a lui abbiamo pensato di chiedere come funziona una struttura sanitaria di questo tipo: che tipo di pazienti riesce ad accogliere, che tipo di servizio è in grado di offrire e quali le principali linee di ricerca perseguite. 

D. L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù è il più grande policlinico e centro di ricerca pediatrico di Europa, conta più di 2500 dipendenti e permette l’accesso ad oltre un milione e mezzo di nuovi pazienti l’anno. Come si “muove” e come riesce a funzionare una struttura di questa portata?

R. Una struttura così complessa riesce a funzionare grazie ad una accorta gestione della Direzione Sanitaria e alla costante valutazione del miglioramento continuo di qualità; importante in questo senso è stato il percorso di accreditamento internazionale con la Joint Commision.

D. “Il bambino al centro di tutto” è il motto dell’Ospedale. Come è possibile garantire una tale accortezza e personalizzazione all’interno di una struttura così imponente?

R. È una sfida continua: cercare di coniugare l'alta specializzazione professionale con la personalizzazione dell'intervento. È possibile solo se si mantiene una tensione etica costante e una cooperazione tra i professionisti.

D. L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù offre servizi educativi e più propriamente scolastici: come vengono gestiti questi aspetti?

R. Alcuni pazienti trascorrono lunghi periodi all'interno dell'ospedale. Grazie alla collaborazione con il Ministero dell'istruzione diversi insegnanti, della scuola primaria e secondaria, svolgono parte del loro lavoro nei reparti, permettendo la continuità del percorso scolastico.

D. Come si svolge la vita quotidiana dei pazienti ricoverati?

R. Si cerca di rendere il più “ecologico” possibile il periodo del ricovero, ad esempio con le numerose iniziative organizzate dalla ludoteca.

D. Il Bambino Gesù è un IRCCS - Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. Che significa questo? Che tipo di ricerche vi vengono condotte?

R. Un IRCCS ha il compito di assicurare sia una attività clinica di qualità sia la ricerca secondo i criteri stabiliti dalla comunità scientifica internazionale. Le ricerche comprendono tutti gli aspetti delle scienza pediatriche e grande importanza hanno i trial clinici per la sperimentazione di nuove opzioni terapeutiche.

D. A suo parere, quali sono gli elementi di innovazione che la ricerca clinica attuale sta perseguendo?

R. La particolare attenzione alle ricerche “omiche” (genomica, proteomica, ecc.) e alla “medicina personalizzata”.

D. Lei lavora presso l’UO di Neuropsichiatria Infantile. Che tipo di pazienti afferiscono al vostro servizio?

R. L'UO di Neuropsichiatria infantile è parte del Dipartimento di Neuroscienze (che comprende anche UO Neurologia, UO Neurochirurgia e UO Neuroriabilitazione). L'UO di NPI si articola in attività ambulatoriale, attività di Day Hospital (DH) e attività di ricovero ordinario.
L'attività ambulatoriale è di circa 2000 visite al mese, ed è rivolta a tutta la gamma dei disturbi neuropsichiatrici in età evolutiva: disturbi dello sviluppo (disturbi del linguaggio, dell'apprendimento, ADHD, disturbi dello spettro autistico), disturbi emozionali (disturbi d'ansia, disturbi dell'umore) e  disturbi comportamentali (disturbo oppositivo provocatorio, disturbi della condotta).
L'attività di DH è di circa 400 pazienti al mese ed è organizzata per “protocolli” specifici: disturbi del linguaggio e dell'apprendimento, ADHD, disturbi dello spettro autistico, disabilità intellettiva, disturbi d'ansia, disturbi dell'umore, disturbi comportamentali, disturbi del comportamento alimentare, stati mentali a rischio.
Il ricovero prevede 8 posti letto, dedicati esclusivamente ai disturbi psichiatrici in età evolutiva (esordi psicotici, gravi disturbi dell'umore, atti autolesivi ecc.); va sottolineato come nel Lazio esistano solo altri 6 posti letto di ricovero ordinario in NPI, presso Il Policlinico Umberto I.

D. Che tipo di presa in carico siete in grado di offrire?

R. L'attività ambulatoriale è soprattutto una attività di “filtro”, mentre i “protocolli” di DH si focalizzano su un percorso diagnostico il più completo possibile che permetta un progetto terapeutico basato su evidenze scientifiche ed efficace, che sarà gestito in gran parte dai servizi di NPI delle ASL. Per alcuni disturbi organizziamo anche cicli di intervento (come per i pazienti anoressici o il programma di Parent training/Terapia mediata dai genitori per i bambini in età prescolare con disturbo dello spettro autistico). Per i pazienti in ricovero ordinario l'obiettivo primario è la stabilizzazione della situazione acuta e la predisposizione di un percorso terapeutico appropriato.

D. Quali sono i progetti di ricerca a cui il suo servizio si è dedicato nell’ultimo periodo e quali i focus di ricerca per il prossimo futuro?

R. Oltre alle ricerche sugli aspetti “omici” e alla medicina personalizzata, alcuni progetti di ricerca particolarmente significativi dell'UO di NPI sono quelli relativi all'integrazione di ricerche neuropsicologiche e neurobiologiche con quelle psicopatologiche e la validazione di modelli di intervento evidence-based.

D. Il Servizio pubblica una rivista che si chiama Specchio Riflesso. Come mai una scelta di comunicazione di questo tipo per un servizio clinico come il vostro?

R. Riteniamo che occuparsi di Salute mentale in età evolutiva richieda necessariamente anche una attività culturale che contrasti le troppo diffuse posizioni pseudo-scientifiche e lo stigma sociale per questi pazienti.