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numero 109 - marzo 2024

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Freud and Psychoanalysis. Six Introductory Lectures / Leading with Depth: The Impact of Emotions and Relationships on Leadership

Freud and Psychoanalysis. Six Introductory Lectures / Leading with Depth: The Impact of Emotions and Relationships on Leadership

81qibdpdpBL._AC_UF1000,1000_QL80_.jpg John Forrester
Freud and Psychoanalysis. Six Introductory Lectures
Polity, 2023, pp. XIII+209
€ 17,00 (paperback)

John Forrester è un autore molto conosciuto soprattutto nei paesi di lingua inglese – forse un po’ meno in Italia – fortemente interessato a tutto ciò che ruota intorno alla psicoanalisi e alla figura di Sigmund Freud. Uno dei suoi libri, The Seductions of Psychoanalysis: Freud, Lacan and Derrida, in cui si tratta della psicoanalisi dal punto di vista della narrazione di storie e del linguaggio trasformativo, è stato tradotto in italiano nel 1993 da Il Mulino (Le seduzioni della psicoanalisi. Freud, Lacan e Derrida). Un altro suo lavoro, Dispatches from the Freud wars: Psychoanalysis and its passions (Harvard University Press, Cambridge, 1997), quando uscì suscitò un grande interesse e un forte dibattito (di questo libro si può leggere l’interessante recensione a firma di Elaine Hoffman Baruch, pubblicata in Psychoanalytic Psychology, 16, 1, 130–137, 1999).
In Freud and Psychoanalysis sono riportate sei lezioni tenute alla University of Cambridge che illustrano lo sviluppo del pensiero freudiano collocato nel contesto dell’epoca e legato alla vita stessa di Freud, all’atmosfera del tempo e alle pratiche cliniche che erano all’epoca diffuse per curare le persone sofferenti di nervi.
I principali temi della psicoanalisi classica – i sogni, la sessualità, l’inconscio, il conflitto tra desiderio e difesa – sono qui trattati in ottica critica e nella direzione dell’edificazione di un nuovo approccio al soggetto sofferente e di nuove forme di dialogo e di intervento terapeutico. La psicoanalisi è vista in rapporto con la scienza e con la medicina, ma anche come forma di pensiero e di sensibilità sempre più diffusa nella cultura popolare: uno sviluppo che ha intersecato diversi movimenti sociali e culturali.
Il testo è strutturato in sei capitoli, in modo molto chiaro e, direi, costruttivamente didattico, partendo da considerazioni ad ampio spettro per poi trattare il tema dei sogni e della sessualità (terzo capitolo) e tornare ad aprire il campo di riflessione con i tre capitoli successivi che culminano nel capitolo finale, forse il più interessante di tutti, sul significato della psicoanalisi nel XX Secolo. La prima pagina, che segue la nota editoriale della curatrice e moglie Lisa Appignanesi – con la quale Forrester ha firmato un saggio di grande spessore, Freud’s Women, pubblicato nel 1992 e poi riproposto nel 2005 (traduzione italiana Sigmund Freud e le sue donne. La Tartaruga, Milano, 2007) – e la prefazione di Darian Leader, apre con i versi di W. H. Auden, tratte dal suo omaggio a Freud (In Memory of Sigmund Freud, del 1940), poeta che sarà richiamato successivamente in altre pagine del testo.
Trattando l’impatto culturale e certamente rivoluzionario (se collocato in quei tempi) della psicoanalisi, Forrester segue il percorso dello sviluppo del Movimento Psicoanalitico Internazionale ampliando lo sguardo su come la psicoanalisi è stata accolta e si è diffusa partendo da Vienna verso gli USA, la Francia e la Gran Bretagna. In questo viaggio l’autore considera anche l’impatto della psicoanalisi nelle arti, in specie nella cinematografia e nella letteratura, mostrando ciò che alcuni ritengono ancora oggi essere il maggior valore del messaggio freudiano e cioè l’aver impostato un nuovo modo di vedere le cose, di pensare a noi stessi e al mondo, di elaborare la cultura e la storia. In tale ottica, Forrester, nella lezione quinta, nota il disseminarsi della psicoanalisi nei circoli letterari e tra gli intellettuali di Vienna, Berlino, Monaco e Budapest, seguendo il percorso delle idee freudiane fino al Greenwich Village di New York e al londinese Bloomsbury Group, mentre la psicoanalisi e altre forme di terapia, facevano capolino nelle pagine di scrittori come May Sinclair (pseudonimo di Mary Amelia St. Clair), Francis Scott Fitzgerald e Italo Svevo. Ben presto “la psicoanalisi (particolarmente negli USA) fornì un ponte tra la psichiatria e la neurologia, tirando fuori la psichiatria dai manicomi. Un ponte che tipicamente facilitò la disseminazione della psicoanalisi” (p. 125).
John Forrester (Londra, 25 agosto 1949 – 24 novembre 2015) è stato filosofo e storico della scienza e in queste pagine emerge con tutta la sua competenza nel momento in cui inquadra la psicoanalisi nei contesti socioculturali – ad esempio, notando che “Freud è stato sempre interessato alle problematiche del potere (e alle sue deformazioni) sia all’interno del suo studio che guardando allo sviluppo del bambino, ai rapporti di amore o alla famiglia, e ai nuclei della società” (p. 107) – chiedendosi anche quale sia stato il senso dell’edificazione del Movimento Psicoanalitico Internazionale, che genere di associazione è stata questa, se scientifica o piuttosto politica. Tutte considerazioni sempre molto misurate e ponderate, in cui non si nota mai la partigianeria, bensì onestà intellettuale e continua ricerca di senso, sorrette da una critica arguta e dalla capacità di osservare i fenomeni da molteplici punti di vista.
Infine, non si può sfuggire alla tentazione di confrontare queste lezioni introduttive di Forrester con le più note lezioni freudiane: Freud S. (1915-1917), Introduzione alla psicoanalisi (OSF, Vol VIII. Boringhieri, Torino, 1976) e Freud S. (1932 [1933]), Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni). OSF, vol. ix. Boringhieri, Torino, 1979). Un confronto che arricchirà di certo il pensiero del lettore.

 

51v88t-zrDL._AC_UF1000,1000_QL80_.jpg Claudia Nagel
Leading with Depth: The Impact of Emotions and Relationships on Leadership
Karnac, 2023, pp. XXXVI+340
£ 34.99 (paperback) 

In occasione del quarantaseiesimo anniversario della nascita della International Society for the Psychoanalytic Study of Organizations (ISPSO) questo volume vuole essere un dono a tutta la comunità dell’associazione, centrando l’attenzione su uno dei temi più rilevanti o, forse, si potrebbe dire sul tema centrale e fondamentale di ogni vita organizzativa: l’esercizio della leadership. Esercizio che nell’ottica psicodinamica e psicoanalitica rappresentata da ISPSO significa andare al di là del visibile, al di là del comportamento osservabile, al fine di comprendere e gestire gli aspetti inconsapevoli e le dinamiche istituzionali che sono collocate – come recita il titolo di un altro importante testo – al di sotto della superficie (Lionel F. Stapley, Individuals, Groups and Organizations Beneath the Surface: An Introduction. Routledge, 2006).
L’intento del testo curato da Claudia Nagel è quello di condividere una serie di esperienze professionali sviluppate nel corso dei decenni da parte di prestigiosi esponenti operanti nel campo della leadership e delle impostazioni psicodinamiche. La stessa Claudia Nagel, past president di ISPSO, è consulente senior e coach, con una formazione in psicologia delle organizzazioni, psicoanalisi ed economia, nonché autrice di un bel testo sul coaching (Psychodynamic Coaching. Routledge, 2020). Tra coloro che hanno contribuito al volume compaiono, tra gli altri, Gilles Amado, Halina Brunning, Manfred Kest de Vries e Fiona Martin. Inoltre, il testo si avvale della prefazione di Bolko von Oetinger (professore di Strategic Management e tra i fondatori del Boston Consulting Group - BCG Germany, di cui è stato presidente) e della introduzione di Anton Obholzer (psichiatra e psicoanalista emerito, amministratore delegato del Tavistock and Portman NHS Trust, e membro della facoltà di INSEAD).
Fin dalle prime pagine ci si immerge in un contesto in cui spiccano la personalità e la persona a tutto tondo del leader – da intendersi, per estensione, come ogni soggetto che eserciti un’autorità e un potere di gestione all’interno del contesto di lavoro.
L’affettività, le emozioni e il mondo interiore del leader, come ha ben dimostrato Manfred Kets de Vries (autore del capitolo Effective and dysfunctional leaders) in oltre cinquanta volumi e quattrocento articoli e capitoli di libri dedicati a vari aspetti della leadership del management, non possono, bensì devono essere tenuti in debito conto, perché qui si trova la radice di ogni stile di leadership, di ogni modo di gestire autorità, autorevolezza e poter: sia gli stili di leadership funzionali, autentici e sanamente orientati al conseguimento costruttivo dei risultati, sia gli stili disfunzionali, patologici – tossici, come oggi si tende a definirli.
Prendere in considerazioni tali aspetti significa poter migliorare le azioni tipiche del leader e del manager come risolvere problemi e prendere decisioni, gestire la prestazione dei collaboratori e creare un clima sufficientemente adeguato a cooperare in modo proattivo.
Il testo è suddiviso in due grandi sezioni dedicate la prima alla persona e la seconda all’organizzazione e, nonostante la complessità delle tematiche trattate, si tratta di un libro che si legge facilmente perché composto da diciotto capitoli, ognuno dei quali approfondisce un argomento specifico. Si possono così scorrere capitoli il cui titolo è evocativo di precise dimensioni del vivere organizzativo come, ad esempio: Do women lead differently, and do they want to lead? (Rob Ryan), Thinking together – and how to get there (Martin Ringer), Digitalisation of our world of work (Phil Boxterk) e Leading by the screen: how to do online and hybrid right (Kalina Stamenova).
E’ ben illustrata la funzione manageriale implicita e profonda che non si riferisce al conseguimento degli obiettivi e alla realizzazione di risultati sfidanti, bensì alla gestione dell’incertezza, dei confini mobili e labili, dell’ansia dei collaboratori, delle emozioni distruttive che possono serpeggiare nei gruppi di lavoro, delle attese irrealistiche e dei fantasmi personali che si propongono sulla scena organizzativa interpretati nei modi più diversi dai diversi attori organizzativi (solo per citare alcune dimensioni di questa realtà inconsapevole che si agita, più o meno silente, in ogni essere umano e in ogni contesto istituzionale ed organizzativo).
Visualizzare questi backstages, andare behind the stage of the actors significa sviluppare la consapevolezza del proprio ruolo incarnato in una determinata personalità, riflettere sulle esperienze e apprendere da esse, interpretare secondo diverse ottiche e prospettive sia ciò che accade nel lavoro sia ciò che espongono persone – capi, colleghi, collaboratori – ognuna delle quali ha il proprio, legittimo punto di vista che, per essere realmente compreso, deve essere inquadrato in un contesto che va ben al di là del ruolo occupato e della funzione svolta.
Unendo i necessari aspetti teorici – e anche storici, sottolineerei – alle esperienze professionali, ai casi di studio, ai report e alle testimonianze, si affrontano, esemplificativamente, argomenti come: la capacità di creare fiducia nel team e di gestire i conflitti, l’importanza di identificare rapidamente i segnali distruttivi soprattutto nell’esercizio della leadership (ma non solo), la necessità di riconoscere l’emergere di ansie e difese psichiche profonde, la difficoltà nello sviluppare il pensiero divergente e l’iniziativa nei collaboratori, la delicatezza nella gestione dei sentimenti di fragilità e di solitudine che possono bloccare il manager nell’esercizio delle sue attività. Tutto ciò è inserito nell’ottica sistemica e psicodinamica, collegato agli attuali mutamenti del mondo del lavoro, proiettato in avanti in funzione di prevenzione, tenendo conto quali sono, oggi, le richieste del mondo del lavoro e come, un domani, esse potranno svilupparsi.
Claudia Nagel ha, dunque, compiuto un’opera meritoria nell’organizzare e presentare, oggi, un testo che può essere ritenuto anche simbolicamente rappresentativo del punto in cui è giunta l’ottica psicodinamica nell’applicare le proprie conoscenze ed esperienze al mondo del lavoro.