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numero 109 - marzo 2024

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Rassegna stampa

Rassegna stampa #109

Rassegna stampa #109

Effetti della vittimizzazione e della perpetrazione nell'osservazione di scene di bullismo: uno studio con eye-tracker

Ricerche precedenti hanno dimostrato che le esperienze di bullismo sono associate a modi diversi di interpretare e comportarsi nelle dinamiche di bullismo. Tuttavia, rimane incerto se queste distinzioni possano essere presenti già durante la prima fase di elaborazione delle informazioni, ovvero l'allocazione dell'attenzione. Questo studio ha indagato i pattern attenzionali di studenti italiani con diverse esperienze di bullismo vissute nella vita quotidiana mentre osservavano delle rappresentazioni di diversi ruoli attraverso vignette sul tema del bullismo. I partecipanti (72 studenti, età media =  11.18 anni) sono stati classificati come vittime, bulli, vittime-bulli (chi perpetra il bullismo e, nel contempo, ne è vittima) o non coinvolti, in base ai punteggi ottenuti all’European Bullying Intervention Project Questionnaire (EBIPQ). È stato chiesto ai partecipanti di osservare nove vignette sul bullismo in cui venivano presentati i diversi ruoli che una persona può assumere in quella circostanza (bullo, vittima, pro-bullo, difensore, spettatore) mentre l'eye-tracker registrava gli indici di attenzione (fissazione, visita e durata). L’eye-tracker consiste in una registrazione dei movimenti oculari dei partecipanti, campionando la posizione dello sguardo. In questo studio, ogni ruolo rappresentato nelle scene è stato considerato un'"area di interesse" (ADI) separata. Un'ADI rappresenta una porzione scelta di regioni selezionate all'interno di uno stimolo, consentendo l'estrazione di indici attenzionali specifici per quelle posizioni. I confronti hanno rivelato un effetto significativo per i ruoli del bullo e del pro-bullo, in quanto le vittime-bulli hanno mostrato fissazioni e un numero di sguardi maggiori rispetto alle vittime, mentre gli studenti non coinvolti non hanno mostrato differenze significative con gli altri gruppi. Il presente studio rivela che le vittime-bulli si sono concentrate maggiormente sugli indizi di minaccia, mentre le vittime hanno distolto lo sguardo da essi, confermando che aver vissuto un’esperienza di bullismo influenza il modo in cui gli studenti esplorano le situazioni aggressive. Imparare a capire come gli studenti coinvolti dirigono la loro attenzione può dare un importante contributo nella comprensione delle diverse risposte individuali, fornendo solide basi per la progettazione di interventi sempre più efficaci.

Menabò, L., Caravita, S. C. S., Skrzypiec, G., Slee, P. T., & Guarini, A. (2024). Effects of victimization and perpetration in observing bullying scenes: an eye-tracker study{es}. International Journal of Clinical and Health Psychology, 24(2), 100451.

 

La misurazione prospettica della risposta di conduttanza cutanea predice la gravità del PTSD nei bambini esposti al trauma

Precedenti studi hanno dimostrato che l'eccitazione del sistema nervoso simpatico (SNS) è positivamente associata ai sintomi del disturbo post-traumatico da stress (PTSD) nei bambini esposti a traumi. Uno dei modi in cui l'attività del SNS viene misurata è la risposta di conduttanza cutanea (SCR), ovvero una misura periferica dell'attività del SNS che è attivata da stimoli eccitanti, come immagini affettive o ricordi legati a eventi traumatici. La SCR aumenta in risposta a stimoli con valenza sia positiva che negativa ed è associata all'eccitazione improvvisa e all'ansia legata a ricordi traumatici salienti. La SCR ha dimostrato di predire la gravità del PTSD negli adulti e in questo studio è stata indagata l'utilità di un nuovo dispositivo mobile SCR a basso costo (eSense) per predire la gravità dei sintomi del PTSD nei bambini esposti a traumi.  Per questo studio longitudinale sono stati reclutati in totale 43 bambini che al momento della visita iniziale avevano 9 anni. La SCR è stata misurata solo alla visita iniziale, mentre i sintomi del PTSD sono stati valutati sia alla visita iniziale sia durante la valutazione di follow-up effettuata circa due anni dopo. I risultati hanno indicato un'interazione tra SCR ed esposizione al trauma, per cui i bambini con una minore esposizione al trauma che hanno dimostrato una maggiore SCR hanno riportato una maggiore gravità del PTSD due anni dopo. È importante notare che questa associazione nel gruppo con minore esposizione al trauma è rimasta significativa anche dopo aver effettuato le analisi di covarianza per il grado di trauma e i sintomi iniziali di PTSD. I bambini con livelli più elevati di esposizione al trauma, invece, non hanno mostrato questa associazione, potenzialmente a causa dell’effetto soffitto dei sintomi del PTSD che potrebbe aver mascherato qualsiasi legame con la SCR. Questa ipotesi è supportata dalla constatazione che sia i gruppi con esposizione al trauma più bassa che quelli con esposizione al trauma più elevata hanno mostrato una SCR simile al momento dell’intervista sul trauma in questione. L'insieme di questi risultati suggerisce che la conduttanza cutanea può essere utilizzata in modo affidabile come marcatore psicofisiologico nel contesto della valutazione del trauma anche nei bambini, fornendo un importante contributo per la progettazione di strategie di prevenzione mirate per gli individui a rischio.

Basarkod, S., Valbrun, S., Wiltshire, C., France, J. M., Davie, W. M., Winters, S., George, S., Stenson, A. F., & Jovanović, T. (2024). Prospective Measurement of Skin Conductance Response during Trauma Interview Predicts Future PTSD Severity in Trauma Exposed Children. Journal of Mood and Anxiety Disorders, 100061.

  

L'effetto della frequenza delle ricompense sulla performance in caso di ricompense in denaro e ricompense tangibili

L'offerta di premi basati sulle prestazioni è fondamentale per motivare i dipendenti. Le aziende stanno cambiando il modo in cui incentivano i dipendenti e le recenti tendenze in materia di retribuzione degli incentivi evidenziano due caratteristiche importanti per quanto riguarda i premi basati sulle prestazioni: (a) le aziende offrono premi con maggiore frequenza e (b) le aziende utilizzano sempre più spesso premi tangibili al posto dei premi in denaro per motivare i dipendenti. I premi tangibili sono incentivi non monetari che hanno un valore economico, come carte regalo, merci, regali legati al cibo, punti premio riscattabili e buoni viaggio. Questo studio analizza come la frequenza e il tipo di ricompensa influenzino congiuntamente le prestazioni dei dipendenti. In totale sono stati coinvolti 97 studenti universitari (età media = 19.30 anni; 44% donne) che avevano accumulato in media 21.91 mesi di esperienza lavorativa. Sono state condotte quattro sessioni, una sessione per condizione sperimentale (premi in denaro più frequenti, premi in denaro meno frequenti, premi tangibili più frequenti e premi tangibili meno frequenti), con la condizione sperimentale assegnata in modo casuale a ciascuna sessione. Basandosi su teorie economiche e comportamentali, è stato prima previsto e successivamente dimostrato che l'aumento della frequenza delle ricompense ha un effetto più positivo sulla performance complessiva dei dipendenti per le ricompense in denaro piuttosto che per quelle tangibili. Inoltre, è stato evidenziato che questo effetto complessivo deriva da risposte diverse all'aumento della frequenza delle ricompense nel tempo, in quanto l'effetto sulla performance cresce nel tempo per le ricompense in denaro, mentre rimane relativamente stabile nel tempo per le ricompense tangibili. I risultati del nostro studio forniscono un importante contributo sia a livello teorico sia a livello pratico, consentendo di migliorare la comprensione del ruolo che la frequenza delle ricompense svolge nel motivare le prestazioni dei dipendenti e di come la loro efficacia sia influenzata dal tipo di ricompensa. In particolare, questi risultati hanno implicazioni significative per la progettazione dei sistemi di gestione delle prestazioni e dei premi. Evidenziando le potenziali conseguenze sulla performance associate all'aumento della frequenza dei compensi, questi risultati contribuiscono a spiegare perché molte organizzazioni con prestazioni di alto livello si stiano sempre più orientando verso l'erogazione di incentivi più frequenti basati sulla performance.

Newman, A. H., Tafkov, I., Waddoups, N., & Xiong, X. G. (2024). The effect of reward frequency on performance under cash rewards and tangible rewards. Accounting, Organizations and Society, 112, 101543.

 

Indagine sui giudizi di metamemoria, retrospettivi e prospettici in pazienti con disturbi ossessivo-compulsivi

La letteratura scientifica ha evidenziato come gli individui con diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) tendono a non avere fiducia nella propria memoria e presentano basse prestazioni di metamemoria, in particolare riguardo al giudizio e all’accuratezza. Tuttavia, non è ancora chiaro se le basse prestazioni di metamemoria siano riconducibili, in primo luogo, al dominio generale o al dominio specifico e, in secondo luogo, al dominio dello stimolo. Per cercare di far luce su questi aspetti è stato condotto uno studio che ha coinvolto 100 partecipanti (M = 28.9 anni, DS = 8.36; range di età: 18-55 anni) che sono stati suddivisi in due gruppi, i cui membri sono stati abbinati in termini di età, livello di istruzione e sesso. Sono stati messi a confronto individui con diagnosi di disturbo ossessivo compulsivo (N = 50) e con un gruppo di controllo composto da individui sani (HC; N = 50), che hanno svolto delle prove su giudizi di riconoscimento, di metamemoria retrospettiva (giudizi di apprendimento, JOL) e prospettica (sensazione di sapere, FOK) e su tre diversi compiti di memoria episodica. Questi ultimi tre compiti consistevano in stimoli senza sintomi, familiari e non familiari (parole, scenari e foto di volti). Dai risultati ottenuti è emerso che le persone con OCD hanno avuto prestazioni significativamente inferiori rispetto al gruppo di controllo (HC) nei giudizi di JOL e FOK e nell'accuratezza di questi giudizi per gli stimoli familiari rispetto a quelli non familiari. I pazienti con OCD hanno anche mostrato prestazioni di riconoscimento più basse rispetto agli HC per tutti i tipi di stimoli. Le prestazioni di FOK dei pazienti con OCD sono rimaste significativamente inferiori rispetto agli HC, e la proporzione di elementi mancati è stata maggiore nei pazienti con OCD. Questi risultati suggeriscono che i pazienti con OCD potrebbero formulare dei giudizi di metamemoria basati su credenze negative relative alla propria memoria, piuttosto che su un'analisi specifica degli stimoli. Inoltre, è stato osservato che l'OCD può interferire con i processi di organizzazione durante la codifica delle informazioni, portando a una memorizzazione meno efficace e a giudizi di metamemoria distorti. Questi risultati supportano quindi l'idea di una memoria episodica generale e di un deficit di metamemoria nel disturbo ossessivo compulsivo. Inoltre, i deficit di metamemoria nel disturbo ossessivo compulsivo sembrano coinvolgere il dominio generale.

Irak, M., Topçuoğlu, V., Duman, T. N., Akyurt, S., Yılmaz, İ., & Pala, İ. Y. (2024). Investigating retrospective and prospective metamemory judgments during episodic Memory in patients with Obsessive-Compulsive Disorders. Behavior Therapy.