QI - Questioni e idee in psicologia - Il magazine online di Hogrefe Editore

Qi, il magazine online di Hogrefe Editore.
Ogni mese, cultura, scienza ed aggiornamento
in psicologia.

numero 43 - dicembre 2016

Hogrefe editore
Archivio riviste

Esperienze

Studio pilota sulle abilità narrative in bambini con disturbo specifico di sviluppo del linguaggio

Studio pilota sulle abilità narrative in bambini con disturbo specifico di sviluppo del linguaggio

Il 27° Congresso Nazionale della SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (SINPIA), tenutosi ad Alghero dal 7 al 9 ottobre scorso. Nell'occasione, a sostegno dei giovani ricercatori che lavorano nel settore dei disturbi del neurosviluppo, Hogrefe - in collaborazione con SINPIA - ha assegnato un premio per il miglio poster in neuropsicologia. La ricerca che presentiamo è uno studio pilota su bambini con disturbi del linguaggio.

I bambini con diagnosi di DSL (Disturbo specifico di linguaggio) severo manifestano importanti compromissioni non solo nelle abilità narrative e conversazionali, ma spesso anche in quelle pragmatiche rispetto a quanto atteso per età e livello di sviluppo (Bishop, 1989; Bishop-Adams, 2002; Bishop-Norbury, 2005; Surian, 1996). Tali difficoltà nell’uso sociale e contestuale del linguaggio (Grice, 1975; Poletti, 2010; Marotta, 2014 ) espongono questi soggetti a un aumentato rischio di comorbidità psicopatologica (Purvis , 1997; Mackie 2009).

Peculiarità nello sviluppo delle competenze pragmatiche si rilevano, nei colloqui psicodiagnostici in età evolutiva, in un’ampia gamma di disturbi psicopatologici, secondo il DSM-5, specie all’interno dei disordini del neuro-sviluppo (Geurts 2010, Mc Redmond 2004, Swineford, 2014). Perché tale larga distribuzione delle difficoltà pragmatiche all’interno di differenti pattern di funzionamenti neuro-psichici? È possibile che l’indagine e lo studio di questa distribuzione informi rispetto ai processi neuropsicologici e di organizzazione cerebrale che avvengono durante le fasi di sviluppo delle competenze pragmatiche, fasi che sembra si interfaccino tra sistemi di processazione delle informazioni verbali e sistemi di integrazione sensori-motoria?

Per rispondere a tale domanda si è ritenuto utile partire da un gruppo di soggetti con DSL severo, una popolazione clinica finemente descritta in letteratura (Bishop, 1987 e 2005). Conseguentemente, è emersa la necessità di sviluppare un protocollo che permetta di identificare precocemente una sottopopolazione clinica maggiormente a rischio di esiziare con la suddetta compromissione. Tale assessment permetterebbe quindi l’individuazione di fattori di rischio e protezione con finalità prognostica e preventiva rispetto al decorso dei processi di sviluppo.

 

Descrizione del progetto di studio

Il protocollo prevede la valutazione diagnostica multidisciplinare integrata (neuropsichiatrica, neuropsicologica e logopedica) di un gruppo di soggetti con diagnosi di DSL afferenti presso il nostro Centro, volta alla descrizione del profilo funzionale. Per valutare la validità dell’assessment proposto, specificatamente per le competenze pragmatiche e narrative, è stato condotto uno studio pilota che tenesse in considerazione la sensibilità e la specificità delle fasce di età esaminate (pre-scolare e scolare ). Dato che gli strumenti già validati e in uso clinico si configuravano di difficile fruizione in tale ambito, specialmente per la fascia di età inferiore, si è potuto: implementare la valutazione clinica integrata con prove create ad hoc – predisposte sulla base di procedure sperimentali utilizzate nella ricerca sul tema – e considerarne la possibile validità sulla popolazione oggetto di studio. I risultati sono stati analizzati mediante statistiche descrittive adeguate all’ampiezza del campione sperimentale.

Materiali e metodi

Hanno partecipato allo studio pilota 10 bambini monolingue italiani di età compresa tra 3 e 7,9 anni divisi in due gruppi in base all’età cronologica (Gruppo 1 con età media 3,7 anni e Gruppo 2 con età media 6,3 anni). Tutti i bambini presentavano diagnosi di Disturbo Specifico di Linguaggio secondo i criteri definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità attraverso la decima edizione della Classificazione Internazionale delle Malattie e Problemi Correlati (ICD-10; F80.1 e F80.2; corrispondenti ai codici 315.32 e 315.39 secondo il manuale DSM-5). Altri criteri di inclusione considerati riguardavano: prestazioni inferiori ad almeno 2 deviazioni standard rispetto alla popolazione a sviluppo tipico in test che indagano lo sviluppo linguistico (BVL 4-12); livello intellettivo nella norma ai test psicometrici (WPPSI-III; Leiter-R).
La valutazione consisteva in 10 sedute di cui 2 visite neuropsichiatriche, 4 incontri di valutazione neuropsicologica e 4 incontri di valutazione logopedica. Durante gli incontri sono state proposte prove di routine per individuare criteri di inclusione ed esclusione (test psicometrici, linguistici, ecc.); prove specifiche per esaminare le competenze pragmatiche attraverso misurazioni dirette standardizzate e non (APL Medea, Prova sperimentale di Surian, CCC-2, ecc.); report ambientali e osservazioni cliniche per identificare eventuali comorbilità in ambito psicopatologico (CBCL, ecc.). Lo schema degli incontri è riporato nella figura che segue.
SINPIA1.png

In particolare in questo studio sono stati raccolti alcuni dati preliminari sull’affidabilità degli strumenti sperimentali utilizzati, in due diverse fasce d’età, di seguito riportati.

Nel primo esperimento (exp 1: pragmatic judgement) è stato proposto un compito di giudizio pragmatico (Surian, 1996, 4) i cui item sono stati costruiti a partire dalle Massime di Conversazione di Grice (1975). Le istruzioni e gli stimoli sono stati adattati alla lingua italiana cercando di mantenere il contenuto degli item il più vicino possibile all’originale. Il compito del bambino è stato quello di indicare il pupazzo che “ha risposto bene alla domanda della nonna”. Nel secondo esperimento (exp 2: conversation task) abbiamo proposto degli stimoli fotografici (replicando una procedura sperimentale precedentemente proposta da Bishop, 2002) a partire dai quali si è cercato di stimolare una conversazione, attraverso interventi semi-strutturati dello sperimentatore (cfr. figura sotto).

SINPIA2.png

Analisi dei dati

I dati sono stati ottenuti, in entrambi gli esperimenti, attraverso analisi statistiche non parametriche dato il ridotto numero di soggetti. Si osserva che: nel primo esperimento (exp 1: pragmatic judgement), secondo quanto ci si aspetterebbe per età cronologica, i bambini appartenenti al gruppo G1 commettono più errori nella scelta della risposta pragmaticamente corretta rispetto ai bambini più grandi (G2; Wilcoxon-Mann-Whitney test p=0,008). Inoltre, attraverso un’analisi qualitativa sul tipo di errori commessi, è possibile rilevare che i bambini del gruppo G1 sbagliano in particolar modo nel fornire le risposte agli item relativi alla massima di Quantità (58% degli errori totali) e di Pertinenza (40% degli errori totali). Tali difficoltà sono probabilmente imputabili anche allo sviluppo di componenti cognitive non legate alla pragmatica (senso del numero, sviluppo cognitivo, ecc.). I dati ottenuti sembrano quindi confermare una forte coerenza interna tra i due differenti gruppi di età in questa prova.

Nel secondo esperimento (exp 2: conversation task) come indice preliminare abbiamo utilizzato la lunghezza media dell’enunciato (lme), indicatore ampiamente condiviso in letteratura. Non sono emerse differenze statisticamente significative tra i gruppi né sulla base dell’età cronologica né delle capacità di linguaggio espressivo. Sembra quindi che altri fattori possano correlare con le prestazioni ottenute al compito (competenze pragmatiche, narrative, ecc.). È necessario quindi svolgere ulteriori indagini per comprendere meglio quali possano essere le variabili intervenienti che ci permettono di individuare due diversi livelli di prestazione tra ed entro i due gruppi (high competence group, HCG vs low competence group, LCG; Wilcoxon-Mann-Whitney test p=0,02). È altresì possibile notare come l’assenza di strumenti standardizzati adeguati all’età cronologica del gruppo G1 non consenta al momento confronti tra la prestazione del gruppo clinico e la popolazione normativa di riferimento. Per questo si rileva ulteriormente la necessità di approfondire l’uso degli strumenti sopra descritti e delle conoscenze sullo sviluppo delle competenze pragmatiche in età precoce.
SINPIA3.png

Conclusioni

Dai rilievi raccolti è possibile affermare che il protocollo testato sembra essere adeguato alla valutazione delle competenze pragmatiche, non solo precocemente ma anche in età scolare. Le prestazioni ottenute al compito di giudizio pragmatico sembrano risentire di variabili intervenienti legate allo sviluppo cognitivo e di funzioni neuropsicologiche non direttamente implicate in ambito linguistico, soprattutto in età precoce. La prova di conversazione e narrazione pare sottendere abilità parzialmente indipendenti dall’età anagrafica e dalle competenze linguistiche formali acquisite. Si ritiene quindi opportuno approfondire ulteriormente l’efficacia del dispositivo psico-linguistico sviluppato, nell’individuare precocemente peculiarità nello sviluppo delle competenze pragmatiche, aumentando la numerosità del gruppo sperimentale e introducendo gruppi di controllo costituiti da bambini di pari età anagrafica e di sviluppo linguistico. Secondariamente sarà possibile analizzare se, ed eventualmente con che ruolo, i deficit delle competenze pragmatiche possano rappresentare un fattore contribuente alla comorbidità psicopatologica in differenti disturbi del neuro-sviluppo. Infatti da questi rilievi preliminari non si può escludere che l’indagine e lo studio delle difficoltà pragmatiche all’interno di differenti funzionamenti psichici, possano informare rispetto ai processi neuropsicologici e di organizzazione cerebrale che avvengono durante le fasi di sviluppo di tali competenze.

 

Bibliografia

Achenbach, T.M. e Rescorla, L.A. (2001). Manual for ASEBA School-Age Forms & Profiles. Burlington, VT: University of Vermont, Research Center for Children, Youth, & Families.

Achenbach, T.M. e Rescorla, L.A. (2000). Manual for ASEBA Preschool Forms & Profiles. Burlington, VT: University of Vermont, Research Center for Children, Youth, & Families.

APA (2013). DSM-5 American Psychiatric Association Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition.

Bishop, D.V.M. e Rosemblaum, L. (1987). Classification of childhood language disorders. In D. Yule e M. Rutter (a cura di), Language development and disorders: Clinics in developmental medicine. Londra: MacKeith Press.

Bishop, D.V.M. e Adams, C. (1989). Conversational characteristics of children with semantic-pragmatic disorder. What features lead to a judgement of inappropriacy? British Journal of Disorders of Communication, 24, 241-263.

Bishop, D.V.M. e Norbury, C.F. (2002). Exploring the borderlands of autistic disorder and specific language impairment a study using standardized diagnostic instruments. J Child Psychology Psychiatry,  43, 917-29.

Bishop, D.V.M. (2003). CCC-2. The Children Communication Checklist – Second Edition. Londra: Harcourt Assessment.

Bonifacio, S. e Girolametto, L. (2013). ASCB. Le abilità socio conversazionali del bambino. Milano: Franco Angeli.

Geurts, H. e Embrechts, M (2008). Language Profiles in ASD, SLI, and ADHD. Journal of Autism and Developmental Disorders November, 38, 1931. First online: 03 June 2008 10.1007/s10803-008-0587.

Grice, H.P. (1975). Logic and conversation. In R. Cole e J. Morgan (a cura di), Syntax and semantincs: speech acts. New York: Academic Press.

ICD10 American Psychiatric World Health Organization. (1992). The ICD10 Classification of Mental and behavior disorders: Clinical Descriptions and diagnostic Guidelines, 10th revision. Ginevra: WHO.

Lorusso, M.L. (2009). APL Medea – Abilità Pragmatiche nel Linguaggio Medea. Firenze: Giunti O.S.

Mackie, L. e Law, J. (2009). Pragmatic language and the child with emotional-behaviour and communication disability. Int J Lang Commun Disord [eEpub out of print].

Marini, A., Marotta, L., Bulgheroni, S e Fabbro, F. (2015). BVL_4-12 Batteria per la Valutazione del linguaggio in bambini dai 4 ai 12 anni. Firenze: Giunti O.S.

Marotta, L. e Caselli, M.C. (a cura di ) (2015). I disturbi del linguaggio, Caratteristiche, valutazione, trattamento. Trento: Centro Studi Erickson.

Poletti, M. (2010). Ontogenesi del disturbo pragmatico del linguaggio, rewiew. Giorn. Neuropsich. Età Evol., 30, 39-45.

Purvis, K., e Tannock, R. (1997). Language abilities in children with attention deficit hyperactivity disorder, reading disabilities and normal controls. J Abnorm. Child. Psychol., 25, 133-44

Redmond, S.M. (2004). Conversational profiles of children with ADHD, SLI and typical development Clinical Linguistics & Phonetics, 18, 2, 107–125.

Surian, L., Baron Cohen, S. e Van der Lely, H. (1996). Are Children with Autism Deaf to Gricea Maxims? Cognitive Neuropsychiatry, 1 (1),55-71.

Swineford, B.L., Thurm, A. et Al. (2014). Social (pragmatic) communication disorder: a resarch review of this new DSM-5 diagnostic category. Journal of Neurodevelopmental Disorders, 6, 41.